Kurt ed io arriviamo davanti a questa benedetta casa. Non sembra poi così nuova, ma nemmeno messa tanto male. È molto accogliente, questo non posso negarlo. La facciata davanti ha un balcone,al secondo piano e dei fiori rampicanti tutti intorno alla ringhiera, dei meravigliosi Buganville.
Scendo dalla macchina e mi trascino dietro la valigia. Vengo preceduta da Kurt, che apre la porta ed entra.
Un tappetino malandato recita la parola "Welocome". Mi pulisco i piedi ed entro guardandomi intorno, sembra di entrare nella tana di un lupo.
Kurt posa le chiavi su di un tavolo e si gira verso di me. Dietro di lui c'e un divano, sul marrone aranciato. Apre le braccia e sorride.
-Benvenuta nella tua nuov-
-ohh, un animale! Questo e' uno di quei animali che fa le fusa! I mortali lo usano quando sono stressati, come si chiama? Ha i baffi e fa quei rumori che chiamate miagolii.- urlo tutta eccitata. In paradiso non abbiamo gli animali, nostro Signore li ha creati per far si che i mortali non si sentano mai soli.-gatto, si chiamano gatti.-
Questo piccolo gatto a strisce grigie e nere mi zampetta incontro. Lo prendo in braccio e questo inizia subito a fare le fusa.
-Ooh, ma come sei bello e morbido. Kurt, è tuo?-
-già, mio e di Courtney.-
-e chi sarebbe?-
Fece il giro del divano e si sedette con poca grazia, quasi buttandosi.
-bhe ovviamente,mia moglie.-
-ah, giusto. Scusa signor ovvio, ma sai,non sono nemmeno due ore che sono sulla terra. Sei sposato? -Mi rigiro il micetto fra le mani, finche non vuole essere rimesso a terra.
- certo, e ho anche una figlia.-
Con un gesto estrae il portafoglio dalla tasca e mi mostra una foto.
-Si chiama Frances Bean Cobain, ora ha 2 anni.-
-ooh, che bella. Ma dove sono ora?-
-non vivono più con me.-I suoi occhi si fanno di colpo tristi. Decido di lasciar perdere e di non fare altre domande su questo argomento.
-dove staro'?- chiedo, con un tono forse un pochino acido, tanto per svagare.-Con il gatto.-
Sbuffo pesantemente e lui si volta verso di me sorridendo, di colpo di nuovo sereno.
-Dai scherzo, seconda stanza a destra nel corridoio.- dice indicando un entrata, sicuramente il corridoio di cui parlava. Mi trascino la valigia dietro e mi faccio strada da sola. Una porta laccata marrone, sopra ci sono dei poster di alcune bend rock. Ne leggo alcuni nomi, Rolling Stone, David Bowie, Metallica. Visi che non conosco, e musica che non ho mai ascoltato.Entro in camera, ed è veramente carina. Ci sono alcune chitarre attaccate al muro alla mia sinistra, sopra il letto. Alcuni pupazzi sono sparsi su di un armadio strapieno di fogli, agende, libri e quant'altro.
Lascio la valigia al centro della stanza e prendo un foglio in mano. Ci sono degli schizzi di persone morte, attaccate ad un cappio, altre con pezzi mancanti del corpo. Cosa diamine ci fa Kurt con questi disegni in casa? Davvero inquietante, qui qualcosa non va. Apro un libro e ne esce fuori una foto, la raccolgo da terra. Riconosco subito Kurt, aveva forse la mia età. Accanto a lui una ragazza piu piccola, avrà più o meno dodici o tredici anni e gli somiglia molto. La sorella? Hanno gli stessi occhi.
-Ti piace la stanza?- la voce di Kurt mi fece sobbalzare.
-oh, mi hai speventato, non ti ho sentito entrare.-
Sorrise sedendosi sul letto.
-Pardon, sono molto silenzioso se voglio.-
-mi ucciderai nel sonno?- dico ironicamente.
Butta la testa all'indietro e scoppia in una risata di cuore.
-se serve e se non ti comporti come devi, si.-
-scemo.-Mi siedo accanto a lui e gli dó la foto che avevo in mano.
-tua sorella?-
-mmh-mh.- annuisce vigorosamente.
-come si chiama?-
- Kimberly, ma noi la chiamiamo solo Kim.-
- molto carina. Quanti anni ha ora?-
Sembra pensarci sù, come se non ricordasse l'età della propria sorella.
-Io ne ho ventisette, quindi lei ne ha ventiquattro ora.-Faccio una strana smorfia con la bocca, come era possibile?
-come e' possibile che tua figlia ha 24 anni se tu ne hai 27? -Con una mano si gratta sulla testa,cercando una risposta giusta da dare.
-Bhe, perché a volte succede che le persone come me, non hanno le ali e l'aureola.-
-in che senso, "le persone come me?" non sarai mica-Lacio la frase a meta', gli anegli che non invecchiano e' per una sola ragione.
-un suicida...- sussurrai.
-Gia', stavo molto male, non sapevo piu' come gestirlo e ho fatto una scleta terribile. Le persone come me, cioè, quelli che nella vita non hanno fatto sempre cose buone ma hanno fatto una scelta cosi drastica, gli viene data una seconda possibilta'.-
- mi spiace molto.-
- diciamo che se qui sulla terra riesco a fare qualcosa di buono. Avró ali, aureola, e un anima a posto.-
Annuisco leggermente.
-la cosa buona sarei io?--si. Hanno voluto unire l'utile al dilettevole. La tua punizione e la mia prova.-
-Capisco.-
Mi volto verso le chitarre. Sono delle Fender Mustang, Fender Jaguar. Sono messe in buono stato, anche se sono un po rovinate ai lati.
-suoni?-
-certo.- dice alzandosi e prendendone una.
-Dai fammi sentire qualcosa.-
-Questa si chiama Where did you sleep last night. L'ho scritta qualche anno fa, mi piacciono gli accordi. Spero ti piaccia.-
Si mette la chitarra per tracolla dalla parte destra e suona con la sinistra.
-sei mancino? strano.-
-mancino per scelta.-
Annuisco e lui comincia a suonare.
-My girl,my girl, don't lie to me. Tell me where did you sleep last night.
In the pines, in the pines, where the sun don't ever shine. I would shiver the whole night throught.-
Finisce di suonare e mi guarda con un sorriso, timido.
-Bella, bella davvero! sei un grande, un grande chitarrista e cantante.-
-grazie. Non sei cosi male alla fine.-
-solo che non capisco il testo della canzone. Stavi chiedendo alla ragazza di essere sincera e ditri se ti tradiva? -
-diciamo di si.-
-mh. Non parli di Courtney,vero?-
Si alza dal letto e si avvicina all'armadio rimettendo la foto al suo posto.
-No, non parlavo di lei.-
-oh..okay.-
Dondolo un pó su i piedi e mi guardo in giro,un pó a disagio.
-bhe, la cena sarà pronta fra un ora. Se vuoi farmi compagnia sono in cucina.-
-mh..okay.-
Giró le spalle e stava per uscire dalla camera.
-Ah Kurt,-
-si?-
-grazie di tutto.-
Sorrise prima di lasciare del tutto la camera.L'orologio sul muro segna le 5:40. La lancetta più lunga continua a fare il suo giro. Un giro lungo e continuo. Non riesco a chiudere gli occhi. Ogni volta che ci provo, sento un piacevole e strano dolore alle palpebre. Li chiudo e li riapro, regolarizzandole con il mio respiro. Ci provo anche con i battiti cardiaci, ma altri pensieri mi distraggono. Un formicolio leggero mi sfiora le braccia e il collo.
Fra 2 ore e venti, mi dovrei alzare e conoscere il mio mortale. Il mio battito cardiaco accellera, e il mio respiro si velocizza. Devo calmarmi. Faccio qualche respiro profondo, trattenendo il respiro di tanto in tanto.
Il mio respiro, se solo ce lo avessi. Se solo sapessi cosa signifa respirare, toccare, innamorarmi, sentire il vento sulla pelle o almeno percepirlo. Sentire il dolore del farmi male. Noi angeli non abbiamo questi sensi, ovvero del dolore fisico, o del respiro. Non sentiamo il battito, ma mi aveva sempre affascinato l'idea e ho sempre finto di sentire il mio cuore battere o di respirare. L'unica cosa che sento sono piccole scosse che ho catalogato come dolore, e lo stomaco stringersi, il nervoso.Ieri sera a cena, Kurt sembrava perso nei suoi pensieri. Non avrà nemmeno sentito il sapore del cibo da lui stesso cucinato. I suoi occhi viaggiavano in un buco nero di pensieri. Rimanevano fermi sul bicchiere davanti a lui e non accennavano a spostarsi. Vuoti, tristi, delusi, arrabbiati. Quante emozioni racchiuse in una sola persona.
Mi alzo dal letto e percorro il corridoio senza far rumore. Entro nella sua camera e mi siedo sul bordo del letto. Dorme su un fianco, con il viso rivolto verso di me. I suoi occhi sono chiusi, più tranquilli. I suoi capelli gli ricadono dolcemente sulla fronte,biondi mischiati ad un color castano scuro. Con una mano gli sfioro quella disordinata frangia e lui apre velocemente gli occhi, come spaventato. Quando si accorge che sono solo io, rilassa le spalle e sorride.
-Evie, che ci fai qui?-
-sono agitata..-
-andrà tutto bene. Ci saró io con te, non devi preoccuparti.-
Passo l'unghia del pollice sull'anulare nervosamente.
-Posso stare un pó con te?-
Kurt sorride e si sposta un pó di lato facendomi spazio. Mi ranicchio di lato e chiudo gli occhi. Una mano mi tocca la spalla accarezzandomi.
-Tranquilla Evie, andrà tutto bene.-
Dopodichè niente più, il sonno mi rapisce.
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My Guardian Angel. (IN REVISIONE)
FantasiaOltre le nuvole, oltre lo spazio infinito ci sono loro. Creature divine, leggendarie, dotate di ali bianche come la neve e di un aureola dorata. Gli Angeli. Leggenda o Verità? Esistono realmente? Sono nel cielo o si confondono fra noi comuni mortali...