Quella notte non dormì molto. Ero agitata, impaurita e confusa sul da farsi. Dopo che nonno ero uscito dalla mia stanza, mi ero rigirata nel letto molte volte. Guardai l'orologio sulla scrivania, le 2:38. Sospirai pesantemente e mi alzai dal letto. Senza accorgemene calpestai un quadrifoglio e sentii una scossa su un dito.
-Oh...- soffocai un gemito di dolore.
Camminai nella stanza e aprii il mio armadio. Ne estrassi una valigia blu mare e la posai leggermente sul letto, facendolo scricchiolare comunque. Mi diressi di nuovo all'armadio e presi delle maglie a caso, senza guardare bene il colore e le scritte. Presi anche delle felpe che invece scelsi accuratamente. Una felpa nera che tenevo nascosta da mesi, perche come ho già detto, il nero è vietato nella mia scuola. Aveva delle scritte bianche e azzurre. Presi dei jeans azzurri e altri blu scuro. Mi avvicinai alla scrivania e con le dita sfiorai i miei libri. Ne presi quattro e li misi in valigia. Passai davanti alla mia macchinetta fotografica, rigorosamente Canon. Un regalo del mio papà dalla terra. Amavo la fotografia. A volte fotografavo a casaccio, altre volte cercando una buona inquadratura. Di solito fotografano anche le mie creazioni. Ossia i miei incroci di fiori di qualsiasi specie. Niente poteri, solo un vaso, terra e semi.Mi sedetti accanto alla valigia e la guardai attentamente, neanche fosse stata cosi interessante. Con le dita sfiorai i bordi, sulla doppia stoffa sintetica dura.
E se al mortale non sarei piaciuta?
Se mi avesse odiata?
Se non ce l'avessi fatta?
Quante domande affollavano la mia mente. Dio, perche a me?
Perche sei una stupida mezza umana.
Lo so.
Odiavo gli imprevisti, tutta questa stupida punizione era solo un imprevisto. Avrei dovuto fare tutt'altro ora. Dovevo finire il quinto anno, diplomarmi e diventare l'angelo custode di mio padre. Cosi da rimanere sempre insieme a lui.
E invece no! Ora avrei sprecato il mio tempo in questa odiosa operazione e, come se non bastasse, se non superero' la punizione verro' espulsa.
Bene.
Il colmo era che sarei dovuta stare, volente o nolente, con un mortale! A fargli fare "una buona azione." Grazie Dio. Te ne sono molto riconoscente.
Chiusi la valigia e l'appoggiai allo stipite della porta. Pronta per il giorno dopo. Chiusi gli armadi e mi rinfilai sotto le coperte, guardai il soffitto sicura che non mi sarei riaddormentata. Invece poco dopo, cullata dai miei pensieri e paure, mi addormentai in un sonno stressato e profondo.Mi trovo in una stanza piena di roba, sparpagliata ovunque. Scatoloni ammucchiati vicino alle pareti la fanno sembrare ancora più piena. Ci sono delle finestre messe un pò caso, ma sembra quasi fatto apposta. Sembra una stanza di un appartamento. Come ci sono arrivata fin qui? Dannati incubi, dannate allucinazioni.
Cammino per la stanza piena, quando mi accorgo di una figura seduta sullo stipite di una finestra. Mi avvicino cautamente e vedo che le finestre si affacciano davanti a dei palazzi. Anche questo dove mi trovo deve essere un palazzo, occhio e croce al sesto piano. Faccio un passo indietro e sbatto contro una sedia, che prima non c'era o che non avevo visto.
La figura si volta di scatto.
I capelli corvini ricadono sulla fronte, poco più sopra di quei occhi grigio metallo opaco che riconosco subito.
-Tu,ancora tu!-
Riesco solo a dire. Non accenna nemmeno a rispondere. Mi guarda con uno sguardo vuoto. Il suo viso sembra più stanco, forse triste. La felpa è sempre la stessa, più rovinata, vedo qualche piccolo buco sulle maniche. Sembra quasi stata rosicchiata dalle tarme.
-Perche compari nei miei sogni? Perche mi perseguiti? Perche dici cose senza senso??-
-Non hai voluto salvarmi...mi hai abbandonato..-
-non só più come dirtelo. Io non sono il tuo angelo custode,capiscilo.-
-No! Tu lo sei! Tu lo sei sempre stata...tu sei l'angelo di tutti i custodi. Sei l'imperatrice.-
-ma cosa dici?!-
-imperatrice,la battaglia è imminente. Ma tu non mi dai ascolto. Dov'è la tua armatura? Dove sono i tuoi alleati?-
N
on riuscivo a capire. Sentivo il nervoso pizziacarmi sulle punta delle dita. Chi era costui? Che voleva da me? E che cos'è un imperatrice? Solo Lilith era l'imperatrice.
-cosa vuoi da me?-
Gli angoli della sua bocca si sollevano leggermente, come se con tanta fatica volesse sorridere. Siamo a pochi passi l'uno dall'altro.
-Salvami.-
Ed è un attimo. Con uno scatto improvviso si lascia cadere dallo stipite.
-FERMO!-
Mi butto in avanti e riesco a prendere il maglione, poi il braccio.
-TIENITI A ME! NON MOLLARE!-
Sento il peso andare in avanti, è molto più pesante di me. Con tutte e due le
mani lo tengo saldo.
-Non lasciare! Sei un idiota! Perché!? Perché lo hai fatto??!- dico fra i singhiozzi. Lacrime di rabbia e paura mi rigavano le guancie, offuscandomi anche la vista.
Lo vedo alzare la testa verso di me. Vedo il suo viso sfocato, ma i suoi occhi...Dio,i suoi occhi.
-Ti prego,non lasciare..-
Sento le sue braccia scivolare da sotto le mie mani. Il panico mi pervade, le gambe mi fanno male e stanno per cedere. Ho paura, paura che posso lasciarsi andare.
-Lasciami andare, non c'e posto nel mondo per uno come me..-
-no, ti sbagli. C'e per tutti. Guarda me,sono un mezzo angelo. Sono sbagliata, eppure ho il mio posto nel mondo. Ti prego, ascoltami. Fidati di me.-
Penzola nel vuoto, ma il suo viso è tranquillo. Come se non si curasse del vuoto che lo separa dalla terra, uno schianto che potrebbe ucciderlo. Questo mi mette ancora più paura e ansia.
-Ascoltami. Ora io ti tiro sù, tieniti. Invocheró le mie edere così che ti portino in salvo e -
-perdonami Evie...-
Lascia il mio braccio con uno strattone e le mie mani cedono.
-Nooo!!--Noooo! - balzo sul letto, sudata fradicia. Mi porto le mani sui capelli.
O Diio...o Dio,Dio...era solo un sogno. Lui, era solo un sogno.
Mi alzo dal letto e sento le gambe molli come gelatina. La sveglia sulla scrivania segna le 4:45.Dannazione.
Mi cambio la maglia del pigiama e ne metto una pulita. Dopodichè prendo da sotto il materasso l'album dei miei incubi. Dove disegno tutti gli incubi che mi stanno capitando. Con una mano tremante traccio le linee del volto di quel ragazzo. I suoi occhi, li sfumo con lo stesso grigio della matita. Lo disegno sullo stipite della finestra, che mi guarda triste. Come se veramente non lo avessi salvato.
O forse è proprio così?
Un brivido mi pervade. Scaccio il pensiero e continuo il mio disegno. Dopo ció, rimetto l'album sotto il materasso e mi rimetto a dormire. Mi chiudo in una posizione fetale,con le coperte fin sopra la testa.
Ora dormi. Ora dormi,tranquilla.Un rumore insistente mi fa aprire un occhio, poi l'altro. Il rumore non c'e più. Richiudo gli occhi e aspetto che la sveglia suoni. Un altro ticchettio mi fa distrarre dal mio sonno che stavo rincorrendo. È un rumone,non continuo. Non come un orologio, nemmeno come un orologio a cucù. È irregolare.
Tic.
Lo sento di nuovo. È talmente snervante che mi fa alzare dal letto con uno scatto.
Con gli occhi impiastrati dal sonno guardo la sveglia, le 6:35. Ma sta notte mi hanno negato il sonno appositamente?
La luce invade la stanza, con gli occhi socchiusi mi faccio guidare dal rumore. Lo sento vicino alla finestra. Mi avvicino e mi stropiccio gli occhi. Sul cornicione della finestra ci sono, dei sassolini? Ma che diamine?
Un altro sassolino colpisce la finestra, con uno scatto rapido alzo la finestra e infilo la testa di fuori. L'aria fredda della mattina mi colpisce le guance e rabbrividisco.
-Ma che diavolo..?-
-ehi, e' proprio un vizio!-
-shhh!! Lionel, non urlare. Che ci fai sotto casa mia? Come fai a sapere dove abito?-
Dico sussurrando.
-Scendi.- risponde allo stesso modo liquidando le mie altre domande.
-non posso.-
-daai...-
Sbuffo pesantemente e richiudo la finestra.
Scendo le scale lentamente, arrivo al portone e faccio girare la chiave tirando il pomello della porta a me. Così che attuisce il rumore della chiave nella toppa.
Esco fuori e aggiro la casa per arrivare al giardino dietro, cercando Lionel.
-Ehi, sono qui.-
lo vedo appoggiato al muro di casa mia.
-Che ci fai qui?-
-Bel pigiama, te lo ha dato tua nonna?-
-idiota. Ti ho chiesto che ci fai qui.-
-non posso salutare la mia strana amica?-
-come lo sai?-
sorride leggermente, quasi senza farlo vedere.
-Me lo hanno detto delle voci fidate.-Aprii la bocca per dire qualcosa,ma la richiusi quasi subito. Mi siedo sull'erba ancora un pó bagnata di brina. Vedo la sua sagoma seguirmi. Distende le gambe e mette le mani appoggiate sul terreno dietro la schiena, per sorreggersi meglio. Lo imito.
Lo vedo con la coda dell'occhio girare la testa verso di me.
-davvero te ne vai?-
Continuo a fissare un punto inesistente.
-come mai me lo chiedi? Non ti fidi di chi te lo dice?-
-quasi mai. -
-comunque si, me ne vado.-
-mh.-Rimaniamo cosi, a guardare il sole che sorge dietro a quelle nuvole spesse.
-Sai, forse mi mancherai.-
dice sommessamente il mezzo demone.
-Ma se non ci conosciamo nemmeno.-
-infatti ho detto forse.-
Scuto la testa e soffoco una risatina strana. È quasi Gennaio, quando torneró sarà Marzo. Saranno già sbocciati i miei fiori? Uno spettacolo imperdibile.-Lionel.-
-si?-
-mi mancherai anche tu...forse.-
Sorride mostrando un canino e tornando a guardare il cielo. Sorrido anche io e mi appoggio con la testa al suo braccio.
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My Guardian Angel. (IN REVISIONE)
FantasyOltre le nuvole, oltre lo spazio infinito ci sono loro. Creature divine, leggendarie, dotate di ali bianche come la neve e di un aureola dorata. Gli Angeli. Leggenda o Verità? Esistono realmente? Sono nel cielo o si confondono fra noi comuni mortali...