"Come è andato il primo giorno di scuola ?"- mi chiese Harold mentre entravo in macchina.
Le lezioni sono finite e Harold mi è venuto a prendere, quando Lilith ha visto Harold credo che abbia pensato che lui era il mio ragazzo. Penso questo perché mi ha fatto un sorriso e dato una pacca sulla schiena ed è corsa via.
"Bene"
"Qualcuno ti ha dato fastidio ?"
"Nessuno"- tranne quella ragazza che mi ha chiamato troia, ma tutto bene.
"Sembri arrabbiata"
"È la tua impressione"
"Uhm"
"Uhm ?"
"Vuole qualcosa ?"
"Che significa uhm ?!"
"Niente e solo una espressione espressiva"
" È uno scherzo vero ?"
"Per niente, mi sembra molto più ..."
"Attiva ? Si perché ho una fame da lupi, non vedo l'ora di mangiare".
"Bene, oggi hanno preparato un delizioso fegato di coniglio"
"Dimmi che stai scherzando"
"Si, questa volta sto scherzando"- disse sorridendo.
"Sei molto carino quando sorridi"- dissi senza pensarci.
Harold rivolse anche se per un attimo la sua attenzione su di me e sorrise ancora di più.
"La ringrazio"- disse facendo uscire sulle guance due adorabili fossette- " Anche lei ha un sorriso splendido"
"Oh- arrossii - grazie"
"Siamo arrivati"- disse spegnendo la macchina.
Uscii dalla macchina e ci dirigemmo dentro casa.
"A te invece, come è andata la giornata ?"- chiesi.
"Ho dovuto fare delle commissioni, ma è passata molto velocemente la mattinata"
"Ah per fortuna"
"Che intende ?"
"Ho avuto l'impressione che non te ne eri nemmeno andato e che mi stavi osservando da lontano, ma che stupidaggine avevo pensato no ?"-dissi, come potevo mai pensare una cosa del genere ?.
Non mi rispose e continuò a camminare dritta.
Forse ho detto qualcosa di male ?
"Scusami"
"Perché ti scusi ?"- mi chiese con voce un po' dura.
"Ti ho infastidito con le mie parole e-"
"Non ti devi scusare Rosie"
Mi fermai e lo guardai.
Mi ha chiamata per nome..
Quando lo ha fatto ho sentito una strana sensazione che partiva nella parte più profonda dell'animo.
"Rosie ?"
"Non dovevo chiamarla così ?"
"Si si, puoi chiamarmi così, ma... è strano... Mi piace..."
Harold sorrise ancora. Ero immersa nel suo sorriso che non mi accorsi che eravamo arrivati nella sala pranzo.
"Rose !"- urlò mia zia iniziandomi ad 'abbracciarmi'.
"Zia, soffoco"- è detto ciò mi lasciò.
"Come è andato il primo giorno di scuola ?"
"Benissimo, mi sono fatta un'amica"
"Ah si ? Un giorno invitala a casa"
"Certo"
Mangiai, per fortuna, pasta e sugo e potevo dire che era delizioso.
Quando stavo per salire le scale mia zia mi chiamò.
"Rosette"
"Dimmi zia"
"Non ti dimenticare di prendere la medicina, sai, non vorrei che la tua malattia invece di migliorare peggiorasse e oggi verso le otto devi andare dal nuovo psicologo che ti terra sottocchio.
"Va bene"- dissi per poi andandomene in camera mia per studiare.
******************
Non c'è la faccio più !
Presi il telefono a vidi che erano le sette, tra un ora devo stare dal nuovo psicologo.
Mi alzai sistemai i vestiti da mettere sul letto e andai a farmi una doccia veloce.
Finita la doccia uscii dal bagno con solo un asciugamano e per poco non mi misi a urlare.
"Harold ! Che ci fai qui ?!"
"Sono venuto a chiamarla per andare dal psicologo"- disse guardandomi.
"O-Ok, ma mi puoi uscire, mi devo vestire"-dissi indietreggiando.
Harold annuì e uscì.
Che vergogna.
Sicuramente ero inventata rossa come un pomodoro maturo.
Mi misi un jeans stretto chiaro con la maglietta del Hard Rock e le mie vans bianche.
Quando uscii vidi in lontananza Harold che si guardava la mano.
"Ho finito"- dissi avvicinandosi.
Harold alzò lo sguardo dalla mano e se la mise nella tasca.
"Adiamo ?"- chiesi un po' confusa visto che non mi aveva rivolto la parola.
"Andiamo"- disse calmo.
Mentre ci dirigemmo verso la macchina, Harold non mi ha rivolto nemmeno una parola. Che cosa ho sbagliato questa volta ?
La tensione era tesa come una corda di un violino e questa cosa mi faceva innervosire ancora di più.
"Siamo arrivati"- disse fermando l'auto. Scesi dalla macchina senza dire nulla e mi diressi verso l'entrata, Harold mi seguiva come una guardia del corpo e sinceramente mi stava dando un po' fastidio.
Mi diressi verso la segreteria dove c'era una ragazza con capelli rosa e biondi e un rossetto rosso molto acceso che mangiava una gomma da masticare.
"Mi scusi"- dissi e mi rivolse un veloce sguardo disgustato, ma appena vide Harold si ricompose e si mise a sorridere.
"Come posso aiutarla ?"
"Ho un appuntamento con la dottoressa Whither "- dissi, ma non ricevetti nessuna risposta. Era ancora affascinata a guardare Harold e credo che lui l'abbia notato visto che stava trattenendo un sorriso.
"Mi.Scusi."-scandii meglio le parole e finalmente mi guardò innervosita.
"La dottoressa Whither ?"
"Ha un appuntamento ?"
"Certo, alle ore otto"-dissi.
"Nome ?"
"Christopher, Rosette Christopher".
"Molto bene attenta, la prossima sarà lei"- disse indicando una sedia.
Mi sedetti e anche Harold fece lo stesso. Vidi che tutti i sguardo si posizionarono su di me e su Harold e questa cosa mi dava fastidio.
Ok, lo so che è strano vedere un giovane maggiordomo accompagnare una giovane ragazza, ma andiamo. Siamo nell'età moderna, ormai si vede di tutto e di più.
Sentii la mia tasca del jeans vibrare a causa del mio cellulare.
Lo presi e vidi che mi era arrivato un messaggio.
Da: Debby
Ehi, che fai ?
D.
A: Debby
Dal psicologo
R.
Da: Debby
! Perché stai dalla psicologo ?! È successo qualcosa ?
A:Debby
Te lo spiego domani mattina, tranquilla non è successo nulla di problematico.
Da:Debby
Ok, domani però mi devi raccontare tutto o se no ti picchio.
Mi misi a ridere leggermente immaginando la scena.
"Il prossimo può entrare"- disse la voce squillante della ragazza in segreteria.
"Harold ti rimani qui, vengo subito ok ?"
"Certo"
A: Debby
Adesso devo entrare, ci sentiamo dopo ok ?
Da: Debby
Certo, a dopo.
Entrai e mi sedetti sulla poltrona posizionata nella stanza.
La stanza era molto cupa, ma molto elegante. Era fatta maggiormente da legno scuro e non vedo nessuna cornice con delle foto. Forse la psicologa non deve essere sposato o è divorziata.
"Scusami per il ritardo"- disse una voce roca maschile.
Mi girai e vidi un ragazzo con occhi color cioccolato e capelli neri, oppure erano bruni ?
"Piacere, mi chiamo Zayn, Zayn Malik, e sono il tuo nuovo psicologo Rosette"
Un ragazzo ? no, non è possibile. Sicuramente è un errore, un banale errore.
"C-Ci deve essere un problema, ho espressamente richiesto di avere una donna come mia psicologa"
"Non ci sono errori, non si deve preoccupare sono molto bravo nel lavoro che faccio anche se sono molto giovane".
"Non metto in discussione il vostro lavoro, ma io... non posso, mi dispiace no..."- dissi incamminandomi verso la porta.
"Rosette aspetta"- dissi Zayn avvicinandosi, ma io aveva già aperto la porta e me ne stavo andando quando uscì mi diressi verso Harold e mi nascosi nel suo petto.
"Che succede ?!"- mi chiese allarmato.
"Per favore... andiamocene"- supplicai.
"Rosette !"- mi raggiunse Zayn, ma appena vide Harold si fermò.
"Harry ?"- disse Zayn.
Harry ?
"Harry sei veramente tu ?"- chiedeva Zayn a Harold.
"Non so di chi stai parlando"- rispose a tono Harold per poi stringermi il braccio e incamminandoci all' uscita, ma Zayn si mise davanti alla porta.
"Non potete andarvene ! Sopratutto tu Rosette, tua zia mi ha pagato per diventare il tuo psicologo, non devi avere paura di me".
"Scusa, ci devo pensare"
" Rosette non fare stupidaggini, io posso aiutarti".Io posso aiutarti ?
"Nessuno mi può aiutare, signor Malik"- detto questo me ne andai seguita da Harold.
**********************
Mentre Harold stava accendendo la macchina, mi girai e vidi che era un po' nervoso, non so il perché."Tutto bene ?"
"Si"- disse duramente.
"Ok.."- dissi distogliendo lo sguardo.
Sentii una mano appoggiata sulla mia e che mi accarezzava dolcemente.
Mi girai e vidi che Harold aveva la faccia più rilassata e sorrideva dolcemente.
"Non si deve preoccupare signorina per me"
" Ti prego Harold, chiamami Rosette, non sopporto 'signorina', è troppo formale.
"D'accordo, Rosette"Quando mi ha chiamato per nome mi sono venuti i soliti brividi. Forse ho un po' freddo, eppure non ho freddo anzi ho caldo. Sento come una scarica elettrica che parte dalla mano che mi ha toccato Harold e arriva fino al basso ventre. Non ho mai provato una sensazione così piacevole quanto strana.
"Harold ...."
"Si ?"
"Perché Malik ti ha chiamato Harry ?"
Per un primo momento ho visto che Harold stava stringendo così forte il volante facendo diventare le sue nocche bianche. Forse non era poi una grande idea chiederlo."Non devi rispondere per forza ! Ecco...ehm... io ero solo curiosa, cioè non mi voglio fare infatti tuoi, ma ecco...."- dissi cercando di farlo tornare tranquillo e ricevetti una debole risata.
Ero così divertente ?
"Perché ridi adesso ?!"- dissi nervosa.
"Niente"- disse cercando di comporsi, ma non ci riusciva.
"Dimmelo"
"Ho detto niente"
"Harold..."-dissi guardandolo male.
"La tua faccia... era estremamente buffa"Buffa ?!
"C-Cosa non è vero !"
"Certo che è vero, te lo giuro. Io non mento mai"Non mente mai eh.....
"Se non menti mai allora dimmi perché Zayn ti ha chiamato Harry".
"Non è importate"
"È un tuo soprannome ?"
"No"
"In realtà Harry è il diminutivo di Harold ?"
"Cosa ? ma l'hai fatta prima questa domanda ?! non te ne sei accorta !"- disse sorridendo.
"Uf, rispondi alla mia domanda "
"Ok ok, in verità .... ho un fratello gemello che si chiama Harry".
"Ah, solo questo. Io che pensavo che c'era qualcosa in più ...."
"Cosa avete pensato ?"
"Qualcosa di più soprannaturale, più strano... non so se mi sono spiegata"
"Ho capito, no è solo questo"
"Allora perché ti ha fatto innervosire quando ti hanno chiamato Harry e perché ti sei innervosito quando ti ho chiesto il motivo e hai evitato la mia domanda ? Posso sembrare stupida ma non lo sono".
"Lo so, tu sei speciale"- disse debolmente.
"Cosa ?"- credo di aver capito male.
"Siamo arrivati"
"Ah ok...."- ecco avevo capito male.
Scendemmo dalla macchina e ci avviammo verso casa.
Aspetta un momento ... Non mi ha risposto più !
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Stalker|| Harry Styles
FanfictionSapete quella strana sensazione che fa venire la pelle d'oca, ma alla fine è solo frutto della vostra immaginazione ? Beh a me capita più spesso di quanto immaginate. Vi siete mai sentire osservate, ma quando vi giravate non c'era nessuno ed avete p...