34 - Passaggi segreti

735 73 9
                                    

-Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso- ripetè Nico, -E chi sarebbero questi tizi?-
Zak per tutta risposta fece le spallucce.
Presi in mano il foglio, che ora aveva su di esso accurati disegni che riprendevano tutta la scuola; inoltre si vedevano impronte di passi che si muovevano, e sotto ogni scia il nome di coloro che la lasciavano.
Severus Piton...
Minerva McGranitt...
Albus Silente...
Quirinus Raptor...
E molti altri nomi in cui riconobbi i miei, ormai ex, professori. Erano gli unici a muoversi nel castello, mentre tutti gli studenti erano rigorosamente chiusi nei dormitori. 'Che strano' pensai. 'Eppure è orario di lezione'. E poi rimanevano ancora quelle strane statue all'ingresso a rendere più misteriosa la cosa.
-Dove l'hai trovata?- chiesi.
Zak sbuffò. -Era nello studio di Gazza-.
-E cosa ci facevi nello studio di Gazza?- chiese Erica inarcando un sopracciglio.
-Ero in punizione- disse lui semplicemente. -Mi stavo esercitando nel ruolo di battitore, il bolide è arrivato e io PUM! L'ho colpito talmente forte che ha spaccato una finestra, finendo dritto in testa a Gazza. Tre punti di sutura- disse con una punta di orgoglio. -Forte eh?-.
-Fortissimo...- mugugnò la Tassorosso.
-Cosa sono questi?- chiesi indicando parti del castello che non avevo mai visto prima.
A Zak si illuminarono gli occhi. -La cosa più bella! Sono i passaggi segreti della scuola!-.
-E immagino che tu, da bravo studente Corvonero, non li abbia mai usati- disse Scarlett.
Lui arrossì imbarazzato. -Emh...- balbettò, -Diciamo che se l'ho fatto era per una buona, buonissima causa- ribattè in modo non molto convincente.
-Non ci importa ora- dissi, -Qual'è il passaggio più vicino a noi ora?-.
Zak tastò le pareti del castello vicino a noi, finché non trovò un mattone in rientranza, e lo premette. Nel muro comparve un buco buio, che permetteva di passare all'interno. -Et voilà- disse Zak, -Prego, prima le signore-.
Entrammo tutti in fila indiana e piegando un po' la schiena, dato che il passaggio era troppo basso, e scoprimmo che andava sempre abbassandosi, e in poco tempo ci ritrovammo a gattoni.
-Ragazzi- disse Gil, -Non vorrei allarmarvi, ma sono claustrofobico-.
-Tranquillo, non ci allarmiamo, noi stiamo bene.- disse Vincent con sarcasmo. Gil lo guardò in cagnesco.
Senza neanche accorgercene arrivammo dentro. Il passaggio finiva dietro un quadro, e per uscire lo spostammo.
-Soffro di mal d'alzamento- si lamentò l'ospite del quadro, -Rimettetemi giù-. Lo rimettemmo a posto senza troppi problemi.
-Bene. Siamo entrati. Che facciamo?- chiese Pablo.
-I professori erano tutti in giro- spiegai, -E poi quelle statue...qui tutti sanno cosa sta per succedere. Non so come, ma lo sanno. Dobbiamo...-
Crash!
Un vetro si infranse alle nostre spalle. Ci girammo, il Professor Piton era lì, e aveva lasciato cadere la fiala a terra, facendo spargere intorno uno strano liquido.
-Cosa. Ci. Fate. Voi. Qui- sillabò il Professore, che era sbiancato in viso.
Soffermò lo sguardo sul tatuaggio di Scarlett, e la sua mano sinistra scattò come di impulso sul suo avambraccio destro.
-Come...- mormorò, impallidendo ancora di più.
-Sembra un vampiro, professore- riuscì a dire Zak con una punta di sfacciataggine.
-Non osi rivolgersi a me con quel tono, signor Mephisto- disse il Professore con tono freddo.
-Non lo ripeterò un'altra volta. Cosa ci fate qui?-.
-Blake. Sappiamo che siete al corrente di quello che sta per fare. Sta per arrivare al compimento dei suoi diciotto anni. Sarà domani, e i suoi poteri si faranno più forti. Vuole sottomettere i maghi non è così? Non vi considera veri maghi. Vuole togliervi i poteri. O uccidervi.- corrugai la fronte, -Non è così?...-.
Tutti mi fissavano a bocca aperta. Professore compreso. Anche io l'avrei fatto; mi sarei sdoppiata e avrei fissato me stessa a occhi sgranati. Neanche io credevo di sapere quello che avevo detto, ma sapevo che era vero. Il giorno seguente sarebbe stato il compleanno di Blake, il suo diciottesimo compleanno. È ai diciotto anni che si raggiunge appieno il controllo dei poteri.
Riflettei.
Eppure anche per me sarebbe stata la stessa cosa. Io ero nata il suo stesso giorno, per questo da piccoli ci scambiavano per fratelli gemelli, anche se eravamo completamente diversi. Questo, però, non lo avevo mai detto a nessuno...
-Come facevi a...- sussurrò Mark.
-Non lo so- lo interruppi io, -Ti prego, non chiedermelo.-
Piton sembrava scosso, ma si riprese in fretta. -Con me, dal Preside- si limitò a sibilare.
E lo seguimmo, tra i corridoi del castello...

Una maga specialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora