27/08/2015

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                              THINK
#Ridley#

Dopo tutti i miei stravaganti pensieri, decisi di pensar chiaro.
Okay, sono appena stata segnata perciò sono un vampiro beh non esattamente, o non ancora.
Ora come ora sono...tipo un mostro.
Il problema, ovviamente, era che trasformarmi in un mostro era la migliore delle due alternative che avevo. Alternativa Numero 1: mi trasformo in un vampiro, termine equivalente a mostro nella testa di qualche essere umano. Alternativa Numero 2: il mio corpo rifiuta la Trasformazione e io muoio. Per sempre.
Perciò la buona notizia era che all'inizio di scuola non avrei dovuto svolgere il test di geometria.
La notizia cattiva era che mi sarei dovuta trasferire nella Casa della Notte, un collegio privato situato solo a Venezia, perciò potevo andarmene lì o in un'altro collegio fuori Italia.
Comunque quella scuola era nota a tutti i miei amici come la Scuola Superiore per Vampiri, dove avrei trascorso i successivi quattro anni sopportando bizzarre e innominabili trasformazioni fisiche, oltre a un totale e permanente terremoto nella mia esistenza. Sempre ammesso che l'intero processo non mi uccidesse, è ovvio.
Grandioso. Non volevo fare nessuna delle due cose. Volevo soltanto cercare di essere normale, nonostante il peso dei miei genitori iper-reazionari, del mio fratellino simile a un troll e della mia io-sì-che-sono- perfetta sorella maggiore. Volevo passare il compito in classe di geometria. Volevo prendere bei voti ed essere accettata a giurisprudenza alla UCSD, entrare al college e andarmene da Roma, Italia. Ma soprattutto volevo sentirmi parte del gruppo, almeno a scuola. Casa era diventata un disastro, perciò mi restavano soltanto gli amici e la mia vita lontano dalla famiglia.
E adesso mi era stato tolto anche quello.
Presi un profondo respiro, ringraziai Kendra per lo specchietto e costrinsi le mie amiche di non dire a nessuno quello che è successo oggi. O almeno così credevo.
"Scusa e perché dovrei starmene zitta?" Chiese Bella con il suo tono da qua-comando-io-quindi-fatevi-da-parte. Nei momenti come questi sento un gran odio nei suoi confronti. E mi chiedo:
Perché diavolo le sono amica?
E da quella piccola domanda nascono interi vortici "di perché"nella mia testa. Ma credo che il più ragionevole è perché che mi sento in colpa.
Già, non ve lo aspettavate, ve'?
Beh quando stavo alle medie si erano creati dei gruppi, sapete come i nerd,i super fighi ecc.ecc. E come in ogni buona scuola anche nella mia c'era il gruppo delle api regine, ovvero le ragazze che comandavano su tutto e tutti. Mi sa che avete già capito...facevo parte del gruppo,e non ero solo un membro ma il capo, cosa di cui non ne vado fiera. Comunque Bella era una vera sfigata e il mio gruppetto si divertiva a rovinarle la vita. Quindi crescendo, come ogni persona, cresceva con me anche il senso di colpa, finché un giorno decisi di accoglierla sotto la mia ala protettiva e renderla una di noi. Un vero e proprio mostro della cattiveria.
"Senti stronzetta, non me ne frega un cazzo di chi sei, ora tu starai zitta e non dirai una singola parola perché sei un'amica di Ridley e lei, ti ricordo, ti ha pulito il culo più di una vola. Hai capito?" Dice Reece e lei annuisce.
Wow. Ora come ora non ne avevo veramente voglia di discutere con quella viziata, quindi ero veramente grata che Reece aveva messo fine alle sue cattiverie. Appena ripresa dalle parole di Reece, mi rivolsi a Kendra, l'unica amica con un po di buon senso e di cui potevo fidarmi ciecamente.
"Io non mi sento molto bene, quindi se non vi dispiace vado a casa a dare la grande notizia ai miei." Dissi sarcasticamente.
Scesi gli scalini che dividevano il soppalco dalla sabbia.
Dopo aver attraversato l'oceano incandescente di sabbia, mi ritrovai nel parcheggio.
Mi massaggiai la fronte, quindi mi arruffai i capelli in modo che mi coprissero in parte gli occhi e, con un po' di fortuna, anche il Marchio che mi era comparso al di sopra. A testa bassa, come se fossi stata affascinata dalla sostanza appiccicosa che chissà come si era formata nella mia borsa, mi affrettai a raggiungere la mia macchina. Mi fermai un attimo prima di attraversare le strisce. Vidi Kenny, circondato da una marea di ragazze che si atteggiavano e scuotevano i capelli, mentre i ragazzi smanettavano con pickup talmente grossi da risultare ridicoli e cercavano ( quasi tutti senza riuscirci ) di avere un'aria figa. Come si fa a essere attratti da roba simile? A dirla tutta, dovevo confessare che Kenny era sempre stato molto dolce, e che aveva ancora i suoi momenti. Soprattutto quando si sprecava a essere sobrio. Risatine sguainate mi arrivavano dal parcheggio. Grandioso. Venere Richter, la più grande troia della scuola, stava fingendo di colpire Kenny. Persino da dove mi trovavo io era evidente che pensava che dargli un pugno fosse una sorte di rituale di accoppiamento, ma come al solito quell'ingenuo di Kenny non faceva altro che stare lì con un gran sorriso stampato in faccia. Oh, be', che diavolo, la mia giornata non sarebbe proprio migliorata. Ed eccolo là, la mia Reno Zafira, giusto dietro di loro. No. Non potevo passare in mezzo a loro. Sapevo anche troppo bene cosa avrebbero fatto.

Just wake upDove le storie prendono vita. Scoprilo ora