Capitolo 22

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Sono passati tre giorni dall'orribile scena tenutasi in casa mia.

Mi sveglio,gli occhi arrossati dalle lacrime la sera prima,le ossa doloranti. Mugolando,mi metto a sedere sul letto. Stropiccio gli occhi con le mani e noto che la felpa con cui dormo,è ancora più grande di quanto non lo era già. Non mangio da tre giorni. Harry mi ha convinta a mangiare un sandwich,ieri pomeriggio. Ma non sa che lo ho vomitato. Non sento Louis da quella sera e questo mi fa male. Si sarà già dimenticato di me? O forse ha troppa paura? Perché non fa qualcosa per me?

Ingenuamente,prendo il cellulare e scorro il dito sopra il blocca schermo: nessun messaggio. Sospiro e lo lancio dalla parte opposta del letto.
Sono stati tre giorni di reclusione. Mi sento come un detenuto,un condannato a morte. Non sono uscita neanche per andare a scuola e non ho rivolto la parola a mio fratello. Due notti fa,l'ho sentito singhiozzare. Perché piange? Quella che sta soffrendo veramente sono io.

Perché vuole decidere sulla mia vita?

Sono domande che continuo a farmi da tre lunghissimi giorni,e la cosa che più mi fa perdere il senno,è sapere che non troverò mai una risposta.

Mi alzo mogiamente dal letto,sono debole e ho dei piccoli giramenti di testa.

La ragione mi dice di mangiare ma il cuore no. Sono come spezzata in due,come se la parte razionale dentro di me mi avesse abbandonata. Non ho la forza di fare nulla. Ho bisogno della mia idea trascendentale che possa guidarmi verso il razionale. Louis.

Ho solo bisogno di lui,di vederlo,di parlargli.

Faccio una doccia calda,corro verso l'armadio e osservo i miei vestiti.

Anche oggi dovrò stare a casa. O no?
Sento dei passi raggiungere il corridoio.
"Bree,sei sveglia?" Mi domanda Harry bussando piano alla porta.

Non rispondo. Serro le labbra e socchiudo gli occhi,rimanendo immobile davanti all'armadio.

"Bree,devi andare a scuola. Hai già fatto tre assenze,se manchi anche oggi dovrò farti un certificato medico. E non voglio andare dal dottore."
Mi dirigo a passi svelti verso la porta e la spalanco: "Non vuoi andare dal dottore perché parlerei della situazione di merda che abbiamo in casa e mi porterebbero dagli assistenti sociali?" urlo.

Harry si acciglia e rimane lì,titubante,davanti alla porta,una mano appoggiata allo stipite.

"E' un dottore non uno psichiatra o roba del genere."
Alzo gli occhi al cielo "Non vuoi che gli altri sappiano cosa sta succedendo. Mi darebbero ragione e ti sentiresti costretto a ..."
"... bando alle ciance, cambiati e scendi a fare colazione." Volta le spalle e scende di corsa le scale.

"Tanto non mangio!" Urlo e rientro in camera mia,sbattendo forte la porta.

Cominciamo male la giornata. Non lo sopporto quando deve avere per forza ragione.

Sospiro,prendo dei jeans,una camicia e mi vesto in fretta. Scelgo le scarpe,mi getto sul letto per allacciarle.

Prendo la cartella,la metto su una spalla e mentre scendo le scale,mi acconcio distrattamente i capelli. Non so che aspetto ho,né voglio saperlo.

"Come ti sei combinata?" Mi domanda Harry,non appena entro in salotto.

Mi siedo sul divano e accavallo le gambe,facendogli capire che non ho intenzione di fare colazione e che lo aspetterò lì.

"Bree,vai a pettinarti."
"Perché dovrei sistemare la mia figura? Non vorrei che un ragazzo si innamorasse di me."
"Che stai dicendo?"

"Se un ragazzo dovesse innamorarsi di me,e poi io di lui,tu mi manderesti a fare una vacanza studio in Africa e mi faresti sentire la sua mancanza. Quindi,evitiamo certi sbagli. Sono abbastanza brutta?" Dico sarcastica e gli faccio un occhiolino.

Shadows Lighter || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora