Capitolo 14: Ti voglio davvero bene

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POV'S JORGE
Mia madre parla, parla e parla. No che non mi piace la sua compagnia ma mi sto annoiando a morte. Sto per addormentarmi ma appena sento pronunciare il nome 'Martina' drizzo le orecchie "Martina è una ragazza d'oro e si vede che per questa situazione sta soffrendo moltissimo. Ti ama tanto" lo so e anche io la amo tantissimo, in questo momento darei qualsiasi cosa per urlarlo al mondo intero.
Qualcosa mi acceca, credo sia la luce che illumina la stanza, cerco di aprire gli occhi, e dopo non so quanto tempo i miei occhi ritornano a vedere la luce, volto la testa verso destra e il viso di mia madre sul punto di piangere mi appare davanti "J-Jorge" un sorriso gli spunta sul volto illuminandola di colpo "m-mamma" la mia voce esce roca e ad un volume molto basso visto che non ho parlato per molto tempo "Oh mio Dio, sono così contenta... aspetta rimani qui, non ti muovere neanche di un millimetro... torno subito" mi rivolge un altro sguardo sorridente e poi corre fuori. Wow non l'ho mai vista così contenta in vita mia... me la devo essere vista proprio brutta.

POV'S TINI
Ad un certo punto vediamo arrivare Nicol in lacrime, il mio cuore comincia a battere a mille. Mi alzo dalla sedia dove sono seduta e mi avvicino alla donna "Nicol che succede?" il mio cuore batte talmente forte nel mio petto che penso potrà uscire da un momento ad altro "Jorge..." comincia ma poi si blocca "Jorge cosa?" chiedo sempre più nervosamente sentendo i miei occhi pizzicare "Jorge è..." si blocca di nuovo, ma mi vuole far morire d'infarto forse? "Jorge è cosa?..." "Jorge è... sveglio". Quando quell'informazione arriva al mio cervello e la riesce a comprendere perfettamente il significato gli angoli della mia bocca si alzano in alto formando un sorriso gigantesco "cosa? Non stai scherzando vero?" "no" il sorriso che ho sul viso diventa ancora più grande e di slancio abbraccio la donna di fronte a me.
Sciogliamo l'abbraccio e mentre Nicol va in cerca di un medico io rimango lì impassibile con un sorriso che va da orecchio a orecchio "Martina?" la voce di mio padre mi fa ritornare coi piedi per terra "si?" mi volto e anche se nei suoi confronti voglio essere dura per la troppa contentezza la mia voce suona tutta pimpante e il sorriso non si cancella neanche per sbaglio dalla mia faccia "niente" io annuisco e ancora tutta sorridente mi risiedo.
[...]
Dopo tutte le visite necessarie per verificare in che condizioni sta il mio Jorge finalmente ce lo lasciano tutto per noi "vai cara ora è tutto tuo" mi dice Nicol sorridendomi. Non me lo faccio ripetere due volte che con uno slancio mi alzo e a grandi passi mi dirigo verso la stanza di Jorge.
Apro la porta e questa volta i suoi occhi si puntano nei miei. Mi avvicino e sedendo sul bordo del letto vicino a lui lo guardo ancora con un sorriso a trentadue denti, "hai intenzione di parlarmi oppure hai perso la voce?" mi chiede scrutandomi. Ok anche se risulto tremendamente smielata mi è mancata anche la sua voce "sono così felce che tu neanche puoi immaginare. Mi metterei a saltare dalla gioia... mi sei mancato terribilmente" prendo la sua mano tra la mia "anche tu, mi dava fastidio non poterti abbracciare o soltanto parlare con te" fa intrecciare le nostre dita "ora mi chiedo tu mi ami no?" chiede "ma che razza di domande fai? Certo che ti amo" "allora non ti costa niente darmi un bacio no?" credo che mi è mancato tipo 10000000 se non di più. Mi avvicino a lui e gli lascio un dolce bacio sulle labbra "non vedo l'ora di stare un giorno solo con te" mi dice sorridendomi "anch'io, ma finchè non ti riprenderai completamente io starò tutto il tempo possibile con te finchè non ti darò a noia" "o creo succederà mai che io abbia abbastanza di te quindi puoi rimanere quanto vuoi" gli sorrido e proprio ora bussano alla porta. No ma chi è che interrompe questo momento? Mentre Jorge sbuffa io dico "Avanti". Mi volto e un uomo sulla cinquantina entra nella stanza accompagnato da una stampella. Mi volto un secondo verso Jorge e lui ha una faccia confusa quanto la mia "ehm mi scusi lei è?" chiedo cercando di non risultare arrogante "sono Jack tu sei per caso Jorge Blanco?" chiede a Jorge "si sono io" risponde quest'ultimo. L'uomo entra nella stanza chiudendo la porta e sedendosi su una sedia... devo avere paura? "Quasi una settimana fa io e te abbiamo fatto un incidente, quando ho saputo che eri molto grave devo dire che mi sono molto preoccupata anche perché hai la stessa età di mio figlio e non mi sarei mai perdonato se tu non ce l'avresti fatta. Ho saputo poco fa che ti sei svegliato e sono venuto qui per chiederti scusa, non volevo che quella sera si trasformasse in tragedia" lancio uno sguardo a Jorge e vedo che sta sorridendo debolmente "la ringrazio ma non si preoccupi non è colpa sua, non è colpa di nessuno è stato un incidente... finito bene per fortuna" risponde cordialmente Jorge. L'uomo dopo averci salutato esce. Io mi rivolto verso Jorge e lo abbraccio "ehy che ti succede?" dice circondandomi con un braccio "niente avevo bisogno di un abbraccio... il tuo per essere precisi" "ho tutti gli abbracci del mondo da darti" "allora dammeli"
[...]
Lancio uno sguardo al mio orologio di polso e sono quasi le otto. "Jorge devo andare" dico facendo una faccia triste "non fare quella faccia... ci vediamo domani no?" "si" gli do un bacio "ci vediamo domani... notte piccola" "notte piccolo" gli sorrido e poi esco dalla stanza. Ritorno nella sala d'attesa che sembra essersi riempita e dopo aver salutato Nicol e con un cenno del capo mio padre esco per poi tornare a casa.

Scusami ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora