Capitolo 16: Ciao papà

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POV'S JORGE

Prende una sedia e si siede accanto a me "che mi devi dire?" "devo parlarti di Martina" mi devo preoccupare? "cosa mi devi dire di lei?" sospira e con lo sguardo chino incomincia a parlare "Lo so di aver commesso tanti errori in passato, forse troppi... Ma vorrei rimediare. All'epoca ero ancora tanto giovane e non mi rendevo bene conto di ciò che facevo, lo so che non è una giustificazione ma vorrei riparare ai miei errori, recuperare il tempo perduto e sopratutto dare a Martina il padre che merita" anche se ha il viso chino posso giurare di aver visto una lacrima rigargli il volto. Non l'ho mai visto così e sinceramente neanche mi piace perchè non so cosa fare "ehm..." stavo cercando di parlare ma lui mo blocca "mi dispiace così tanto, mi dispiace per tutto: per averla abbandonata e anche per Jorge, mo dispiace per essere stato in grado di renderti sempre felice, di non averti ascoltato quando ne avevi bisogno e per averti imposto di fare quello che tu non volevi... E mi dispiace anche per averti proibito di vedere Martina... Ti prego perdonami" quest'ultime parole le dice guardandomi negli occhi, che ora sono lucidi "io le tue scuse le accetto, ma non capisco cosa centro io con la storia di Martina!" sospira "so che non è il modo più adatto per arrivare a lei ma... Ti chiedo se potresti parlare con lei" "ok" "sul serio?" "si!"

"Oh grazie" si alza dalla sedia e mi abbraccia

POV'S TINI

Dopo aver girato la chiave nella serratura entro in casa e urlo un 'sono a casa', appendo il cappotto sull'appendiabiti e poi vado in camera. Quando passo davanti al salotto riesco a vedere di sfuggita Lodo e Ruggero sul divano a baciarsi. Faccio un paio di passi indietro e li rimango a guardare con le sopracciglia alzati. Sono tutti e due pazzi, fatti l'uno per l'altra. Prima litigano e dopo neanche due ore fanno pace.

Con una tosse finta li faccio separare "ciao Tini" mi saluta Lodo rossa in viso per l'imbarazzo "ciao... Tutto bene?" chiedo sedendomi vicino a loro "si... Perchè?" questa volta a parlare è Ruggero "così" affermo alzando le spalle "Cande?" continuo "non è ancora arrivata" "ok, vi lascio soli.. Ciao" mi alzo e vado in camera. La mente ritorna a mio padre, non ho la più pallida idea di cosa devo fare. Se perdonarlo o meno. Si, lui mi ha fatto del male ma se si è pentito merita una seconda opportunità... Come tutti; ma se non si è pentito? Uffa che confusione. "Cosa devo fare mamma?" dico come se fosse davanti a me. Quanto mi manca, in questo momento vorrei tenerla qui per farmi consigliare, e confidarmi con lei... Ma non posso. Sospiro, ok basta pensieri negativi, su col morale Tini. Con un balzo mi alzo dal letto, prendo un elastico con il quale lego i miei capelli e dopo vado in cucina, prendo tutto quello di cui ho bisogno per cucinare e mi metto ai fornelli.

[..]

Mi rigiro per la millesima volta nel letto cercando un modo per dormire, ma non lo trovo. Butto esasperata la testa nel cuscino per soffocare un urlo. Stufa mi alzo e vado in cucina, apro il frigorifero da dove prendo il latte. Apro lo sportello della credenza dove ci sono i bicchiere e ne prendo uno. Verso il latte nel bicchiere e tutto d'un sorso lo bevo. Poso il bicchiere nel lavandino, apro la finestra e un'ondata di aria fredda mi aggredisce, mi avvolgo bene nel mio pigiama per poi sedermi sulla sedia che c'è nel piccolo terrazzo illuminato dalla poca luce che emana la luna. Sospiro chiudendo gli occhi e godendomi quel venticello che fa svolazzare i miei capelli. Uno strano rumore susseguito da un'imprecazione sussurrata mi fa aprire di scatto gli occhi, giro la testa prima a sinistra e poi a destra dove vedo il figlio della vicina fissarmi. Inarco un sopracciglio e lo guardo curiosa di sapere cosa sta facendo "ehm... Ciao" dice imbarazzato "ciao" rivolgo lo sguardo davanti a me "io sono Josch" "Martina" "come mai sei sveglia a quest'ora?" sai com'è per ben diciotto anni non ho avuto un padre ma ora si è deciso di farlo e non so se perdonarlo o meno "non riesco a dormire" mentii... In parte "anche io, almeno ci facciamo compagnia" ma anche no... Non faccio in tempo a dirgli di no che scavalca e me lo ritrovo vicino... Ma che problemi ha? "Quanti anni hai?" mi chiede "19 tu?" "16" annuisco. Un brivido percorre tutta la mia schiena "hai freddo?" chiede "abbastanza" "tieni" dice sfilandosi la felpa "no, non preoccuparti" "tu non preoccuparti. Io amo il freddo" detto questo posa la felpa sulle mie spalle... Ok... "Lo sai ti sto osservando da vari giorni" mi volto verso di lui "ho per caso uno stolker e io non ne sono a conoscenza?" chiedo "no, non preoccuparti" dice ridacchiando, "posso farti una domanda?" continua "dimmi" "per te, in una coppia l'età è importante?" "beh se si amano no, credo che se c'è l'amore l'età non conta... come mai questa domanda?" "beh, ecco io... niente ero solo curioso" annuisco "Senti, ora devo andare ci vediamo" mi alzo e gli restituisco la felpa "certo" mi volto per rientrare ma la sua voce mi blocca "Martina?" "si?" "mi chiedevo se domani pomeriggio ti andrebbe di andare a vedere un film, insieme?" mi sta forze chiedendo di uscire insieme? "domani?" "si..." "mi dispiace ma domani, quando esco da lavoro devo andare dal mio ragazzo" la sua faccia muta da speranzosa a delusa. Corrugai la fronte, perchè ha questa reazione? "magari sarà per un'altra volta... come amici ovvio" dico "certo, beh buona notte" "notte!" rientro e chiudo la finestra. mi scappa uno sbadiglio... meglio andare a letto. mi dirigo in camera e sgattaiolo di nuovo sotto le coperte e inaspettatamente crollo in un sonno profondo.

Scusami ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora