Erano ormai giorni, forse settimane, che Giorgio non si faceva sentire e ogni giorno io stavo sempre più male, mangiavo sempre meno, dormivo di più e non uscivo quasi mai. Ero a Roma da una settimana ma non riuscì ad andare da Giulio a prendere le chiavi di casa, quella casa che mi aveva ospitata nelle giornate peggiori della mia vita ma anche in quelle più belle. In quella casa vivevano libere le nostre anime innocenti e i nostri ricordi: la prima sigaretta, il primo cd rap, le prime litigate e i lunghi pianti. Sapevo che se fossi tornata in quella casa sarei stata solo peggio. Tornare in quella casa senza Giorgio sarebbe stato un pugno nello stomaco, una sorta di masochismo, perchè pensiamoci bene: chi è che vorrebbe tornare a casa e trovarla vuota? Non un rumore, non un "buongiorno piccola", neanche l'odore di bruciato ( si Giorgio non era un gran che come cuoco). Ma io lo volevo. Io volevo lui nel mio futuro, nel mio per sempre. Ero sicura che lui sarebbe stata l'unica certezza che avrei avuto nella vita.
Tutto sommato con Giulio ci vedemmo un pomeriggio, giusto per parlare di cazzate e per ridere un po' per farci due risate ma vedevo che era distante da me. Sentivo che si era creata una sorta di barriera tra di noi e tutto ciò mi stava preoccupando troppo. Non volevo perdere anche lui. Non dovevo.
Giustamente voi vi starete chiedendo dove cazzo fossi finita ad abitare io. Beh Lorenzo decise di ospitarmi da lui ma gli promisi che non sarei rimasta più di due o tre settimane anche perchè lui era un ragazzo giovane come me e aveva bisogno dei suoi spazi.
Dopo giorni di preclusione in casa decisi di uscire a scattare qualche foto per Roma visto che era una giornata primaverile e soleggiata.
Prima di uscire mi diedi una rinfrescata, mi vestì, presi la borsa della macchina fotografica, il portafoglio e il cellulare ma prima di andar via decisi di lasciare un biglietto a Lorenzo per avvertirlo della mia uscita: "Ehy rosso, vado fuori a fare qualche shoot.Se mi cerchi dovrei essere al nostro posto. Bacioni"
Camminai per un bel po' sotto il sole della capitale e durante la mia passeggiata mi accorsi di quanto mi fossi persa durante i miei giorni in casa: i fiori stavano sbocciando, la città era piena di turisti intenti a fare fotografie ai monumenti più belli e i bambini giocavano a palla lungo i vicoli della periferia. Nulla era cambiato della mia città ma forse l'unica che era cambiata ero io.
Ehy gentaglia, ecco il capitolo! Spero vi piaccia!
Come sempre se volete lasciate una stellina e un commento, mi fareste felicissima!
Bacini,
Ale.
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Salvami come solo tu sai fare
FanfictionArrivammo in cima a quella collinetta e, anche se la salita fu più dura del previsto, la vista che ci si presentò davanti ci lasciò a bocca aperta. "Sei bellissima." disse Giorgio quasi sottovoce, senza schiodare gli occhi da quel meraviglioso panor...