GET ME IN TO IT
#Ridley#
Proprio quando pensavo che la mia giornata non potesse andare peggio di così, vidi il morto che se ne stava in piedi vicino alla mia puff.
Bella stava sparando a raffica le sue solite bellate e manco si era accorta di lui. All'inizio. A dire il vero, adesso che ci penso, nessuno si era accorto di lui finché non aveva parlato (neanche Reece e Kendra se ne accorsero e loro stavano proprio li accanto), dettaglio che, tragicamente, è una prova in più della mia anomala incapacità d'integrarmi con gli altri.
"Ma no, Ridley, giuro su dio che Kenny non era poi così sbronzo dopo la partita. Non dovresti essere cosi dura con lui."
"Si, già. Certo", le avevo risposto distratta. Poi mi ero messa a tossire. Di nuovo. Mi sentivo uno schifo. Dovevo essermi presa l'influenza. Ma che strano, pensavo, l'influenza ad agosto? Non ne ho mai sentito parlare.
"Scusa Ridley, ma mi stai ascoltando? Credo si fosse fatto solo...non so...sei birre, e forse un paio di sigarette. Ma non è questo il punto. Probabilmente non se ne sarebbe sparato neanche uno se i tuoi stupidi genitori non ti avessero fatta andare a casa subito dopo la partita."
Ci eravamo scambiate un'occhiata da quando-mi-tocca-sopportare, trovandoci del tutto d'accordo sull'ultima ingiustizia che mi avevano fatto mia madre e il fallito-acquisto che aveva sposato quattro lunghissimi anni prima.
Poi, dopo una pausa di un nanosecondo scarso, Bella aveva ripreso a blaterare: "E poi stava festeggiando. Voglio dire abbiamo battuto Union!"
Bella aveva iniziato a scuotermi per le spalle e mi aveva cacciato la faccia sotto il naso."Ohii! Il tuo ragazzo..."
"Il mio quasi-ragazzo", l'avevo corretta, cercando in tutti i modi di non tossirle addosso.
"Quello che è. Kenny è il nostro quaterback, quindi è chiaro che vada a festeggiare. Erano un milione di anni che i Charger non battevano gli Union."
"Sedici." Sono negata in matematica, ma Bel è una tale incapace che mi fa sembrare un genio.
"Ok, quello che è. Il punto è che era felice. Dovresti dargli tregua ogni tanto!"
"Il punto è che è la quinta volta che si sbronza questa settimana. Mi dispiace ma non voglio uscire con un ragazzo il cui scopo principale nella vita oscilla tra cercare a giocare a football al college e buttar sei lattine di fila senza vomitare. Per non parlare del fatto che tutta quella birra diventerà grasso." Mi ero dovuta interrompere per tossire. Mi girava la testa e, quando l'acesso di tosse era finito, mi ero costretta a prendere dei respiri lenti e profondi. Non che la spara bellate se ne fosse accorta.
"Uuuh! Kenny grasso! Non ci voglio neanche pensare." Ero riuscita ad ignorare un altro stimolo di tosse." E baciarlo è come succhiare un piede tenuto a mollo nell'alcol."la faccia di Bella si era accartocciata." Okay, hai le tue cose. Certo che è talmente figo...."
Io avevo alzato gli occhi al cielo, senza preoccuparmi minimamente di non far vedere quanto fossi scioccata dalla sua solita banalità.
"Sei così scorbutica quando hai le tue cose! Be, comunque, non hai idea dell'espressione da cocker bastonato che aveva Kenny dopo che l'hai ignorato a pranzo. Non riusciva neanche..."
In quel momento lo vidi. Il morto. Ok me ne accorsi in fretta che non era tecnicamente "morto". Era non-morto. O non-umano. Quello che è. Non ci si poteva sbagliare su chi fosse e, anche se non avessi percepito la forza e l'oscurità che irradiavano da lui, non avrei potuto in nessunissimo modo non vedere il suo Marchio, la mezza luna blu zaffiro che aveva sulla fronte e i tatuaggi di nodi intrecciati che incorniciavano gli occhi altrettanto azzurri. Era un vampiro anzi, peggio:
Era un Rintracciatore.
E che diavolo, era in piedi vicino al tavolo con le mie amiche!
Poi le parole formali del vampiro scivolarono morbide a riempire lo spazio che ci divideva, pericolose e allettanti, come sangue misto e cioccolato fuso:"Ridley Ravenood! La notte t'ha prescelta; la tua morte sarà la tua nascita. La Notte ti chiama; ascolta la voce seducente della tua Dea!"
Sollevò un lungo dito bianco e lo puntò verso di me. L'ultima cosa che mi ricordo era il fitto dolore alla testa.
Poi svenni.
Quando finalmente sparirono le macchie bianche dalla mia vista, alzai lo sguardo e vidi le facce stravolte di Kendra, Reece e Bella che mi fissavano.
Tanto per cambiare, dissi la prima stupidata che mi venne in mente.
"Bella, ti stanno uscendo gli occhi dalle orbite. Sembri un pesce."
"O mio dio Rid! Ti senti bene?" Mi chiese Reece. Certo che si, mai stata meglio, sono appena stata marchiata da un vampiro e per di più mi gira la testa. Reece non si può essere più stupide di così, avrei voluto dire. Invece presi un profondo respiro e dissi nel modo più dolce possibile.
"Certo che sto bene. Non lo vedi?"
Pensavo che con questo commento si sarebbe messa a urlarmi contro, ma a quanto pare la mia supposizione era completamente sbagliata. Rimase in silenzio a fissarmi con la bocca spalancata, del resto lo facevano anche le altre due.
Feci un piccolo sussulto e rimasi li a guardarle per un po'. Dopo più o meno un'eternità decisi di rompere il ghiaccio.
"Allora vogliamo ancora andare a fare shopping? O avete intenzione di rimanere qui fissarmi per tutto il giorno?..sapete è inquietante." Con questo commento chiusero la bocca e mi aiutarono ad alzarmi.
"Uhm mi fa male il collo ma sento un forte dolore alla fronte." Commentai.
Loro tre rimasero in silenzio a darsi delle occhiate che da quel che penso io, dicevano molto più di qualche piccola frase.
"Che c'è?" Dissi frenetica.
"Ecco guarda." Mi disse Kendra passandomi uno specchietto.
Con un gesto rapido sollevai la testa scansando i capelli. Fu come fissare il viso di una sconosciuta dall'aria familiare. Si, insomma, come quando si vede una persona tra una folla e si potrebbe giurare di conoscerla ma invece non è vero.
Solo adesso ero io, la sconosciuta dall'aria familiare.
Aveva i miei occhi. Erano dello stesso color nocciola che non voleva decidere se essere un marrone scuro o un marrone chiaro, ma i miei non erano mai stati tanto grandi e rotondi.
Oppure si? Aveva i miei capelli, lunghi, ondeggiati e scuri non neri come quelli della nonna prima che diventasse vecchia con i capelli argentati ma più sul marrone. La sconosciuta aveva i miei zigomi alti, le miei guance paffute, il mio naso a patatina, e la mia bocca carnosa e larga, altri tratti presi dalla nonna e i suoi antenati Cherokee. Ma la mia faccia non era mai stata così pallida.
Io sono sempre stata olivastra, con la carnagione molto più scura del resto della famiglia. Ma forse non era la pelle che all'improvviso era diventata così bianca......Magari sembravo pallida in confronto al contorno del blu scuro della mezza luna posizionata perfettamente al centro della mia fronte.
Osservai il tatuaggio dall'aria esotica. Unito ai miei decisi lineamenti Cherokee sembrava marchiarmi con un segno selvaggio, come se appartenessi a tempi antichi, quando il mondo era più grande,....più barbaro.
E per un attimo-appena un istante-dimenticai l'orrore della non appartenenza al gruppo e provai una sconvolgente scossa di piacere, mentre dentro di me, nel profondo, il sangue del popolo di mia nonna gioiva.