-Nonna te lo giuro! È stata lei a provocarmi!-
-Evie! Non mi interessa! Devi imparare a padroneggare il tuo temperamento da umana, gli angeli non si comportano in questo modo. E avete distrutto un aula, ti rendi conto della gravità della cosa?-
-Ma..-
-Evie! Basta. Stasera ne parleremo con il nonno.-Nonna mi era venuta a prendere a scuola, dopo la strigliata dal preside e dal professor Cole. Silia se l'era cavata con una strigliata e un compito extra. Chissà cosa toccherà a me. Il preside aveva detto che domani mi sarei dovuta presentare in sala professori e avrebbero deciso che fare, che è stata una cosa grave, esercitare i propri poteri senza insegnate, aver distrutto un aula e per di più contro un altro angelo. Ho spiegato che era stata Silia a provocarmi, ma il preside non ha voluto sentire scuse, ma ha ribattuto dicendo che essendo un po' diversa cedo facilmente alle provocazioni.
Mi sentii cosi ferita da quella affermazione. Solo perché ero un po' diversa tutte le colpe erano le mie. Non sopportavo questa diversità. Era una scuola dove ci insegnavano a proteggere gli umani,con amore e saggezza. Cosa c'era di cosi sbagliato nell'essere per meta' umana?
Silia era figlia di angeli potenti e per questa ragione era prediletta e protetta in qualsiasi situazione.
Tornata a casa lasciai il mio zaino all'entrata e mi tuffai nel mio letto senza cambiarmi. Chiusi gli occhi e ripensai alla giornata con quell'idiota. Se solo non mi avesse provocata, se solo non avessi ceduto, magari ora non sarei nei guai. Aprii gli occhi e vidi sul letto centinaia di quadrifogli che tendevano verso di me. Ne accarezzai delicatamente qualcuno, e questo si tese verso di me.
-perchè non posso essere come tutti gli angeli.- mugugnai a bassa voce. Il quadrifoglio si struscio' come un cucciolo verso il mio palmo.
-Evie? Posso entrare?- la voce di mia nonna alle mie spalle mi fece alzare gli occhi al cielo,sapevo cosa stava per fare, la solita ramanzina.
-si nonna, entra pure.-
Con un scricchiolio della porta, la figura grigia e antica della nonna si fa avanti.
-Posso sedermi?-
Con estrema lentezza feci ritirare i quadrifogli.-Evie..-
-si lo so, mi sono comportata male, avrò una punizione, i poteri non si usano in questo modo e bla bla bla..-
-Evie, non mi hai fatto finire di parlare.-
Mi voltai dandogli le spalle, non volevo sentirmi dire che ero la solita combina guai, scapestrata che non sa fare nulla di buono.-non sono arrabbiata con te, nemmeno il nonno. Siamo preoccupati,solo questo. Sai quanto possono essere rigide le regole della scuola.-
Mi alzai di botto a sedere sul letto e gli scoccai uno sguardo torvo.
-sai benissimo che non ho iniziato io, ma non avete fatto niente per proteggermi o almeno difendermi.-
- ma Evie, capisci che noi non c'eravamo? Non sappiamo come sono andate le cose.-
-ah, quindi non vi fidate nemmeno di vostra nipote? Bene.-
-Evie, smettila di fare la bambina. Hai fatto un danno alla scuola, e ora devi prenderti le responsabilità. Ma io e il nonno siamo preoccupati per il fatto che non controlli più bene i tuoi poteri. -
-Non è vero!-
-Ah no? L'altro giorno, mentre dormivi, sono entrata in camera tua ed era piena di quadrifogli, edere su tutti i muri e fiori sparsi ovunque. Capisci che al quinto anno, non riuscire ancora a padroneggiare il prorpio potere, e' pericoloso?-
Aprii la bocca per dire qualcosa, ma le parole mi morirono sulle labbra. Stava dicendo la verità? E se non sapessi controllare bene davvero i miei poteri? Diventerebbe un problema. Il palmo della nonna si poggiò sulla mia guancia, delicatamente.
-Evie, tu sei speciale. Lo vedi tu stessa, e non riesci a padroneggiare il tuo potere perché sei più speciale degli altri.-
-perché sono diversa e strana. Non è vero che sono speciale. Lo dici solamente per farmi stare meglio. Tanto lo so di essere diversa, senza aureola e con le ali bianche con alcune stupide piume nere. Sono assurda! Non ho senso! Tutta la mia vita non ha senso! Sembro uno scherzo creato da nostro Signore Dio. -
- oh..Evie. Non dire cosi...- disse cercando di accarezzarmi una guancia.
- Lasciami in pace! -
Urlai. Nonna ritrasse la mano e abbassò lo sguardo. Cominciai a piangere, ricordando tutte le risatine e le prese in giro mentre facevamo le ore di volo. Quando tutti vedevano le mie ali strane. Mi infilai ancor più sotto le coperte.
-Lasciami sola.- singhiozzai alla nonna. La sentii sospirare e alzarsi, poco dopo la porta della camera si chiuse,cosi come i miei occhi e i miei pensieri.
Mi ritrovai sul viale di accesso davanti alla mia casa. Senza ricordarmi come fossi arrivata li. Il viale era ricoperto di fiori e piante di qualsiasi tipo. Sperai di svegliarmi da un momento all'altro. No. Ero ancora li, a piedi nudi su quell'erba bagnata. Socchiusi gli occhi per vedere fra la fitta nebbia, cercando di orientarmi. Ma riusci a vedere solamente a mezzo metro davanti a me.
Merda
La nebbia,densa e umida come il fiato su uno specchio, offuscava il cielo e i lampi estivi sovrastanti.
Mi avvicino ai bordi del viale e tendo una mano verso le piante. Queste si alzano verso di me e toccano il mio palmo, una sensazione di calma mi pervade.
Ma ero con la continua senzazione di essere osservata. Mi passai una mano fra i capelli. Ignorala...-Eccolo il mio angelo custode..-
Una voce mi fa sobbalzare, ritirai la mano e mi voltai, ma non vedi nessuno.
-Chi c'è!?-
Le mie parole fanno eco nella fitta nebbia. Il freddo mi fa rabbrividire.
È solo un sogno Evie, è solo un sogno, niente puó farti del male.
Ammesso che sia un sogno, e se fossi arrivata li mentre dormivo? Impossibile. Casa nostra non ha tutti questi fiori.
-Mi sei mancata tanto..-
ancora quella voce. Spalancai gli occhi quando senti dei passi sul prato. Mi volto ma è difficile capire da dove provengano i passi. Da davanti l'entrata del viale? O da uno dei lati?
Li sento ancora più vicini. Il panico mi pervade.
Tutto questo non è reale. Hai la situazione sotto controllo e sei calma.
-Chi sei!?- urlo. Okay, non ero calma.Non sapevo cosa fare. Ora sento i passi diventare una corsa.
Comincio a correre anche io, ma non so dove. Verso casa o verso il canneto? La casa era più sicura, ma il canneto era più vicino. Che vantaggio avevo?Inciampo su qual cosa e ruzzolai fra le canne da zucchero. Stranamente non sentendo dolore. La nebbia mi offuscava la vista. Un ricordo della voce della mamma mi attraversò la mente: "La nebbia mente,Eve."
Le canne erano mature ed erano alte il doppio di me, avrei potuto seminare chiunque tra quei filari. Ma il corpo non risponde al mio volere.Mi volto di scatto e vedo un ragazzo alto con un cappuccio. Gli occhi grigi risaltano nel buio della notte, facendomi subito ricordare chi è. Il ragazzo di tutti i miei incubi.
-Tu! Tu cosa ci fai qui!?-
- Angelo custode..mi sei mancata.-
-io non sono il tuo angelo custode! Chi sei?-
-l'uomo che devi custodire.. aiutami, ho bisogno di te...-Tende una mano verso di me, ma indietreggiai. Alzo lo sguardo e vedo le canne che si piegano innaturalmente su di me, come se mi volessero...proteggere. Da lui?
- lasciami stare! Vattene!- sembra che la mia richiesta viene accolta e il ragazzo scompare, così come il canneto e la casa.
Mi alzo di colpo dal letto sudata fradicia. Mi guardo le mani e stanno tremando. Chi era quel ragazzo? E perché diceva tutte quelle cose senza senso?
-Evie!Evie!-
la voce della nonna arriva dal corridoio. La porta si spalanca.
-Evie cara, tutto bene? Hai avuto un altro incubo? Ti abbiamo sentito gridare.-
Ho gridato? Nel sonno? Può darsi.
-Ehm, no. Niente incubi nonna,sto, sto bene. Tranquilla. Torna a dormire. -
Fa un sorriso forzato ed esce dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle, io mi rimetto sotto le coperte guardando l'orario. 3.45.
Sto proprio peggiorando.
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My Guardian Angel. (IN REVISIONE)
FantasyOltre le nuvole, oltre lo spazio infinito ci sono loro. Creature divine, leggendarie, dotate di ali bianche come la neve e di un aureola dorata. Gli Angeli. Leggenda o Verità? Esistono realmente? Sono nel cielo o si confondono fra noi comuni mortali...