Come Napoleone

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Meredith era rimasta un attimo pietrificata da quelle parole: non si aspettava di certo che lui ribadisse un concetto tanto profondo, quale quello di volerle stare accanto.
Era una bella sfida per Derek dire cose del genere ad una sua conquista perché, in fondo, l'uomo non aveva mai provato altro che sesso nei confronti delle donne con cui si intratteneva di solito.
Forse non avrebbe avuto mai più l'occasione di ribadirle perché era tutto nelle mani di Meredith, ma sapeva che, in quel momento, più che mai, erano vere.
«Derek, io...» aveva provato a dire la ragazza, ma aveva capito che non servivano le parole, non in quel momento.
Così, prendendolo di sorpresa, lo aveva abbracciato e lo aveva tenuto stretto contro il suo corpo per un paio di minuti.
Derek ne era alquanto sorpreso, sapeva della sua difficoltà ad esprimere i sentimenti, perciò,  si era preso qualche attimo per capire cosa stesse succedendo e, dopo poco, aveva ricambiato il suo abbraccio.
«Anch'io voglio averti al mio fianco sempre, Derek» aveva sussurrato la ragazza e l'uomo aveva sorriso sui suoi capelli.
Waterloo. Perché una battaglia così famosa gli ricordasse Meredith?
Forse perché la ragazza aveva la sola capacità di portarlo dell'estasi all'oblio in una maniera così terribilmente veloce tale che nemmeno lui sapeva più dove si trovasse.
Aveva perso nuovamente la sua capacità di dirle di no, aveva perso il controllo del suo corpo perché quel fottutissimo balsamo alla lavanda lo mandava in estasi, come se fosse chissà cosa.
Il suo profumo fruttato, i suoi capelli che profumavano di fiori, il suo essere così prepotente ed irriverente per certe cose, ma erano tutte cose che, nonostante fossero da detestare -anche per la quantità di profumi che aveva addosso- lui le amava e lo faceva ogni giorno di più.
Però, in quel momento, non poteva abbassare subito le difese, non doveva farsi vedere così fragile da lei e, soprattutto, non doveva mettere in luce il fatto che Meredith avesse, nelle sue mani, tutto il potere necessario a metterlo in confusione.
Non era quello il momento, se, come diceva, lo voleva al suo fianco sempre, avrebbero avuto il tempo necessario per conoscersi bene e per poter fare un passo alla volta, un passo che, magari, avrebbe portato ad una futura convivenza.
«Andiamo, piccola, ti accompagno a casa» le aveva sussurrato lui staccandosi leggermente da lei per poterle accarezzare il collo con entrambe le mani.
«Ma io non voglio andare a casa» aveva protestato la ragazza, come fosse una bambina capricciosa, «Voglio stare qui con te» gli aveva confessato in un sussurro dolce, fissandogli le labbra con desiderio.
Derek, per un attimo, aveva ricambiato lo sguardo, con uno altrettanto insistente alle labbra di lei, ma quando, in un barlume di lucidità, aveva fatto una breve somma di ciò che sarebbe accaduto di lì a pochi minuti, si era ritratto e, come risultato, le aveva accarezzato leggermente il braccio facendo un sorriso tirato.
Meredith si era risentita del suo comportamento, non sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, non sapeva che cosa avrebbe dovuto fare per farlo tornare il Derek di sempre e, così, nel dubbio, era rimasta immobile in mezzo al prato.
«Che c'è? Andiamo?» le aveva chiuso lui in un sussurro e la ragazza si era seduta sul prato umido della brina serale.
«No» aveva sussurrato lei in tono lievissimo, convinta che Derek non sarebbe riuscita nemmeno a sentirlo.
«Meredith, ascolta» le aveva detto l'uomo sedendosi anch'egli sul prato, «Ho paura, ho talmente tanta paura di perderti che mi tiro indietro e preferisco ricominciare tutto da capo» aveva detto l'uomo in tono frustrato come a rimproverarsi delle sue paure.
«La prima volta abbiamo iniziato facendo sesso» aveva risposto lei piccata, come a non capire il motivo del suo distacco.
«Ed è questo il punto, Meredith» le aveva detto lui, ma la ragazza aveva ritratto le mani e se le era portate sul grembo, «Io non voglio il sesso, io voglio l'amore. Voglio quell'amore che ti fa perdere il fiato, quello che ti fa desiderare di stare sempre con la persona amata, non voglio solo una scopata, due, tre o quante vogliamo, perché sono sicuro che non sarebbe più come prima, perché il sentimento ci coinvolge. Io voglio aspettare e, lo so, costerà caro, a me specialmente perché come ti vedo mi sento un fuoco dentro che solo quando sono dentro di te si spegne, per poi fomentare ancora quando ti vedo nuda e accaldata al mio fianco. Costerà docce fredde e tanta pazienza, ma io non voglio perdere la Meredith che ho conosciuto poco tempo fa e la voglio mia, mia per sempre» aveva spiegato lui e Meredith si era riscoperta nuovamente innamorata delle sue parole.
Perché per Meredith era così, bastava una goccia a far traboccare il vaso e a farli litigare, ma bastava anche una parola dolce che lei si scioglieva come neve al sole, diventava argilla fa le sue mani, pronta ad essere modellata in tutte le sue sfaccettature.
«Derek, scusami, io non l'avevo capito prima. Ammetto di essere stata una stronza in questo periodo, ammetto di non essere stata la donna che meritavi al tuo fianco» aveva detto Meredith in un sussurro e l'uomo aveva cercato di bloccare il suo flusso di parole, ma non vi era riuscito.
Meredith parlava, parole sconnesse e altre con più senso, si metteva di fronte alla consapevolezza della sua grandissima infatuazione per lui. Non sapeva ancora se era amore, non voleva illuderlo, perciò cercava di mantenere un profilo basso e schietto.
Però, Derek era lì, la guardava con i suoi occhi irlandesi e lei non aveva più resistito, impossibile resistere a cotanto fascino, impossibile resistere al suo sorriso così dolce e comprensivo, impossibile.
«Io credo di amarti, Derek» aveva sussurrato in un attimo di debolezza dovuta alla visione di Derek illuminato dalla luce della luna, «Però, ancora, mi chiedo come tu possa stare dietro a me, Derek Shepherd» aveva detto un attimo prima di rimettersi in piedi e, vedendo che lo sguardo di Derek era perso nel bosco, aveva iniziato a camminare verso la macchina.
«Perché credo di amarti anch'io, Meredith Grey» le aveva detto una volta rimessosi in piedi e, a passi lunghi, l'aveva raggiunta schiacciandola contro la macchina della ragazza.
«Come hai detto, scusa?» gli aveva detto Meredith guardandolo con occhi colmi di lacrime di commozione, anche se stava cerca di in tutti i modi di nasconderla.
«Credo di essermi perdutamente ed irrimediabilmente innamorato di te, Meredith» aveva ribattuto lui in un sussurro sommesso, «Ormai lo credo possibile perché non c'è nulla che mi dia fastidio di te: odio le persone che mentono e, chiunque lo faccia, con me ha chiuso, eppure io sono ancora qui. Odio le persone che mi perdono in giro, quelle che mi usano e quelle che cercano di schernire il mio mestiere davanti ai miei colleghi. Sono tutte cose che tu hai fatto, tutte cose per cui avrei dovuto odiarti e tenerti fuori dalla mia vita, però sono qui, davanti a te, a dirtele. Per dirti, in qualche modo, che non c'è nulla che mi dia fastidio di ciò che ti riguarda, perché amo le cose che dovrei odiare, le cose che dovrei detestare, fanno parte di te e io le...ti odio, Meredith» le aveva detto in tono secco, ma sapeva che stava a significare tutta un'altra cosa.
«Ti odio anch'io» aveva detto lei sorridendo dolcemente e, per la prima volta in quella serata, si era protratta verso di lui e l'aveva baciato, senza che lui se l'aspettasse.
«Non voglio perdermi in te» le aveva detto Derek andante di baci, ma la ragazza aveva continuato a baciargli le labbra con enorme passione.
«Non lo farai» aveva continuato la ragazza e, poco dopo, si era staccata dalle sue labbra spingendolo dolcemente per il petto verso il muro della villa.
«Che significa?» aveva chiesto l'uomo, non capendo il perché di quell'allontanamento improvviso.
«Buonanotte, Derek» aveva detto Meredith dandogli un ultimo bacio a stampo, per poi dirigersi verso la sua auto e, con un gesto della mano, salutarlo dal finestrino.
Derek aveva appoggiato la testa al muro della villa, non riusciva a capire come Meredith potesse essere una donna tanto imprevedibile, così sensuale e...così Meredith.
Non trovava nemmeno gli aggettivi per descriverla, era semplicemente -ma poi nemmeno tanto- Meredith.
Era complicata, era così imprevedibile, eppure era così speciale, così vera. La donna adatta per lui, aveva sempre pensato, che sarebbe stata in grado di fargli fare cose che non aveva mai fatto, che lo avrebbe amato sempre, ma che non lo avrebbe mai messo in luce.

Buonanotte Derek. Passa una buona serata. Io sono a casa, non preoccuparti, a domani,
Meredith

Così gli aveva scritto la ragazza e l'uomo, ricacciando il telefono in tasca dopo averle ricambiato l'augurio di una serena notte, si era messo a guardare le stelle che lo sovrastavano, forse cercando di sentire un consiglio da parte del padre.
L'indomani mattina, Meredith si era svegliata presto e, facendo pressione ai coinquilini in modo che si sbrigassero a prepararsi, era arrivata al lavoro in anticipo.
«Meredith, il capo vuole parlarti» le aveva detto la Bailey, dopo che la ragazza si era cambiata e, timorosa, si era recata nell'ufficio di Richard, nel quale, una volta entrata, aveva trovato Derek. Sarebbe stata un'altra ramanzina?

Fifty Shades Of Seattle Grace HospitalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora