Chapter 6

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"Tu mi devi assolutamente raccontare tutto ! Perché non mi hai più richiamato ?! Ti ho cercato sabato, ma non mi hai risposto !"- mi urlò al telefono Deborah.

"Beh... c'è stato un piccolo contrattempo..." - spiegai in mia difesa.

"Cosa è successo ?"

"Beh, tutto è iniziato con delle frittelle ..."

" Cosa ?! Parli sul serio ?"

"Già ..."

~ Il giorno prima ~

" Che fai oggi ? " - mi chiese Harold mentre si sedeva di fronte a me nella sala da pranzo.

" Ho programmato una giornata molto faticosa "- dissi mangiando un' altra frittella, oh dio ... sono deliziose.

" Che programmi hai ?''- chiede curioso e sorridendo leggermente.

"Allora, dopo finito di fare colazione vado in camera mia per farmi una docce veloce e mi vesto, visto che non posso girare per casa in pigiama" - dissi indicando il mio bellissimo pigiama con i conigli.

" Io trovo i conigli molto... Seducenti ?"- disse Harold guardandomi.

Ok in questo momento dovrei essere rossa dall'imbarazzo per la battuta che ha fatto su i miei conigli, ma non lo so. Cioè come posso imbarazzarmi quando lo dice in un modo molto, ma molto formale.

" Intendi sexy ? Beh ti posso dare ragione"- Dissi facendolo sorridere.

" Si, la parola sexy ti si addice di più "- mormora guardandomi con i suoi occhi profondi.

" Ah ah ah molto divertente, comunque ti stavo dicendo che dopo essermi vestita sarei stata davanti alla televisione con un pacchetto di patatine per ore e ore e.."

" Non hai niente da fare giusto ?"- disse velocemente.

" Beh, io non la metterei proprio così ''- cercai di non ridere facendo spallucce.

" Vuoi uscire ?"-mi chiese.

" Come ?"

" Vuoi uscire, con me ? "- insistette.

Ok, pensavo di aver sentito male, ma no ok... Che gli dico ? Se dico di si, sembro una disperata e dico di no diventerò disperata...

" Allora ? "- mi chiese con voce un po' confusa, visto che non rispondevo.

" Certo, mi farebbe piacere uscire insieme a te"- cercai di trattenere la mia gioia al minimo.

" Allora aspetta un attimo..."- disse alzandosi.

" Dove vai ?"

" A cambiarmi, non posso uscire mica con la divisa da lavoro, non credi ?"- disse alzandosi dalla sedia e sfoderandomi un sorriso.

Il suo sorriso...

" Si, allora vado anche io a cambiarmi"- dico velocemente coprendomi il viso per non arrossire.

Appena non vidi più Harold corsi verso camera mia e andai dritto a farmi una doccia. Dopo finita la doccia mi vestii con un paio di jeans stretti strappati bianchi e un maglione rosa chiaro,non molto appariscente.

Le mie convers bianche, ok posso dire che sono pronta.

Appena presi la mia borsetta a tracolla sentii qualcuno bussare alla porta.

"È aperto"- dissi guardandomi allo specchio per trovare qualche difetto nel mio abbigliamento.
" Sei pronta ?"- chiese Harrold, fuori alla porta.
" Si si, sto vedendo solo se ho preso tutto... ok sono... pronta"- uscii dalla mia camera ma mi fermai a guardare Harold è rimasi fulminata.
Anche se aveva soltanto un maglione grigio topo e dei jeans non troppo larghi ne troppo stretti, era assolutamente bellissimo.
"Allora ? Ti sei incantata ?"- disse avvicinandosi.
" N-No ... ecco... io, ok sono pronta"- distolsi lo sguardo dal bellissimo ragazzo dai occhi verdi e mi diressi verso lui.
"Non sentirai freddo ?"- mi chiese Harold squadrandomi dalla testa ai piedi.
"N-No starò bene, tanto non faremo tardi, vero ?"- dissi guardandolo.
" Io ti volevo portare in un posto, ma visto che non vuoi fare tardi passiamo anche..."
"No no no no, vado a prendere una giacca e scendiamo, ok ?"- dissi di fretta facendolo sorridere.
Salii le scale e per poco non cadevo a terra, ma per fortuna non era successo.
Presi la prima giacca che vidi e scesi di fretta, non volevo far aspettare ancora Harold.
Vidi che Harold mi stava aspettando all'uscita e quando mi misi affianco a lui un vento gelato mi percosse le membra, ma non dissi niente per non ritornare sopra a prendere un giacca più pensante o addirittura un giubbino invernale.
Entrai nella macchina che Harold usava per portarmi e prendermi a scuola, e ci dirigemmo verso una metà sconosciuta.
"Dove stiamo andando ?"- chiesi curiosa.
"Lo capirai appena arriviamo"- mi rispose sorridendo, ma non distraendosi dalla strada.
Passammo una buona mezz'oretta a parlare e chiacchierare e anche cantare. Si, non sto sognando, mi sono messa a cantare ad alta voce insieme a Harold. Non sapevo che sapeva cantare così bene.

"Canti veramente bene Harold"
"Tu dici ? Invece tu sei stonatissima"
"Grazie eh"- gli diedi un piccolo schiaffo sulla spalla per scherzo.
"Non pensavo che eri così divertente Harold"
"Molto gentile"- disse retorico
"Ehi, fammi finire. Quando ti ho visto la prima volta ho pensato che eri solo una persona viziata e nulla facente, poi ho pensato che eri un asociale e non ti piaceva divertire. Ma se ci penso adesso mi viene da ridere"
"E adesso ? Come ti sembro ?"- chiede con tono curioso.
"Una persona gentile,simpatica e sincera"- dissi sorridendo, ma il mio sorriso si spense appena vidi che Harold non sorrideva più è aveva una espressione dura, non mi piaceva per niente.
"Harold ? Ho detto qualcosa di sbagliato ?"- dissi guardandolo.
"No, mi sono solo perso nei miei pensieri"- disse sorridendo.
Stavo per dire che poteva confidarsi con me, ma il mio cellulare iniziò a suonare.
"Pronto ?"
"Dove sei finita?!"- urlò Deborah al telefono.
"Ehm, adesso non posso parlare.."
"Perché ? Stai con qualcuno ? Aspetta non me lo dire, sicuramente stai con il maggiordomo dai occhi verdi"
"Si, perciò non chiamarmi, ti chiamo io appena ho finito"
"Dopo mi racconti tutto, chiaro ?"- mi chiese, anche se per me non era una domandai, ma una affermazione.
Chiusi la chiamata appena Harold spense la macchina eravamo arrivati per fortuna.
Guardai fuori la finestra della portiera della macchina e vidi un bellissimo parco, non c'era nessuno visto che stava arrivando l'inverno, ma lo spettacolo era meraviglioso.
"Ti piace ?"
"Si, non sono mai venuta qui"
"Beh ci credo, ho pensato che essendo da poco trasferita in questa mega città pensavo che ti farebbe piacere vedere i posti più belli di New York, beh ti ho portato al famoso Central Park, ti piace ?"
"È bellissimo"
"Scendiamo così facciamo un passeggiata"- disse aprendomi la portiera della macchina e aiutandomi a scendere.

"Allora Harold... parlami un poco di te"- dissi guardandolo.
"Non c'è molto da dire"- disse indifferente.
"Qual'è il tuo colore preferito ?"
"Il bianco, il tuo invece ?"

Il colore dei tuoi occhi....

"Mmh... il verde e il celeste. Quanti anni hai ?"
"20, 21 il primo febbraio"
"Beh è inutile che ti dica anche il mio.... che ti posso chiedere... ah si, ecco, non vorrei essere indiscreta, ma sei per caso un senza tetto ?"
"Perché mi chiedi questo ?"- disse con tono un po' più duro.
"Perché mia zia mi aveva detto un po' di tempo da che tutte le domestiche e i domestici erano dei poveri e lei le aveva portati a casa sua dandogli un luogo dove vivere... perciò visto che tu lavori per lei ho pensato che..."
"Più o meno"
"Non mi dirai di più vero ?"
"Non mi piace parlare di me, però sono un ottimo ascoltatore, infatti se hai un problema puoi sempre venire da me"
"Uhm si..."- dissi un po delusa dalla sua risposta.

Passeggiammo per non so quanto tempo, stando in silenzio,non era un silenzio imbarazzante, ma erano quelli piacevoli.
"Si sta facendo tardi, vuoi per caso andare in qualche negozio o prima vuoi pranzare ?"- mi chiese Harold.
"Che ore sono ?"
" le 14:30, credo che sia meglio andare a mangiare qualcosa"
"Lo credo anche io, ma prima voglio farti un ultima domanda"- dissi mettendomi una mano davanti a lui e puntandogli un dito contro il petto.
"Dimmi"
"Mi devi rispondere con sincerità a questa"- dissi seria
"Cercherò di esaudire il vostro desiderio"
"Come porti i cognome ? Cioè io so solo le cose più banali di te, di personale so solo che ti chiami Harold e forse vieni dalla strada... mi sento un po' fuori luogo.."
"Styles, il mio cognome è Styles, ma non ha nessuno importanza"- disse indifferente come sempre.
"Invece qui ti sbagli"
"Perché mi dovrei sbagliare ?"
"Perché anche la formica più piccola del pianeta ha un suo perché nella vita"- dissi guardandolo e lui mi fece una faccia strana e girò la faccia dall'altro lato così non potevo vedere il suo viso.
"Ho detto qualcosa di male"
"N-No"- disse lui sentendo delle piccole risate.
Ah...
"Perché stai ridendo ?!"- dissi voltando la sua testa verso la mia e vidi che aveva gli occhi lucidi e il sorriso stampato, non poteva essere più bello di così.
"Non hai detto niente di male"- disse a stento per ricoprire le sue risate e io mi misi a ridere. Non c'era un vero motivo per cui l'avevo fatto, ma avevo soltanto voglio di ridere a crepapelle e alla fine anche Harold si mise a ridere come me.

Sembravamo due amici normali.

Quando finalmente smettemmo di ridere mi accorsi di una cosa molto importante su Harold.
Tutte le risate e i sorrisi che mi aveva fatto prima della 'nostra risata generale' erano falsi.

Stalker|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora