Capitolo 19

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Louis arrivò a notte fonda a Mullingar,aveva trovato un volo dell'ultimo minuto e senza pensarci l'aveva preso. Una volta atterrato, aveva subito chiamato Mrs Jonas, che sentendolo con la voce rotta dal pianto, senza pensarci era corsa a prenderlo con Bob. Una volta arrivata dentro all'aeroporto si era ritrovata addosso Louis, che in quelle braccia si era lasciato andare ad un pianto liberatorio. Lo aveva attirato a se, e si erano messi seduti su quelle seggiole scomode di plastica, aspettando che si calmasse.

Bob continuava ad andare avanti e indietro, perché qualcuno aveva fatto una soffiata, ed alcuni giornalisti locali erano subito corsi lì. Per uscire dall'aeroporto, Mrs Jonas strinse Louis a se, e Bob si era tolto la giacca per coprilo dai flash. Il viaggio verso casa era stato silenzioso, era interrotto solo dai singhiozzi di Louis, che stanco dal viaggio, e da quella brutta giornata era crollato accoccolato alla sua tata,era stato Bob a prenderlo e portarlo a letto.

«Cosa sarà successo ora?» chiese Mrs Jonas a Bob.

Era da quando Louis l'aveva chiamata in quello stato, che si chiedeva cosa diamine fosse successo ora. Di sicuro era successo qualcosa di grosso per portare il più piccolo a rifugiarsi a casa sua.

«Mrs Jonas, stia tranquilla» la rincuorò Bob.

La tata lo guardò, e semplicemente annuì prima di sedersi sul bordo del letto,affianco a Louis. Delicatamente iniziò ad accarezzargli i capelli. I suoi occhi si riempirono subito di lacrime, al sol pensiero di quanto quel ragazzino avesse sofferto nella sua vita. Aveva visto Louis nascere. Lo ricordava ancora quel piccolo fagottino in quella copertina blu. Aveva visto Louis crescere, muovere i primi passi, dire la sua prima parola, mettere il suo primo dentino. E poi lo aveva visto crescere, lo aveva visto fare danni come ogni bambino, aveva visto la sofferenza nei suoi occhi quando i genitori partivano per mesi interi senza lui. Lo aveva visto piangere quando aveva capito che gli piacevano i ragazzi e no le ragazze, lo aveva visto soffrire per la paura di dirlo ai suoi, ed una volta detto vide il sollievo sul suo bel viso. Aveva visto Louis in ogni fase della sua vita. E gli occhi che aveva visto all'aeroporto appena arrivata, quelli li aveva visti solo quando Johannah è morta.



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Era passato un mese dalla morte di Johannah, in casa si respirava solo tensione. Mark si era lanciato nel lavoro per scacciare il dolore che sentiva dentro di lui, non se ne importava di chi lo circondava, lui doveva avere la mente occupata per non pensare. Louis erano due settimane che si era rintanato nella sua camera, ed era un mese che aveva smesso di parlare. Mrs Jonas le stava provando tutte per farlo parlare, sfogare per quella perdita. Ma lui sembrava indifferente a tutto e a tutti. Più i giorni passavano e più Louis stava perdendo la sua luce, la voglia di vivere e la voglia di reagire.

Era disteso sul letto che fissava qualcosa di poco importante fuori dalla finestra, non chiudeva neanche le palpebre. La tata era sempre più preoccupata, perché in quei giorni aveva smesso anche di mangiare. E sapeva che non poteva continuare ad andare avanti così. Ma era sola a combattere per salvare Louis; Mark era sempre fuori, Niall si era rinchiuso nella sua camera abbandonando Louis. E la tata cercava di confortare il suo scricciolo, cercava di abbracciarlo, parlargli, ma lui la cacciava, diventava addirittura violento per quel contatto. Allora lei usciva da quella camera con le lacrime agli occhi e il cuore a pezzi. Lasciava quel piccolo corpo rannicchiato sul letto che fissava fuori dalla finestra. Si metteva fuori da quella porta, ogni notte, aspettava che Louis si addormentasse per rientrare in camera e lasciare un bacio sulla sua testa per poi coprirlo.

Lost Angels || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora