Beautiful

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Ogni giorno è così meraviglioso
E all'improvviso, è difficile respirare
Ogni tanto, divento insicura
Per colpa di tutta la mia fama,
mi vergogno così tanto

Sono bellissima non importa quello che dicono
Le parole non possono abbattermi
Sono bellissima da ogni punto di vista
Sì, le parole non possono abbattermi
Per cui non fatemi abbattere oggi

tu sei delirante, per tutti i tuoi amici,
Così consumato in tutta la tua rovina
Provando insistentemente a riempire il vuoto
Il pezzo è sparito e il puzzle è incompleto
E' così cha va...

Non importa quello che facciamo
Non importa quello che dicono
Noi siamo la canzone in questa tonalità
Piena di bellissimi sbagli
E in qualsiasi posto andiamo
Il sole splenderà sempre
E domani ci potremmo svegliare
dall'altra parte, anche per sempre.

Siamo bellissimi non importa quello che dicono
Sì, le parole non possono abbatterci
Siamo bellissimi non importa quello che dicono
Sì, le parole non possono abbatterci
Non fatemi abbattere oggi

Non fatemi abbattere oggi
Non fatemi abbattere oggi.
Beautiful- Christina Aguilera
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《Vivienne...》
La zia Karen mi accarezzò i capelli ma non le diedi retta. Se non fosse stato per il caldo mi sarei messa sotto le coperte.
《Perché non ci dici che ti succede? Tuo padre è preoccupato.》
Feci spallucce, restando con la testa sul cuscino. Non volevo fare niente. Anche Nathan si era stancato di me, adesso usciva con i suoi amici e non mi calcolava più. Ero piccola, si vergognava di me.
《È estate, ti va se andiamo al lago? Su, mettiti il costume-》
《No!》 Gridai. Non poteva costringermi, giusto?
《Perché?》
《Non voglio.》
《Questa estate non sei uscita di casa.》
《Non mi va, zia.》
《Ho capito, stai crescendo e sei arrabbiata con il mondo.》
No! Vattene. Voglio restare da sola.
《Puoi... puoi andartene per favore? Ho sonno.》
《Furbacchiona, non ti sei alzata da questo letto da quando sei sveglia.》
Sbuffai. Sapevo che la zia voleva solo accertarsi che stessi bene ma era rompiscatole.
《Che ne dici dello shopping?》
No! No! No!
《Poi potremmo fare colazione da Betsy. Adori la sua torta al cioccolato.》
Non voglio mangiare.
《Andiamo, Vivienne, il sole e l'aria fresca ti faranno bene. Prenderai un po' di colore, sei pallida.》
I miei schifossissimi capelli arancioni non bastano?
《Okay.》 Non volevo farla star male.

《Finalmente!》 Esclamò papà, appena mi vide scendere le scale.
《Iniziavo a pensare che avrei dovuto usare la forza per sradicati dal letto.》
《Lasciala stare, Rich. È di cattivo umore.》
《È di cattivo umore da tre mesi!》 Rise. Buttò il giornale sul tavolinetto di fronte al divano ed tornò a guardare la televisione. La zia gli diede una pacca sulla spalla.
《Andiamo?》 Chiesi.
《Vuoi uscire così? La t-shirt di Nate è troppo grande per te e c'è troppo caldo per i jeans.》
《Perché non posso vestirmi come mi pare?》
Perché dovevano decidere tutti per me? La maglietta era larga, comoda, mi faceva sentire al sicuro.
《Okay, okay, stai tranquilla tesoro. Richard, ci vediamo dopo.》
《Ehi, figlia ingrata, vieni a dare il buongiorno al tuo adorato padre.》
Repressi un sorriso e corsi da lui. Papà riusciva a farmi ridere. Gli diedi un bacio sulla bocca e raggiunsi la zia.

Stavo per vomitare. Zia Karen non faceva altro che scegliere dei vestiti che non mi piacevano. Volevo mettere pantaloni e maglie larghe, invece lei prendeva gonne e vestiti. Li detestavo.
Mi buttò un mucchio di cose sulle braccia.
《Vai in camerino.》
《Zia...》
《Non fare la testona. Dobbiamo rinnovare il tuo armadio, sei cresciuta.》
No, mi servono vestiti nuovi perché sono grassa e orribile.
Sospirai. Da quando zio Jason era morto, la zia era strana, non le dicevo no se la rendeva triste.
Odiavo gli specchi. Quando potevo li evitavo. Mi facevano vedere com'ero in realtà. Le mie compagne di classe erano magre mentre io...
《Viv, come va?》
Ritirai la pancia mentre tentavo di agganciare il bottone della gonna. Volevo piangere, chiudermi in camera e non uscire più.
《Voglio andare a casa...》
Per favore, portami a casa.
Dopo un po' la zia si stancò di aspettare, quando aprì la tendina mi trovò in un angolo con la testa fra le gambe.
《Piccola, cosa c'è che non va?》 La sentii sedersi accanto a me, ma non la guardai. Mi vergognavo. Poi iniziò ad accarezzarmi i capelli.
《Vuoi sapere un segreto?》 Domandò. Annuii.
《Certe volte ringrazio il Cielo di aver avuto un maschio e non una femmina. Non ci vuole molto a capire i maschi. Però ora ci sei tu e io non faccio che preoccuparmi per te; mi piace credere che in piccola parte tu sia mia. Sei intelligente, furba, e tendi a nascondere ciò che ti fa male per non impensierire Richard. Per favore Vivienne, prova a spiegarmi cosa ti passa per la testa.》
Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
《Sono brutta...》
《Cosa?》
《Sono grassa! Non mi sta niente. Anche Nathan non vuole più stare con me.》
Aveva un nuovo migliore amico e passava tutto il tempo con lui.
《Per questo tutta l'estate ti sei comportata in modo strano?》
Tirai su col naso e annuii.
《Dio, Vivienne. Nathan ti vuole bene ma crede di dover stare coi ragazzini della sua età.》
Non capiva! 《No. È perché ho le cosce grosse e i fianchi larghi, somiglio a una carota e sono bassa. Voglio andare a casa. Ora!》
《E come pensi di fare quando inizierà la scuola? Ti chiuderai in casa o metterai in vestiti di Nate?》
《Posso studiare a casa?》
《No, Vivienne. Su alzati.》
Mi tirò in piedi con la forza e mi posizionò davanti allo specchio.
《Guardati.》
No!
《Anch'io sono una donna, sai? E ti assicuro che le paranoie sul mio corpo non sono sparite con l'età, eppure crescendo è più facile accettarsi.
Non sei grassa, Vivienne, il tuo corpo si è formato prima delle tue compagne. Desideri i loro fianchi ma loro vogliono un seno come il tuo. L'erba del vicino è sempre più verde.》
《Che significa?》
《Che noi ragazze dobbiamo trovare sempre qualcosa che non va. Non dovresti vergognarti. Alla tua età avrei fatto carte false solo per avere un accenno di forme, ero una tavola.》
Mi scappò una risata.
《Sei bella, Pulce, tra qualche anno ancor di più e i ragazzi non faranno altro che correrti dietro. Richard sarà costretto a tenerli a bada.》
Bugia! E poi non volevo nessun maschio.
《Ora se ti fidi di me, ti insegnerò qualche trucchetto. Se non puoi sconfiggere il nemico devi allearti con lui.》
《Eh?》
Continuò a ridere. 《Vuol dire che coprirti con vestiti sformati darà davvero l'impressione che sei grassa. Devi valorizzare tutto.》
Adesso sono io che non comprendo.
《Non fissarmi come se fossi matta, Vivienne!》
Sorrisi mentre correva fuori. Ero certa che mi avrebbe portato qualcos'altro da provare.

《Allora, sei felice?》 Domandò.
《Sì, grazie zia.》 Bevvi un sorso di succo d'arancia. Mi scompigliò i capelli e sorrise.
《E la prossima volta che ti metti in testa di mangiare poco, giuro che lo dirò a tuo padre.》
Abbassai lo sguardo, imbarazzata e finsi di guardare Joyce che girava tra i tavoli.
《Se proprio vuoi, elimina qualche schifezza di tanto in tanto ma devi nutrirti in modo corretto.》
《Lo farò.》
《Brava, così ti voglio.》
《Non lo dirai a papà, vero?》
Scosse il capo. 《No, stai tranquilla, ma quando hai un problema e non vuoi discuterne con Richard, vieni da me.》
《Grazie zia. E secondo te Nathan vuole più bene a Simon che a me?》
《No, rimarrai sempre tu la sua migliore amica. Tra qualche mese, quando compirai quattordici anni, ti permetterà di uscire con lui e tutto tornerà come prima.》
Ero contenta e diedi un grande morso al mio muffin. Il cellulare della zia iniziò a squillare e lei si illuminò appena vide lo schermo.
《È Harry!》
Il cattivo umore tornò subito. Harry e io non eravamo più amici. Quando chiamava papà, non gli chiedeva più di parlare con me e durante le vacanze passava il tempo con le ragazze che portava con sé. Forse come Nate, mi considerava troppo piccola. Mi trattava come fossi stupida.
Bé a me non importa. Se io sono troppo piccola per essere sua amica, lui è troppo vecchio per essere il mio.
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Oh le ragazze... ci sarebbe da scrivere un libro.
Il vostro complesso più grande? Cosa non vi piace di voi?
Io faccio prima a dirvi cosa mi piace di me: le labbra, i denti, le tette hahahahhahaha
Alla prossima.

Mignoli |Fil rouge h.s #0.5|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora