#Ridley#
Ma dovevo.
Feci un passo. Poi un'altro. E un'altro ancora. Finche non arrivai davanti alla loro macchina. Presi un respiro. Decisi di girare intorno alla macchina provando in tutti i modi a non farmi vedere.
"Ehi, Rid! Non hai trovato il mio messaggio?"
Oh, cacchio cacchio cacchio! Kenny. Alzai gli occhi, osservandolo tra le dita come se stessi guardando uno di quegli stupidi film splatter. Era nel vano posteriore scoperto dal pickup del suo amico Matt, che sedeva in cabina insieme a suo fratello Marc.
I due stavano facendo quello che fanno di solito, cioè giocare alla lotta e discutere su Dio solo sa quale stupida roba da maschi. Per fortuna entrambi m'ingnoravano.
Tornai a guardare Kenny e sospirai. Aveva una birra in mano e un sorriso da scemo stampato in faccia. Dimenticando per un'attimo che ero appena stata Segnata ed ero destinata a diventare un emarginato mostro succhiasangue, mi misi a sgridarlo: "Stai bevendo! Ma sei pazzo?"
Il suo sorriso da bambino diventò ancora più largo.
"Si che sono pazzo, piccola, ma di te!"
Scossi la testa e mi voltai ad aprire la portiera della macchina, e ficcare l'asciugamano e la borsa sul sedile del passeggero." Rid, senti, sei incazzata o qualcosa di simile? Cioè, Bella ti ha detto qualche stronzata sulla festa? Lo sai che non ti ho tradita per davvero."
Come? Bella non aveva detto neanche una singola parola a Kenny che mi tradiva. Come una cretina, mi dimenticai ( d'accordo, solo per un'attimo) del mio nuovo Marchio e girai di scatto la testa per potergli tirare un'occhiataccia." E cosè che non avresti fatto, Kenny?"
"Io Rid? Lo sai che non farei mai..." Ma la sua professione d'innocenza condita da scuse varie si sciolse in una poco attraente espressione di shock con relativa bocca spalancata non appena vide il Marchio che avevo sulla fronte." Cosa...ca..ca." Incomincio a dire, ma lo interruppi e gli dissi di abbassare la voce indicandoli Matt ed Marc.
"Che cos'è quella cosa che hai in fronte?"disse con incertezza.
Cavolo. Tu cosa pensi che sia?
"Sono stata segnata Kenny"Che cos'è quella cosa che hai in fronte?"disse con incertezza.
Cavolo. Tu cosa pensi che sia?
"Sono stata segnata Kenny", bisbigliai.
"Ma non puoi essere Segnata. Noi stiamo insieme!" Proprio in quel momento la mia mini tregua della tosse cessò. In pratica mi piegai in due, per un schifoso accesso davvero catarroso.
"Ehi, Rid, devi piantarla con le sigarette!" Gridò Matt dalla cabina.
"Già, ancora un po' sputi un polmone", aggiunse Marc.
"Ragazzi, lasciatela in pace! Sapete che non fuma. È diventata un vampiro!"
Grandioso. Magnifico. Con la sua totale e assoluta mancanza di qualcosa che somigli anche vagamente al buonsenso, Kenny pensava davvero di prendere le mie difese mettendosi a urlarlo ai suoi amici, che immediatamente tirarono fuori la testa dal finestrino e presero a fissarmi come se fossi un esperimento di scienze.
"Tieni chiusa quella bocca! Ho già avuto una giornata del cazzo e proprio non ho bisogno che ti ci metta anche tu." Poi mi rivolsi a Matt e Marc, che adesso stavano zitti, con gli occhi sgranati, quindi aggiunsi:
"O voi".
Mentre sostenevo lo sguardo di Marc mi accorsi di una cosa, una cosa che mi sconvolse e allo stesso tempo mi eccitò non poco: sembra che avesse paura. Paura sul serio.
Diedi un'occhiataccia a Matt e anche lui sembrava spaventato.
Poi lo sentii.
Un formicolio che mi passava sulla pelle e faceva bruciare il mio nuovo Marchio.
Potere. Sentivo il potere.
"Rid? Che cazzo ti prende?" La voce di Kenny spezzo la mia concentrazione e mi fece staccare lo sguardo dai fratelli.
"Via da qui!" Matt mise la marcia e pestò l'acceleratore. Il pickup sbandò in avanti facendo perdere l'equilibrio a Kenny, che, con un gran mulinare di braccia e volare di birra, scivolò e cadde sull'asfalto del parcheggio.
Corsi da lui. "Stai bene?"
Kenny era carponi e mi chinai per aiutarlo a rialzarsi. Poi lo annusai. Aveva un odore incredibile: caldo, dolce e delizioso. Aveva cambiato dopobarba? O era una di quelle strane robe del feromone che si presume attirino le donne come un gigantesco richiamo per insetti geneticamente progettato? Non mi ero accorta di essergli tanto vicino finché non si alzò e i nostri corpi si trovarono quasi appiccicati.
Abbassò lo sguardo, una domanda negli occhi.
Io non mi allontanai. Avrei dovuto. E prima l'avrei fatto, ma non in quel momento. Non quel giorno.
"Rid?" disse piano, con voce profonda e roca.
Non riuscii a non dirgli che aveva proprio un buon odore. Il cuore mi batteva così forte che ne sentivo l'eco nelle tempie.
"Ridley mi sei mancata tanto. Dobbiamo rimetterci insieme. Lo sai che ti amo sul serio." Allungò la mano per toccarmi il viso e ci accorgemmo tutti e due che aveva il palmo sporco di sangue. "Ah, merda. Devo aver..." La sua voce si spense appena mi guardò in faccia.
Potevo solo immaginare cosa dovevo sembrare, così pallida, col mio nuovo Marchio blu zaffiro e gli occhi fissi sul sangue. Non riuscivo a muovermi; non riuscivo a guardare da un'altra parte." Io voglio...Io voglio..." mormorai. Cos'è che volevo? Non riuscivo a dirlo. Anzi, no, non è vero. Non potevo dirlo. Non potevo parlare ad alta voce dell'ondata di desiderio che stava cercando di sommergermi. E non era perché Kenny mi stava così vicino. Era già successo. Be',eravamo usciti insieme per un anno, ma non mi aveva mai fatto sentire così, niente a che vedere. Mi morsi il labbro e gemetti.
Il pickup stridette per fermarsi, sterzando vicino a noi.
Marc saltò giù e afferrò Kenny per la vita, trascinandolo verso la cabina.
"Piantala! Sto parlando con Ridley!"
Kenny cerco di opporsi a Marc, ma quello era il linebacker anziano dei Charger, una vera montagna.
Matt si allungò a dargli una mano, poi chiuse con forza la portiera.
"Lascialo stare, mostro!" mi strillò Marc mentre Matt dava gas e stavolta partiva davvero a razzo.
Salii nella mia macchina. Le mani mi tremavano tanto che dovetti fare tre tentativi prima di riuscire ad accendere il motore.
"Devo assolutamente arrivare a casa. Devo solo arrivare a casa."
Continuai a ripetere quelle parole mentre guidavo e tossivo da maledetti. Non volevo pensare a quello che era appena successo. Non potevo pensare a quello che era appena successo.