Happy birthday, Mr Shepherd

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Derek sembrava così dolce e sensibile in quel momento, non era lo stesso di qualche giorno addietro.
Le accarezzava il viso e, se possibile, lo faceva ancora meglio rispetto a quando stavano insieme.
La loro storia, fino a quel periodo, era stata uno di quei cliché hollywoodiani in cui la ragazza si infatuava del tipo con cui era andata a letto così, per gioco.
Però era tutto un cumulo di cose non dette e di pensieri celati. Per esempio, Meredith non sapeva, almeno non fino a quel momento, che Derek fosse nato a dicembre, il 18, per la precisione.
Era del segno zodiacale del Sagittario. Ellis, fin da quando Meredith era piccola, aveva sempre avuto la passione per lo zodiaco e, così, le aveva sempre narrato, essendo anch'ella sagittario, che era un segno imprevedibile, pieno di gioia per le cose nuove.
Da una parte Meredith se ne rallegrava, perché, per lui, anche lei stessa era una conoscenza nuova, ma aveva paura che, dopo qualche tempo, lui potesse conoscere una nuova persona, un'altra donna che lo avrebbe reso più felice di quanto non potesse fare lei.
«Che hai, Meredith?» le aveva chiesto Derek e la ragazza aveva scosso leggermente il capo e aveva cercato di tranquillizzarlo sul fatto che non avesse nulla.
Derek avrebbe voluto baciarla ancora ed ancora, per toglierle ogni dubbio, per farla sentire al centro del suo mondo, ma sapeva che, se glielo avesse detto, Meredith sarebbe scappata via all'istante, come già era successo.
«Eccoci qua» aveva annunciato Amelia entrando nella stanza senza bussare, ovviamente, e trovando Meredith seduta sul letto che finiva di medicargli la ferita sull'addome, «Come si è comportato?».
«Bene» aveva risposto Meredith semplicemente, cercando di illudere le sorelle di Derek che lei fosse solo una sua sottoposta.
«Meredith» aveva esordito Miranda entrando nella stanza, «C'è O'Malley che ti cerca, sembra scosso» aveva annunciato la donna e la ragazza le aveva risposto che sarebbe arrivata immediatamente.
«Meredith?» aveva chiesto Kathleen, una del ramo Shepherd, sorella del suo paziente: suo, più che paziente, dato che stava benissimo.
«Si, è il mio nome» aveva affermato la ragazza con convinzione guardando appena le quattro donne sedute vicino al letto del fratello, «Io vado, tornerò dopo a controllare se sta bene».
«Quando vuole» le aveva risposto maliziosa Amelia e Derek aveva guardato un attimo con disappunto la sorella.
La ragazza era uscita dalla stanza leggermente perplessa dalla reazione delle sorelle di Derek, ma aveva cose più importanti da risolvere.
«George?» aveva chiesto la ragazza recandosi all'ingresso e vedendo il coinquilino si spalle, «È successo qualcosa?» aveva continuato e il ragazzo si era girato guardandola con espressione sconvolta.
«Si» aveva affermato con convinzione, «Tua madre ha cercato di baciarmi più volte, non so più come fare» le aveva detto e Meredith si era messa a ridere.
«Non c'è nulla di divertente» aveva affermato lui piccato, «Ho esaurito le scuse» aveva affermato mesto e Meredith aveva cercato a stento di sopprimere le risate.
«Portala a fare un giro» aveva suggerito la ragazza, «Magari si calmerà» avrebbe voluto aggiungere Speriamo, ma non le sembrava il caso di infierire così sul povero George.
«Senti, Shepherd? Come sta?» aveva chiesto il ragazzo preoccupato.
«L'ho visitato prima, sta bene» aveva affermato la ragazza, ma tant'è vedeva che George era schivo e preoccupato per quella situazione e Meredith si era affrettata a chiedere cosa avesse.
«Sai, l'ho visto accasciarsi a terra dolorante e mi è rimasto impresso» le aveva detto abbassando lentamente lo sguardo.
«Vuoi andarlo a salutare?» aveva chiesto Meredith mettendogli una mano sulla spalla in segno di conforto.
«No» aveva affermato lui flebilmente, «Magari più tardi» aveva detto e, dopo che Meredith gli aveva lasciato un bacio sulla guancia, se ne era andato verso la macchina nella quale Ellis lo aspettava ansiosa.
Nel frattempo, nella camera di Derek, le sorelle avevano scatenato i più terribili commenti riguardanti il fratello.
«Meredith?» aveva chiesto una delle quattro stupita, «Quella Meredith?» aveva continuato alzando ancor di più il tono di voce.
Il suo unico punto debole era di non riuscire a nascondere le cose alle sue sorelle, voleva che loro gli consigliassero al meglio le cose da fare e, così, aveva raccontato loro di quell'avventura notturna la prima sera a Seattle.
«Non c'è solo lei di Meredith» aveva affermato piccato l'uomo, ma le sorelle non gli avevano creduto assolutamente.
«E non ci sei andato a letto solo una volta, ne deduciamo» aveva detto un'altra con tono inquisitorio.
«Oh, per favore» aveva esclamato scocciato l'uomo, «Non avete nulla di meglio da fare?» aveva chiesto retorico, ma le ragazze avevano risposto che no, non avevano nulla di meglio da fare, se non stare lì con lui.
Derek adorava le sue sorelle, erano la cosa più importante che aveva e che aveva sempre avuto, ma, in quel momento, avevano avuto solo il potere di ucciderlo.
Non si vergognava di farsi vedere così preso da una donna, l'unica cosa che gli dava garrirono era che loro volessero sempre mettere il becco in cose che non competeva loro, ma, dopotutto, da bravo fratello maggiore, sopportava anche quello.
La cosa che non aveva mai capito del rapporto con loro, però, era che, se lui provava a prenderle in giro su quel fronte, loro si offendevano e non gli parlavamo fino a che non chiedeva ripetutamente scusa, mentre quelle quattro pazze potevamo avere la meglio su di lui in qualunque momento.
«Vi prego, basta» aveva affermato scocciato, una volta che, giratosi verso di loro, aveva notato che le donne lo stavano guardando.
Così, preso dalla disperazione, aveva allungato il braccio che non conteneva la flebo verso il telefono e aveva fatto squillare il cerca persone di Meredith, del quale conosceva a memoria il numero.
La ragazza, quando aveva sentito la chiamata da parte della stanza di Derek, era con Cristina nell'atrio che le raccontava della sua esperienza nella stanza di Derek, con annessi e connessi baci.
«Oddio, è la sua stanza» aveva affermato presa dal panico e si era messa a correre per l'ospedale investendo, nella corsa, almeno due infermieri.
«Che è successo?» era entrata nella stanza e aveva visto Derek completamente in salute con ancora la mano sul telefono.
«Mandale via» aveva chiesto implorante Derek e Meredith aveva sbuffato fuori tutta la sua frustrazione.
Si era avvicinata al suo letto e l'aveva visitato, come per volersi togliere da un remoto dubbio che lui si sentisse davvero male.
«Sto bene» aveva affermato con convinzione levandole lo stetoscopio dalle orecchie.
«Questo lo lasci decidere a me» aveva detto Meredith con tono di rimprovero e lui si era accasciato sui cuscini con fare disperato.
«Ti sta bene, Derek, ti avevamo detto di non chiamarla, che non era necessario farla preoccupare» aveva affermato Amelia con superiorità.
«Ti sei spaventata?» aveva chiesto lui in un sussurro a Meredith e lei lo aveva guardato male, il che valeva tutta una sua risposta affermativa.
«La prossima volta» aveva detto Meredith in tono solenne, rivolgendosi alle sorelle, «Chiamatemi voi solo quando è lì per spirare l'ultimo respiro» aveva continuato fulminando Derek con lo sguardo.
«Dai, Meredith» aveva affermato lui trattenendola per un braccio, come a cercare di scusarsi per ciò che aveva fatto, ma la ragazza si era scollata di dosso la sua mano e si era allontanata.
«Due infermieri ho travolto per evitare che venissi incolpata di aver lasciato morire il famoso neurochirurgo Derek Shepherd, due» aveva ribadito Meredith in tono secco ormai sulla soglia della porta, «La prossima volta, se mi fa ancora uno scherzo del genere, sappia che sarò io quella col coltello» gli aveva puntato un dito contro minacciosa e lui si era trattenuto dal non ridere.
«Portami qualcosa da fare, allora, ti prego» le aveva chiesto lui assillante e Meredith aveva roteato gli occhi in segno di impazienza. Aveva ragione la dottoressa Bailey, era il paziente più difficile da governare che avesse mai avuto.
«Vuole qualcosa da fare?» aveva chiesto lei sarcastica vedendolo annuire, «Chiuda gli occhi e immagini che la coltellata gliel'abbia tirata io, così si rende conto di quanto posso essere pericolosa e la prossima volta che mi vede se lo ricorda» aveva concluso la ragazza, cercando di mordersi l'interno della guancia per non ridere e si era chiusa la porta alle spalle.
«E comunque non mi avete fatto nemmeno la festa di compleanno» aveva urlato l'uomo da dietro la porta e Meredith, sentendo, l'aveva riaperta di scatto, con un sorriso sghembo sulle labbra.
«Ma che festa vuole?» aveva chiesto lei in un sussurro scocciato, tornando immediatamente seria, «Streep club, non si può. Torte non ne può mangiare, casi non ne può risolvere» aveva affermato lei con convinzione e Derek, non riuscendo più a trattenersi, era scoppiato a ridere fino alle lacrime.
«Almeno la candelina» aveva detto lui con un tono da eterno bambino e Meredith aveva ridacchiato leggermente.
«No» aveva affermato lei con convinzione, «Altrimenti prende fuoco» aveva detto lei alzando un sopracciglio, in modo da accentuare la sua teoria, e Derek le aveva sorriso.
Meredith si era congedata ed era tornata alle sue cartelle, fino a che, con gli altri membri del corpo medico, avevano cercato di racimolare candelina e torta.
Con la complicità delle sorelle, alle otto in punto, erano entrati nella sua stanza e avevano iniziato a cantargli la canzone tipica degli auguri di buon compleanno.
La sua torta era coperta da un panno e, mentre Meredith portava la candelina, Burke spingeva uno di quei carrelli per le emergenze sul quale doveva esserci il suo dolce.
«Esprimi un desiderio» gli aveva detto Mark e Meredith gli aveva messo davanti la candelina.
«Non recondito, per favore» aveva detto Amelia maliziosa e lui le aveva lanciato un'occhiataccia e tutti gli altri si erano messi a ridere.
«Sicuro di riuscire a soffiare?» gli aveva chiesto sarcastico Burke e l'uomo aveva dimostrato che poteva tranquillamente soffiare una candelina blu.
Avevano tolto il panno dal carrello e, come torta, gli era stata regalata una flebo di soluzione glucosata.
Si era messo a ridacchiare e aveva chiesto di chi fosse stata l'idea, ma aveva capito anche che era stata Meredith ad organizzare tutto e, la stessa Meredith a mettergliela su, facendogli l'occhiolino impercettibilmente.
Il più bel compleanno della sua vita, nonostante le circostanze, ma l'aveva organizzato Meredith e, per questo, doveva essere grato a lei, solo a lei.

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