Capitolo 19

591 42 11
                                    

Addento una mela mentre la metropolitana frena per far scendere la miriade di studenti che ritorna a casa. Guardo sul monitor alla mia sinistra "Kensal Green". Devo scendere.
Metto lo zaino sulle spalle e mi inserisco tra la folla brulicante.
Scendo qualche secondo prima che il mezzo parta e mi dirigo alla mensa della stazione. C'è freddo,non ho ancora mangiato nulla a parte questa mela e ho intenzione di fermarmi qui per qualche minuto.
Sono passati alcuni giorni da quella sera in cui mi sono ubriacata e ho litigato con Liam.
Da allora,l'unico mio pensiero è: come lo dirò ad Harry?
Io e Louis parliamo ore al telefono,ogni giorno,ma nessuno dei due riesce a trarre una buona conclusione dalle nostre lunghe conversazioni. La notte quasi non riesco a dormire,mi sveglio in continuazione perché l'ansia mi divora.
Oggi Harry sta male,per questo ho preso la metropolitana. Non mi è mai piaciuto viaggiare nel "London Underground" da sola ma non ho altra scelta visto che il mio migliore amico mi guarda come se fossi posseduta dal demonio . Dunque non posso chiedere un passaggio a Liam. Mi manca da morire e non so come comportarmi. La mattina lo vedo,accenno un saluto con la mano e lui si volta di spalle. Odio questa situazione.
Ordino una coca cola,delle patatine,e vado a sedermi in un angolino.
Guardo la gente che si muove a destra e a sinistra.
"Loro non hanno problemi",penso.
In questo momento sento come se tutta la sfortuna si trovasse su di me.
Da alcuni giorni non riesco a guardare Harry negli occhi,mi sento in colpa,mi sento triste,mi sento sola. Nessuno può consigliarmi. In questi momenti,vorrei davvero trovarmi un'amica con cui parlare. Ma Scar vive a mille chilometri da me e non posso di certo disturbarla chiamandola ogni santo giorno.
Sapere però,che Louis mi è in un certo senso accanto mi fa stare meglio. Conoscendomi,non ce l'avrei fatta senza la sua presenza.
Sto per finire la mia porzione di patatine fritte quando ricevo un messaggio:
"Sto andando da tuo fratello"
Sulle prime non riesco a realizzare davvero quello che sta per succedere. Poi noto il nome sullo screen: LIAM.
"Santo cielo" Sussurro e lascio cadere il cellulare sul tavolo.
Non so cosa fare. Comincio a tremare e sudare freddo. Il petto si stringe in una morsa e mi guardo attorno,come per cercare aiuto.
Penso "Gli mando un messaggio?" Ma no,non posso. Lo farebbe comunque. E' determinato e cattivo come non lo ho mai visto.
Vorrei odiarlo ma proprio non ci riesco. In fin dei conti ha ragione e mi sta spingendo contro Harry,per fargli sapere la verità. Ricordo a me stessa che molto probabilmente non avrei mai detto ad Harry della mia sorta di storia con Louis. Avrei continuato a vederlo di nascosto,mentendo così all'unico famigliare che mi aveva aiutata,cresciuta e sostenuta in questi fottuti diciassette anni di vita.
Cerco dunque di trovare il lato positivo della cosa anche se il mio cuore sta scoppiando e sento le gambe tremare.
Salgo sulla prima linea che passa diretta a Preston Road,a pochi metri da casa mia e chiamo Louis.
"Pronto?" Risponde.
"Louis,Liam sta andando a casa mia."
"Come?" Urla e quasi lo sente tutta la gente che ho attorno.
"Hai capito bene. Vieni a casa mia. Io sto partendo adesso da Kensal Green."
"Ti vengo a prendere alla stazione. A dopo."
Stacca la chiamata ed io mi sento più tranquilla. Almeno ho Louis con me.
Picchietto il piede per terra mentre guardo a destra e a manca,imprecando e pregando che la metropolitana si sbrighi e arrivi prima che Liam giunga a casa mia.
Dopo qualche minuto che sembra una vita,arrivo a destinazione. Mi infilo tra la folla e riesco a scendere per prima. LA gente mi urla parole poco carine,ma non mi importa.
Di fronte a me,a pochi metri,mi aspetta Louis.
"Ehi!" Corro verso di lui,ho già il fiatone e quasi non mi reggo in piedi. Non avevo ancora programmato il discorso da fare a mio fratello e adesso mi ritrovavo ad un passo dal dirglielo. Tremo,ho paura.
"Ma come ti viene in mente di prendere la metropolitana da sola?" Mi ammonisce Louis.
"Lou,non abbiamo tempo,davvero" Piagnucolo ma non riesco a trattenere un sorriso. Si preoccupa per me.
Sorride anche lui e mi da un dolce bacio sulla fronte.
Chiudo gli occhi e mi godo quel millesimo di secondo di tranquillità e dolcezza.
Dopo di che,corriamo entrambi verso la sua macchina per arrivare in fretta a casa mia.
Louis corre,io sto attaccata al sedile,spaventata e ansiosa. Potrei vomitare da un momento all'altro ma cerco di trattenermi.
Non appena scorgo il viottolo che conduce a casa mia,perdo un battito: Liam è già arrivato.
"Merda." Impreca Louis stringendo forte il volante tra le mani.
Deglutisco e tolgo la cintura di sicurezza: "Tranquillo Louis,andrà tutto bene." Ma c'è una nota di preoccupazione nel mio tono,che tradisce le mie parole.
Mi volto a guardarlo: è bianco come un cencio.
Vorrei stringerlo,abbracciarlo,ma dalla sua espressione capisco che non devo avere un aspetto migliore.
Respiro forte e continuo a guardare Louis.
"Che dici se ci calmiamo un attimo? Tanto il danno è già fatto." Dice Louis,spegnendo la macchina e lasciandosi cadere sul sedile.
Annuisco,incapace di intendere o di volere.
Non riesco ancora a credere che sia arrivato il momento,non riesco a capacitarmi della spavalderia di Liam. Perché doveva essere così arrabbiato?
Perché voleva farmi questo?
"Per il tuo bene" rispondeva una vocina all'interno di me.
E capivo,sapevo che lo faceva per il mio bene. Sapevo che non si fidava di Louis e che era arrabbiato,si sentiva tradito. Ma io continuo ad essere dell'opinione che la mia vita la gestisco come mi pare.
Più guardavo la macchina di Liam,più il mio cuore batteva forte.
Sono capace di mandare avanti una conversazione,in questo stato?
Continuo a ripetermi che ce la posso fare,che ho superato un sacco di ostacoli nella mia vita e che posso superare anche questo.
Improvvisamente divento positiva.
Voglio credere che vada tutto bene,anche se mi è molto difficile.
"Andiamo?" Dico a Louis,appoggiando la mano sulla maniglia dell'auto.
Lui guarda prima la mia mano,con gli occhi spalancati. Poi,si volta verso me,chiude per un attimo gli occhi e sospira.
"Andiamo." Annuisce e scende dalla macchina.
Scendo anche io e,solo non appena appoggio i piedi sull'asfalto mi rendo conto che quasi le mie gambe non reggono.
Mi appoggio un attimo alla macchina e respiro affannosamente.
"Devo calmarmi,cazzo." Impreco.
Louis intanto si attorciglia le mani,nervoso e guarda la porta d'entrata.
Mi incammino verso il viottolo seguita da Louis,convincendomi del fatto che non posso tirarmi indietro ormai. Ho capito che non devo prepararmi nessun discorso. Dirò le prime parole che capitano,e chi vivrà vedrà. In fondo Harry non è così cattivo,non può farmi del male. Lui mi ama ed io lo amo. Un amore fraterno che nessuno può comparare.
Dunque salgo i tre gradini che mi separano dalla porta e appoggio il dito sul campanello.
Guardo Louis prima di premerlo.
"Vai." Mi dice,appoggiando una mano sulla mia spalla.
Annuisco e premo sul campanello.
Ho suonato.
Passa qualche secondo e sento dei passi ciabattare verso la porta.
Il cuore mi batte sempre più forte e ho paura di cadere per terra perché un battito così accelerato,la mia gabbia toracica,non può sopportarlo.
Ed ecco che si apre la porta: Harry.
"C – ciao Harry." Dico in un sussurro.
Lui non risponde. Guarda me,poi Louis.
I suoi occhi verdi sembrano rossi. Ha le mascelle serrate,le labbra chiuse,gli occhi più grandi del normale.
Lo capisco. Anche io nella sua situazione mi sentirei così e avrei avuto la stessa identica reazione,se non peggio.
"Non so se Liam ti ha detto già qualcosa ma,ecco ... noi ..." Decido di continuare a parlare,quel silenzio sta trasformando l'aria fredda in aria gelida.
"Harry,possiamo entrare? Ti dobbiamo parlare,anche se so che hai già mezza idea in mente." Dice Louis,pacato.
Ehi! Un attimo! Dov'è finito il ragazzo ansioso,cadaverico e spaventato?
Lo guardo e lui mi sorride cercando di confortarmi.
Louis è molto bravo a nascondere le sue emozioni.
"Entrate." Dice Harry con la sua voce roca,scostandosi di qualche centimetro per farci passare.
Cerco di non avere nessun contatto con Louis,almeno davanti a lui.
Attraversiamo l'atrio e ci sediamo in salotto.
Liam sta seduto di fronte a me,sorseggia un bicchiere di coca cola e mi guarda.
Ricambio lo sguardo,mostrandogli senza vergogna le mie emozioni: paura,ansia,rabbia nei suoi confronti che in un certo senso mi ha tradita.
Harry chiude la porta e viene a sedersi anche lui di fronte a me. Incrocia le dita e appoggia le mani sulle ginocchia.
Non ho la più pallida idea se Liam abbia iniziato o meno a raccontargli qualcosa,ma dalla sua espressione so che non è contento di vedermi arrivare con Louis.
Louis si siede comodamente sulla poltrona,appoggia un dito sulle labbra e lo fa scorrere su e giù,giù e su.
Lo guardo immobile e non riesco ad evitare di mordermi le labbra.
"Allora,chi comincia a parlare?" Domanda Harry guardandoci ad uno ad uno.
Liam fa spallucce e indica noi con un dito.
"Posso cominciare?" Domanda Louis.
"Sì." Risponde Harry,freddo come il ghiaccio.
"Da cosa comincio?"


Shadows Lighter || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora