Capitolo 22: Non ci sono io senza te

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POV'S TINI
"Dai Tini fai un sorriso!" esclama Lodo dandomi una gomitata "non ci riesco" "su morto un papa se ne fa un altro... sotto alla parola 'amore' nel dizionario ci dovrebbero mettere: forma di amnesia che colpisce una persona facendole dimenticare che nel mondo ci sono altri sette milioni di individui" "finiscila Lodo, non è divertente" dico continuando a fissare il vuoto. Dalla porta del Bar entra Jorge. Ecco, ora non basta averlo sempre nei miei pensieri devo anche vederlo. "Martina devo dirti una cosa" "io vi lascio soli" e senza che io posso replicare Lodovica se ne va "non abbiamo detto che non dobbiamo più vederci?" abbasso lo sguardo e lo poso su delle tazzine da lavare. "Si, l'avevo detto, però prima che io sapessi che non mi avevi mentito" "e come hai fatto a credermi?" "ho sentito una conversazione in cui Stephie diceva a mio padre che è riuscita a separarci... Per favore, Tini, perdonami" "non posso, io voglio qualcuno che resta no che torna" "hai ragione ma io ti amo... Non posso dimenticarti, non voglio" "be' credo che devi" "ti vedi con qualcuno?" "si, ieri ho conosciuto un ragazzo" che diavolo ho detto? "Ah... Be' allora in tal caso ti lascio in pace" si volta e se ne va. Una, due, tre lacrime escono. Perchè sono così? Perchè sono così complicata, problematica e masochista? Perchè? "Tini, che succede?" Lodo mi raggiunge e mi posa un braccio intorno alle spalle "succede che sono soltanto una stupida" singhiozzo. "Perchè?" "gli ho detto che esco con un ragazzo quando lui mi diceva di perdonarlo perchè non mi aveva creduta" "oh Tini, cosa mi combini?" Mi libero dal suo abbraccio e scappo in bagno.

POV'S JORGE
Raggiungo casa distrutto più di prima, la mia Martina ora non è più mia definitivamente. Apro la porta di casa e mia madre mi viene incontro con un sorriso smagliante in volto, ma appena vede la mia faccia la sua espressione muta. "Jorge... Cos'è successo? Non hai risolto con Martina?" "no, si vede con un altro... Sono stato solo un'idiota" "non dire così" come faccio a non dire così se è la verità?" è tutta colpa mia, se le avessi creduto fin dall'inizio ora sarebbe ancora tra le mie braccia. "Vado in camera" salgo rapidamente le scale e quando raggiungo la mia stanza apro la porta e mi butto sul letto. Prendo il telefono e scrivo un messaggio a Martina.

"Mi manchi.
Sei stata la cosa più bella.
Vorrei che fossi ancora mia.
Solo mia.
Ora non lo sei più. Chissà con chi ti vedi ora. Be' è fortunato, molto fortunata. Spero che ti tenga stretta perchè non troverà mai una come te, come non troverò io una come te. Be' mi manchi.
Ciao piccola 'mia'"

Invio il messaggio e poi metto il cellulare in standby. Bussano alla porta. "Avanti" dico. Appena vedo la persona che entra mi metto subito seduto "tu che ci fai qui?" Il tono della mia voce alto e irritato "non capisco perché tu mi tratti così, se tu e Martina non state più insieme" mi alzo. "Non è colpa tua? E di chi allora? Prima che tu ti mettessi in mezzo stavamo tanto bene, e non provare a negare che tu non ha fatto niente perché l'ho sentito ieri quando lo dicevi a mio padre" sbianca. "Vattene" dico mentre gli indico la porta aperta alle sue spalle "ma..." "Vattene ho detto" incrocio il suo sguardo fulminandola con esso. Senza controbattere di nuovo gira i tacchi e se ne va. Aspetto una diecina di minuti e poi esco anche io. Entro in salotto con la speranza che non ci sia nessuno in modo da uscire senza dare spiegazioni a nessuno ma le mie preghiere non sono state ascoltate visto che quando finisco la rampa di scala trovo le mie mamme al quadrato. Quando sono insieme mi trovo sempre imbarazzo, non sono come chiamarle. "Ciao" mi limito a dire forzando un sorriso "Ciao figliolo, come va?" mi domanda mia madre "diciamo bene, vado un attimo a fare due passi" "tornerai prima di cena?" chiede mia madre... l'altra , giuro che non so come distinguerle come parentela. "si" senza aggiungere altro esco. Cammino fino a raggiungere un panchina dove mi siedo. Prendo il cellulare e controllo il messaggio che ho inviato a Tini su whatsapp: visualizzato ma non risposto. Mi devo abituare all'idea che ormai lei è di un altro. Al solo pensiero mi viene voglia di spaccare il muso ma sei lei è felice devo stare buono. Esco dall'applicazione e rimango a fissare lo sfondo del cellulare. Io e lei, lei ed io, noi. "È dura vero?" alzo lo sguardo e incrocio quello di Lodovica. "cosa?" "è dura dimenticarla?" "no, impossibile" sorride e si siede accanto a me "non si può dimenticare una persona dopo un paio di settimane, ma credo che in questo caso tu non debba farlo" "perché no? Lei si sta dimenticando di me, quindi..." "quindi mi chiedo se tu conosci veramente Martina" sospiro "non ti seguo" annuncio "allora, secondo te una persona che si dimentica di un'altra persona dopo che gliel'ha detto va in bagno a piangere? Hai capito?" "non molto" dico grattandomi la nuca "io vi voglio aiutare però attivate un po' i cervelli cari... allora, Tini ti ha detto che si vede con un altro perché è convinta che così possa alleviare un po' il suo dolore, però se tu vai di nuovo da lei e le dice che la ami lei ti salta addosso" "mi stai dicendo che questa mattina mi ha mentito?" "possiamo dire così" "oh". Se mi ha mentito vuol dire che lei non sta frequentando nessuno. "si però Lodovica, lei non mi vuole più" "ti ha esplicitamente detto questo?" "in un certo senso si" "che ti ha detto?" "che non vuole qualcuno che torna ma che resta" scoppia a ridere mentre io la guardo confuso "cosa ti ridi? "Jorge, mettila in questo piano: stamattina Tini non era molto lucida e ha cominciato a dire scemenze che ha sentito la sera scorsa mentre vedevamo un film. Ora l'unica cosa che devi fare e ricordarle che un amore come il vostro è unico e può superare qualsiasi ostacolo si presenta sul vostro cammino, devo andare che la pausa sta per finire... pensa a quello che ti ho detto, ciao" "ciao". Rimango a riflettere sul serio a quello che mi ha detto quella ragazza fino a che non mi illumino. Con uno scatto balzo in piedi e a gran passo avanzo verso casa. Apro la porta e corro di sopra, in camera mia. Prendo la chitarra e gli sparti. Suono una corda ed è a dir poco stonata. Ora il problema è: dov'è l'accordatore? Dopo aver messo a soqquadro tutti i cassetti mi arrendo e decido di chiederlo a mia madre. Scendo di corsa le scale, e con la stessa fretta entro in cucina "dov'è l'accordatore della chitarra?" "l'ultima volta che l'ho visto era in sala perché?" "mi serve". In sala? Non c'è! Frustato faccio per ritornare in camera quando l'occhio va al piede del divano ed è proprio lì vicino. No, okay non so cosa ci faccia lì ma basta che l'ho trovato. Mi accascio e lo afferro. Ritorno di sopra, accordo la chitarra e poi esco – di nuovo- con strumento in una mano e spartiti e testo in un'altra.

POV'S TINI
Stupida, stupida, stupida. Comincerei a sbattere la testa al muro fino a che non mi si rompe. Ma come mi è solo passato per l'anticamera del cervello di dirgli che frequento un altro? Mi sono data la zappa sopra i piedi da sola. Perché è solo colpa mia se mi ha inviato quel messaggio. E come se non bastasse Lodovica è sparita ricomparendo solo dopo un'ora. Non le dico niente perché non ne ho voglia di creare una discussione anche con lei. Dopo aver passato un altro pomeriggio qua dentro, a termine del nostro turno usciamo trovandoci in quella che orami è sempre una strada affilatissima. "Lodo, credo che stia per piovere" dico fissando il cielo nuvoloso mentre una goccia bagna la punta del mio naso. È assurdo prima c'è il sole e dopo poco la pioggia. Boh. Facciamo due, tre passi ma poi sento il suono di una chitarra. Mi volto incuriosita e rimango a bocca aperta quando è Jorge ha suonare la chitarra. La melodia è dolce, melodiosa e familiare. Incomincia a piovere leggermente proprio quando sta per iniziare a cantare. Le parole, è la canzone che abbiamo composto noi. Mi vengono le lacrime agli occhi mentre lui suona e canta guardandomi incurante che la gente intorno a noi si sia fermata solo per vedere noi due, incurante che la pioggia possa rovinare la sua splendida chitarra. Sembra che l'unica cosa che gli importa è dedicarmi la canzone. Non sostenendo più l'emozione scoppio a piangere, ma per la prima volta dopo quasi tre settimane non sono lacrime di dolore o tristezza, sono lacrime di gioia. Quando anche l'ultima nota vola in aria abbassa lo sguardo un momento, forse si è reso conto del suo pubblico. Lo rialza e delle gocce che cadono dal suo ciuffo gli cadono sul naso. È troppo tenero. Una gomitata, non proprio leggera da parte della mia migliore amica mi sveglia dal mio stato di trans "che ci fai ancora qui? Va da lui, il ragazzo ti ama davvero" sorrido mordendomi il labbro e poi corro tra le braccia del mio principe azzurro. "Non voglio perderti di nuovo, per nessuna ragione al mondo" sussurro. "be' se non c'è tre senza due, non ci sono io senza te" mi dice lui stringendomi ancora più forte a sé.

Angolo Autrice:
Scusate l'assenza ma sono stata tre giorni male fisicamente tra cui due fuori casa non me la sentivo di scrivere anche se lo volevo fare ma non ce la facevo proprio. comunque spero che il capitolo vi piaccia, ditemi cosa ne pensate nei commenti, se vi è piaciuto lasciate una stellina e una bacio e alla prossima.
ps: scusate eventuali errori ma ho dovuto fare in fretta quindi non ho avuto tempo di correggerlo, sorry.


Scusami ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora