Madness

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Lù il capitolo va a te e al fatto che ascolti i Muse!!


f-f-f-f-f-folle-folle-folle
f-f-f-f-f-folle-folle-folle
f-f-f-f-f-folle-folle-folle
f-f-f-f-f-folle-folle-folle
Io, io non riesco a tener fuori questi ricordi dalla mia mente
È una specie di follia, ha iniziato ad evolversi
Io, io ho provato arduamente a lasciarti andare
Ma questa specie di follia mi sta inghiottendo interamente
Ho finalmente visto la luce
Ed ho finalmente capito
Cosa volevi dire
Oooh hahaha ouhouhouhou
E so, ho bisogno di sapere, è questo il vero amore?
O è solo la folliache ci tiene a galla
Ma quando ripenso a tutte le lotte pazze che abbiamo passato
È come una specie di follia, stava prendendo il controllo
Ed ora che ho finalmente visto la luce
Ed ho finalmente capito
Quello che ti serve
f-f-f-f-f-fh
f-f-f-f-f-folle-folle-folle
f-f-f-f-f-folle-folle-folle
E so di aver finalmente visto la fine (finalmente visto la fine)
E non mi aspetto che tu ti preoccupi (aspettando che tu ti preoccupi)
Ed ho finalmente visto la luce (finalmente visto la luce)
Ed ho finalmente capito
Di aver bisogno del tuo amore
Di aver bisogno del tuo amore
Vieni da me, solo in sogno
Vieni e riscattami
Si lo so, non posso essere in errore
E può essere che tutto sia troppo forte
Il nostro amore è…
f-f-f-f-f-folle-folle-folle
f-f-f-f-f-folle-folle-folle
Folle
Madness- Muse
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Aprii gli occhi, trovando il buio ad accogliermi. Ansimai pesantemente, guardandomi attorno. Ero nella camera di papà, lui dormiva accanto a me e un suo braccio mi faceva da cuscino.
Ansimai ancora, mi sembrava di non poter respirare.
Avevo perso la verginità. Avevo perso la verginità con Dillon. Avevo perso la verginità con Dillon e sul pianale di un pick-up.
Scattai seduta mentre iniziavo a sudare. Avevo bisogno di qualcosa, anche se non sapevo cosa. Mi tolsi la maglietta sperando di alleviare la sensazione di soffocare. Nell'oscurità vidi le mani tremare e le lacrime spuntarono senza volere.
Mi alzai piano per non svegliare papà e uscii dalla stanza.
Avevo bisogno di qualcosa!
Corsi nel bagno e mi aggrappai al lavabo, mentre fissavo la mia immagine trasandata sullo specchio.
Gli occhi erano sgranati, spaventati, il colore aveva abbandonato il volto facendolo sembrare bianco, le labbra erano secche e le occhiaie pesanti.
Mi sciacquai la faccia, sperando di calmarmi. Non avvenne. Frugai nei cassetti di ogni mobile presente, alla ricerca di qualcosa che potesse riempire il disagio che provavo, la voglia di scappare dalla mia stessa pelle.
Mi bloccai, trovando un paio di forbici. Battei le palpebre, percependo i battiti del cuore rallentare.
Un attimo dopo scuotevo Nathan nel tentativo di svegliarlo.
《È urgente》, annaspai. Con tutta probabilità avevo l'aspetto di una pazza fuggita da un istituto psichiatrico ma era Nate, mi aveva visto in momenti peggiori.
Provò a tirarmi perché mi sdraiassi al suo fianco.
《Dormi》, biascicò.
《Nate》, piagnucolai, 《ho... ho bisogno di te!》
Finalmente mi diede retta e si svegliò.
《Che succede?》 Domandò, confuso, accendendo le luci. Gli passai le forbici e sussultò.
《Devo... Devo ucciderti?》
Mi asciugai le guance, non ero in vena di battute.
《No!》 Esclamò, comprendendo le mie intenzioni.
《Per favore...》
《Cazzo! È colpa sua, non è così?》
Piansi. 《Per favore Nate...》

Il mattino dopo quando scesi in cucina per la colazione, il silenzio cadde tra la mia famiglia.
《Buongiorno.》
Nessuno rispose.
Per uno scherzo del destino c'era anche Karen e per lo choc la tazza di caffè che stringeva tra le mani, si frantumo per terra.
Finsi indifferenza mentre aprivo il frigorifero per prendere il cartone del latte, nonostante mi fissassero.
Mi sedetti attorno a l'isola con la mia ciotola di cereali e iniziai a mangiare.
Gabe tossì. 《Nuovo... Nuovo look?》
Mi passai le dita tra i capelli, annuendo. La notte scorsa mio fratello mi aveva intrecciato i capelli per poi tagliare all'altezza del collo. Vedere le ciocche rosse sul pavimento piastrellato del bagno aveva avuto un effetto calmante. Il respiro si era rallentato e le lacrime smesso di scendere.
Per un attimo, illudermi di poter essere un'altra persona, con sogni e sentimenti diversi, era stata una boccata d'aria. Mi aveva persino fatto ridere come un'isterica mentre Nate mi fissava allibito.
Il risultato non fu disastroso come pensavo, merito delle mani ferme di Nathan.
Avevo uno strano caschetto corto nella parte posteriore e più lungo ai lati. E - ancora più strano - mi donava nonostante le guance piene e la frangia retta.
《I tuoi capelli》, farfugliò Karen. Mi parve che fosse sul punto di scoppiare in un pianto. Aveva sempre adorato i miei capelli: lunghi, folti, si adattavano a qualsiasi forma volessi dargli. E sì, anche a me erano sempre piaciuti ma erano capelli, perché farne una questione di Stato?
Sarebbero ricresciuti e questo taglio mi donava. Un piccolo cambiamento non era nulla di grave.
《Carini, vero?》 Replicai, sorridente. Quella mattina avevo deciso di truccarmi oltre al solito mascara e usare il rossetto rosso, nonostante non l'avessi mai messo per la scuola.
Comunque papà non protestò. Forse... Forse era per la conversazione di ieri sera.
《Sei bellissima》, disse proprio lui. Posò il giornale che stava leggendo e venne a baciarmi la fronte.
《Grazie.》
Finiti i cereali, mi riempii una tazza di caffè.
《Posso tornare a lavoro?》 Chiesi. 《Non intendo che voglio il cellulare e la punizione finisca》, continuai, prima che fraintendesse, 《solo il lavoro, se preferisci non darmi lo stipendio finché dura la tortura.》
Sapeva che mi ero spezzata, ma attribuiva la cosa a un male di poco conto, semplicemente adolescenziale che col tempo si sarebbe risolto. Aveva fiducia che tornassi la solita Vivienne, non volevo più essere quell'idiota.
Il mio bisogno di evadere era palpabile nei miei occhi, per questo acconsentì.

Mignoli |Fil rouge h.s #0.5|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora