Capitolo 30

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Louis sentiva che per una volta tutto stava andando bene. Era così felice, che per tutta la giornata non aveva smesso di sorridere. Era stato attaccato ad Harry come una scimmietta, non lo mollava neanche per andare in bagno. Avevano aiutato i ragazzi con i preparativi della festa, e dopo erano tornati a casa per prepararsi. Louis indossò una salopette di jeans, una camicia bianca e una felpa e un beanie bordeaux e delle converse bianche. Harry quando lo vide uscire dalla stanza non potè che fischiare d'apprezzamento. Louis arrossì ma si avvicinò a lui per baciarlo.

Non facevano altro che baciarsi, toccarsi o sfiorarsi. Continuavano a cercare un contatto fisico con l'altro, anche uno minimo, ma dovevano averlo. Sembrava davvero che la tempesta fosse passata e che un grande arcobaleno stesse colorando il loro cielo.

Harry era agitato, questa serata per lui sarebbe stata importante sotto molti aspetti. Per mesi aveva pensato a come chiedere quella piccola cosa a Louis, come chiedere a Louis di fare il passo successivo. Ma un po' per paura di un rifiuto e un po' perché era un coglione, aveva messo da parte la proposta. Ma questa era la serata giusta. Aveva detto ai ragazzi che prima di uscire avrebbero fatto un salto lì, e lui ne voleva approfittare per prendere il cofanetto blu di velluto che nascondeva nel suo cassetto dell'intimo.

«Dove andiamo dopo?» chiese curioso Louis, per la centesima volta.

«Sorpresa» sorrise Harry mentre scuoteva la testa per la testardaggine del più piccolo.

«Dai,Harreh dimmelo»

«Amore, fai il bravo»

Louis sbuffò prima di mettere un tenero broncio che Harry baciò facendolo ridere. Arrivarono alla casa della confraternita e si guardarono in giro. La casa come ogni volta era affollata da ragazzi già ubriachi. Si avviarono dentro, Harry si mise dietro di Louis circondandolo con le braccia per proteggerlo da eventuali spinte, Louis non era ancora stabile nel camminare per via delle vertigini.

«Ehi, fidanzatini» urlò Niall andandogli incontro con Sammy al suo fianco. «Siete passati davvero, volete bere?»

Harry lo guardò truce per la domanda, sapeva che Louis non potesse bere. Ma Niall sembrava già brillo, quindi lasciò correre. Sussurrò a Louis nell'orecchio che sarebbe andato a prendere una cosa in camera e si avviò su.

Niall afferrò il polso di Louis e incurante lo tirò tra la folla per arrivare in cucina.

«Nì, piano cazzo, ho le vertigini» lo ammonì Louis, cercando di liberare il polso.

«Scusa» sbiascicò Niall allungando la 'a' finale.

Louis scosse la testa, arrendendosi all'idea di avere una conversazione con suo cugino e si guardò in giro. Sammy per tutto il tempo lo aveva fissato accigliata, quasi infastidita notò Louis. Non lo aveva salutato e tanto meno rivolto la parola, è questo non era da lei che era sempre affettuosa con lui.

«Tutto ok, Sam?» gli chiese avvicinandosi a lei.

«Si» rispose, prima di uscire dalla cucina.

Louis si accigliò a quella risposta così acida. Scosse la testa e si guardò in giro alla ricerca di Harry, che non era ancora ritornato. Lasciò Niall a farneticare e ridere con alcuni amici e salì le scale per raggiungere la camera del riccio. Ci mise un bel po' prima di raggiungerla, la folla e le vertigini non giovavano a suo vantaggio, arrivò in cima alle scale con il fiatone. E quando entrò nella camera, quella era vuota. Louis sbuffò al pensiero di dover scendere tutte quelle scale, da solo. Si avviò di nuovo sulla cima della scale, cercando la testa riccioluta di Harry, ma vedeva tutto tranne quella.

«Andrew, NO!»

Qualcuno urlò dietro di lui, facendolo sobbalzare, e subito dopo sentì chiaramente due mani dietro le spalle che lo spinsero giù per le scale. Era stato tutto così veloce, inaspettato, che slittò giù per le scale senza riuscire a ripararsi. Chiuse gli occhi e mise le mani sulla pancia, fino a quando sentì due mani bloccare la sua caduta. Aprì gli occhi e quando vide di chi erano quelle mani, sgranò gli occhi, il panico lo investì in pieno e cercò di liberarsi.

Lost Angels || Larry Stylinson.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora