Chapter 12

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Nuovo giorno
Nuova vita .

Camminavo tranquillamente tra le strade di New York City mentre guardavo le persone passarmi vicino, non curandosi minimamente di me. Stavo andando verso lo studio del psicologo Malik per parlare. Si ... Parlare del mio comportamento inopportuno visto che non sono andata dove mi aveva detto per incontrarci. Sinceramente non l'ho fatto apposta ... Mi sono dimenticata ecco tutto, però glielo devo. Mentre attraverso la strada intravidi, con la coda dell'occhio , una figura nera passare alla mia destra, ma la cosa che mi sospetta è perché io mi sia soffermata su quella figura, forse mi è familiare, o forse il mio cervello sta cercando in tutti i modi di farmi distrarre dalla porta dell'ufficio del psicologo. Entro lentamente dentro nel suo ufficio e mi guardo intorno.
" Le serve aiuto ?"- disse una segretaria seduta dietro al suo bancone mentre mi guardava sorridendo forzatamente. Era una bella donna, ma era troppo truccata. Aveva le labbra dipinte di rosso fluorescente e gli occhi neri, e quando dico neri intendo veramente neri che nascondono i suoi occhi color cioccolato.
" Sono qui per un appuntamento con il psicologo Malik... Mi ha detto che potevo trovarlo a quest'ora ... " dissi anche se era in ritardo di qualche minuto, ma ehi non sono mai stata una che segue alla lettera gli appuntamenti presi.
" Oh sì , prego entri pure, il Signor Malik la stava aspettando "- disse e io annuii cortesemente.
Mi avvicinai lentamente alla porta guardando con la coda dell'orecchio dietro di me e vidi la segretaria parlare al telefono fisso dell'istituto, probabilmente sta contattando il mio psicologo per avvisarlo del mio imminente arrivo. Mi fermai davanti alla parta e presi un respiro profondo prima di bussare per poi entrare.
" B-Buongiorno " - dissi leggermente nervosa.
" Ciao Rosette " - disse Zayn sorridendo seduto comodamente dietro alla sua scrivania di legno scuro lucido.
" Accomodati non ti mangio mica " - fa un cenno verso la sedia davanti a me e io mi sedetti lentamente su di essa.
Non è scomodata ... Per sua sfortuna, o avrebbe subito il mio mal umore di sempre.
" Volevo scusarmi ... Per non esser venuta alla caffetteria l'altra volta" - dissi giocando con le dita delle mani e mordendomi il labbro inferiore. Sentivo lo guardo di Zayn bruciarmi la pelle e questa situazione non mi piace.
Zayn sospira pesantemente e si appoggia allo schienale della sua sedia di pelle e sorride leggermente .
" Ti perdono Rosette ... Non sono nemmeno arrabbiato sinceramente, forse un po' deluso, ma non sono arrabbiato tranquilla " disse sinceramene e io lo guardai negli occhi e ricambiai il sorriso con uno timido.
" Ho pensato attentamente a quello che mi avevi detto quando ci siamo incontrati precedentemente e ... "
" E...." - che tensione .
" Va bene , ma ti avverto non sono abituata a parlare delle mie cose private a persone sconosciute sopratutto a dei... Ragazzi "
" Non sono un ragazzo Rosette "
" beh però abbiamo si e no quasi la nostra stessa età " - mi sistemai una ciocca di capelli dietro all'orecchio imbarazzata della situazione finché non sentii una debole risata da parte sua.
" Si forse hai ragione, ma come ho detto precedentemente sono molto capace in ciò che faccio "- disse sorridendomi e sporgendosi leggermente verso di me.
" Grazie Zayn " - sorrisi leggermente liberandomi leggermente dalla tensione che si era accumulata dentro di me.
Parlammo un po' di come si sarebbe svolta le sedute tra noi due durante quest'anno e posso dire che la cosa mi piace, non è come mi aspettavo, anzi mi trovo bene con Zayn .
Dopo circa una n'oretta di chiacchierata mi alzai dalla sedia perché si stava facendo tardi e gli sorrisi di nuovo.
" Già te ne vai ?" - mi chiese alzandosi.
"Si, si sta facendo tardi e credo che tu debba strizzare qualche cervello non il mio no ? "
" No " - disse ridacchiando e aprendomi la porta come un gentiluomo.
" Grazie " - sorrisi e lui mi diede un leggero bacio sulla guancia e io arrossii di botto portando una ciocca di capelli biondi dietro all'orecchio. Mi morsi il labbro inferiore e lo salutai definitivamente allontanandomi da lui imbarazzata.
Mi toccai la guancia ancora rossa per il suo strano gesto e sorrisi leggermente. Beh è andata molto meglio di quanto pensassi.
Camminai per le strade di New York, in tutto questo tempo ho capito che questa città è veramente affollata come dicevano.
Dopo aver preso un pullman e poi aver camminato un po' a piedi entrai finalmente a casa e mi tolsi le scarpe perché mi facevano male... maledette ballerine e alla mia testa che mi diceva che in quel momento dovevo mettermi le ballerine nuove .
Alzai lo sguardo e vidi che Harold stava quasi a due passi vicino a me e mi guardava intensamente.
" Harold ?" - lo chiamai confusa dal suo sguardo prendendo le ballerine in una mano.
" Ti sei fatta male ..." - mormora guardandomi i piedi e solo in quel momento mi accorsi che avevo il mignolo rosso dolorante e il dorso del piede sbucciato.
" Uhm... Si... Un po' " - mi avvicinai a lui, ma prima o poi che potessi superarlo Harold mi prese in braccio stile sposa e io arrossii di botto.
" C-Cosa fai ?! " - mi strinsi a lui per non cadere a terra. No non volevo avvicinarmi maggiormente a lui e odorare la sua acqua di colonia .. No.... Okay forse solo un poco.
" Ti porto in braccio così non sforzi i piedi " - mi porta in cucina.
" Posso ancora camminare " - dissi guardandolo dal basso verso l'alto.
Harold sorrise leggermente e mi fece sedere sopra al tavolo della cucina.
" Aspetta un attimo " - disse scomparendo e ritornando con dell'acqua ossigenata, dell'ovatta e dei cerotti.
" Cerotti con le fragole ? " - dissi guardando il disegno sopra al cerotto per i bambini.
" Si ho trovato solo queste " - disse Harold ridacchiando leggermente e prendendomi il piede delicatamente e applicando l'acqua ossigenata sopra all'ovatta per poi passarla lentamente su tutto il piede. Feci una leggera smorfia di dolore per il bruciore facendo alzare lo sguardo di Harold verso i miei occhi. Ci guardammo per pochi secondi negli occhi, eravamo così vicini, ma allo stesso tempo eravamo così lontani. Come in due mondi paralleli.
Distolsi per prima lo sguardo arrossendo come un ebete e mi passai una mano tra i capelli imbarazzata.
Prima che me ne rendessi conto sentii la presa di Harold sul mio piede rallentare la presa e le sue labbra erano posizionate dolcemente sulle mie.

Stalker|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora