-Shiho ascoltami!
-Lasciami, Shinichi.
-Ti prego! Se non vuoi sentire le mie scuse, almeno fatti aiutare! Tu non stai bene! Sei pallida, hai le occhiaie e per di più rigetti appena ingerisci qualcosa!
La ragazza si girò verso di lui. Altri tre giorni passati con le mani in mano, e loro avevano litigato. Shiho non lo dava a vedere, ma era frustrata, si capiva. Era stanca dell'Organizzazione, ed ora che finalmente sembrava andare tutto bene, sia la sua mente ed il suo corpo non rispondevano più. Shinichi non cercava di aiutarla, anzi. A volte lo vedeva con il cellulare regalatogli da Sarah, con una foto di Ran sul display. Quello era un giorno di quelli, dopo che era stato rilasciato dall'ospedale e che un altro orribile mese era passato. Entrò, siccome ormai era sua coinquilina, mentre la neve ricopriva il vialetto, e lo aveva trovato a guardare la foto della defunta. Shiho lasciò cadere la busta della spesa, con le lacrime agli occhi. Aveva cercato di riavere la sua maschera fredda, e c'era riuscita, fino a quel giorno. Però, anche lei non ce la faceva più. Quello era il culmine. Shinichi si girò a guardarla di scatto, mentre dalla busta usciva dell'olio, evidentemente contenuto in qualche barattolo andato in frantumi.
-Io lo sapevo.- Si limitò a dire Shiho, in lacrime, salendo le scale- Io lo sapevo di essere solo la sostituta.
-No Shiho... Non è come pensi... E' solo che non c'è niente di male nel ricordare un defunto.
-Ricordati anche di me.- Si limitò a dire- Ricordati della ragazza che ti ha amato in disparte, che ha vissuto delle agonie in silenzio, che ti ha aiutato a ferirsi. Io ti amavo mentre tu mi uccidevi.
Detto questo, si chiuse nella camera di Sarah. Shinichi non aveva tolto nulla, ma non ci entrava mai. Ora che si sentiva in colpa, cercava sempre di evitare la porta chiusa. Quello era il suo posto preferito, pensò Shiho. Lui non lo sapeva, ma lei di notte andava li a piangere, perché voleva tanto un'amica sincera, che la capisse. Nemmeno Ayumi o Kazuha potevano fare qualcosa. E poi, Ayumi aveva altre cose a cui pensare. Nonostante Mitsuhiko si fosse svegliato una settimana dopo l'incidente. Voleva solo che tornasse tutto come prima. Quando aveva cinque anni, e giocava con la sorella, prima di essere strappata via dalla sua vita per colpa dell'Organizzazione. Perché Shinichi sarebbe sempre rimasto legato a Ran. Sempre. Era rimasta in quella casa per impedire che il ragazzo facesse altre pazzie. Alla fine, si alzò, andò nella camera che aveva preso e sistemò la sua roba nella valigia.
-Io torno a casa dal dottore- Rispose semplicemente quando Shinichi si alzò prendendole il polso.
-Perché?- Si limitò a rispondere lui
-Credo sia meglio se tagliamo i ponti. Tu ami Ran, ed io non voglio essere la sua sostituta. Mi da gli incubi anche dall'oltretomba.
-Mi vuoi lasciare?
-Sei tu che hai lasciato me. Ero solo un passatempo. Quella notte non ha significato niente, per te.
-E per te?
Shiho non rispose. Dopo un po', prese un respiro profondo, e disse:- Io credevo di essere libera. Di vivere, finalmente. Ma a quanto pare è destino che tu non faccia parte della mia vita. Ora che posso decidere da sola. Prima facevo tutto quello che volevi, siccome ero in debito con te, ma ormai l'antidoto ce l'hai.
-IO TI PROIBISCO DI ANDARTENE, SHIHO!- Urlò Shinichi.
Lei si voltò a guardarlo:- Primo, sono ad un passo da casa. Secondo, non puoi farmi niente. Io non dipendo da te! Sono anche di un anno più grande di te!
-Abbiamo entrambi diciotto anni!
Shiho rise:- No. Io ho compiuto diciannove anni quel giorno. Hai presente? Quello dove mi avevi promesso che saremmo andati al museo. Quello dove Ran è morta.
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Uniti dal Fato. (Conanx Ai/ShinxShiho fanfiction)
FanficAi Haibara, ha recentemente trovato l'antidoto per far tornare lei e Conan diciassettenni e diciottenni, ma lo butta nel lago. Da quel momento, è sempre piena di incubi, dove non fa altro che sognare la morte del suo amato. Quando poi lo trova con u...