It Will Rain

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Se mai mi lascerai, tesoro
Lasciami della morfina sulla porta
Perché ci vorranno un sacco di cure
Per realizzare che quello che avevamo
Adesso non c'’è più.

Non c'’è nessuna religione che possa salvarmi
Non importa che io sia in ginocchio
Perciò tieni a mente che tutti i sacrifici che sto facendo
Ti tratterranno al mio fianco

Eviteranno che tu possa uscire dalla porta 

Perché non ci sarà la luce del sole
Se ti perderò, tesoro
Non ci saranno cieli sereni
Se ti perderò, tesoro
Proprio come le nuvole
I miei occhi faranno lo stesso se te ne andrai
Ogni giorno, pioverà, pioverà, pioverà...

Non sarò mai il preferito di tua madre
Tuo padre non riesce neppure a guardarmi negli occhi
se fossi in loro, farei lo stesso
Dicendo: “ecco la mia bambina, 
cammina con quel ragazzo fastidioso

Ma loro hanno solo paura di qualcosa che non possono capire
beh, mia cara, guardami mentre gli faccio cambiare idea
Sì, per te ci proverò, proverò, proverò
Raccoglierò questi cocci fino a sanguinare

Se questo ti farà diventare mia

Perché non ci sarà la luce del sole
Se ti perderò, tesoro
Non ci saranno cieli sereni
Se ti perderò, tesoro
Proprio come le nuvole
I miei occhi faranno lo stesso se te ne andrai
Ogni giorno, pioverà, pioverà, pioverà...

Oh, non dire addio
non dire addio
Raccoglierò questi cocci fino a sanguinare
Se questo aggiusterà le cose

Perché non ci sarà la luce del sole
Se ti perderò, tesoro
Non ci saranno cieli sereni
Se ti perderò, tesoro
Proprio come le nuvole
I miei occhi faranno lo stesso se te ne andrai
Ogni giorno, pioverà, pioverà, pioverà...

It will rain - Bruno Mars

Traballai sui tacchi troppo alti per una ragazzina e accelerai il passo, stringendomi nel cappottino leggero nonostante fosse primavera.
Avevo bevuto, forse un intera bottiglia di vino, non ricordavo molto solo che ad un certo punto Johnny Thurman mi aveva messo una mano sulla coscia e un susseguirsi di eventi, aveva fatto in modo che ci trovassimo appartati.
Respirai l'aria fresca che mi pizzicava il naso e continuai a camminare, stando ben attenta a dove mettessi i piedi. Il vestito non voleva saperne di stare fermo lungo le gambe e lo stomaco era sottosopra.
Dovevo smetterla di ridurmi in questo stato, non pensare alle conseguenze per poi trovarmi ad arrancare alle tre di notte per una Blacksburg desolata. Mi serviva una regolata, il corpo cominciava a cedere nonostante fossi nel pieno dell'adolescenza.
Strinsi i denti, bloccando un conato. Altro respiro, altro passo avanti su quelle scarpe che mi stavano distruggendo le caviglie.
Era l'unico modo che conoscevo per fuggire da tutto, da me, dalla mia testa incasinata, da tutto quello che sentivo e non riuscivo ad esprimere. Eppure, eppure in qualche modo mi ero data da fare per risalire la china o almeno ristabilire la facciata agli occhi di papà. La Vivienne attrice in quei mesi era venuta fuori dando il meglio di sé. I voti scolastici erano quelli di un tempo; anche se avevo abbandonato il calcio mi ero dedicata a qualche altra attività extracurriculare per racimolare crediti, i miei saggi di letteratura erano tra i migliori della classe ed ero perfino la tutor di matematica di qualche matricola sfigata.
L'orgoglio di Richard che tornava a brillare nel firmamento della famiglia Butterfield. La pupilla tanto bella quanto intelligente. Eppure non respiravo, mi sembrava di non incamerare abbastanza aria per sopravvivere a un qualcosa più grande di me e che tentava di schiacciarmi come un insetto, e ogni giorno ero costretta a incollare i cocci di una maschera che il fine settimana cadeva a pezzi. Senza sosta, un circolo viziosi.
Solo un anno, manca poco.

Mignoli |Fil rouge h.s #0.5|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora