Chapter 9

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Era un giorno come gli altri.
Stavo accarezzando Jekyll ... si il gattino trovatello l'ho chiamato così perché Je in francese significa io e kill in inglese significa uccidere, un anagramma. Mi sono ispirata alla storia di Stevenson, allo strano caso di dottor Jekyll e Mr Hyde. Si lo so sembra strano, ma è il primo nome che mi è venuto in mente.

Sono passate alcune settimane da quando ho ' salvato ' il gattino e ogni domenica lo porto al veterinario e li incontro sempre Liam, il figlio del veterinario.
Liam può incutere paura per il suo aspetto fisico, ma in verità ha un cuore caldo e dolce.

Harry... quel ragazzo era identico ad Harold, e la cosa più strana è che dopo il mio incidente non ho visto più Harold in giro e mi accompagna a scuola Alec.

Dove starà finito ?

" cosa devo fare Jekyll ? "- dico accarezzandogli la pancia e lui in mia risposta mi fa un leggero miagolio.

Mi viene quasi da ridere a pensare quando ho portato a casa per la prima volta Jekyll qui. Mia zia appena lo ha visto ha sgranato gli occhi e mi ha chiesto gentilmente di portarlo fuori. Alla fine sono riuscita a convincerla, ma ad una sola condizione.
Devo andare con lei ad una cerimonia, non so di che tipo di cerimonia, ma non mi ha dato altre spiegazioni.
Certe volte mia zia è veramente strana.
Ero persa nei miei pensieri quando sentii bussare alla porta.
" Zia puoi entrare "- dissi immediatamente.
" Mi scusi..."- quella voce... non può essere lui...
" Harold "- dissi mentre fissavo i magnifici occhi del mio giovane cameriere.
" Sono venuto qui per informarla che la cena è servita "- disse con tono piatto facendomi rabbrividire.
" Dove eri finito ?! Per caso gli alieni ti hanno catturato, ma ti hanno rispedito sulla Terra ?!"
"Nulla del genere signorina... ho dovuto fare delle cose personali "- disse con tono freddo e distaccato.
Sbuffai stanca della situazione che si era creata.
"Okay"- dissi solamente con tono duro cercando di reprimere tutta la delusione che si era creata.
Presi in braccio Jekyll sotto lo sguardo indagatorio di Harold ed uscì dalla mia stanza.
"Quello è un gatto ?"- mi chiese mentre mi seguiva.
"No è un topo "- dissi retorica.
"Non ha le sembianze di un topo"- disse convinto.

Oh Dio, aiutami tu.

"Harold ero retorica - alzai il gattino per farlo vedere ad Harold facendolo miagolare - è un gatto"

"Questo lo vedo, ma qui non possono vivere gli animali"

"Harold questa ormai è anche casa mia, ho il permesso di mia zia "

"Ma.."

"Harold non rompermi il cazzo"- urlai disperata alzando gli occhi al cielo.

"Non alzare gli occhi al celo ..."- sentii dire a bassa voce, ma non ci feci tanti caso.

Andai giù in cucina e mi preparai una vistosa colazione, visto che non era pronto niente.

"Signorina se vuole le cucino io..."- di nuovo lui ?!

"Non c'è bisogno"- dissi prendendo il latte.

"Insisto"- disse avvicinandosi a me.

"Insisto pure io"

"Sono il vostro cameriere, la devo servire nel modo migliore possibile"

"Se sei il mio cameriere e deve eseguire ogni mio ordine, la ordino di non infastidirmi più e di andare al quel paese"- dissi rossa dalla rabbia.

Harold mi guardava negli occhi mentre teneva i pugni chiusi sui fianchi e mi guardava con sguardo intenso.

Forse ho esagerato ?

"H-Harold io..."

"Come desidera"- disse mettendo una mano sul petto facendo un lieve inchino e andandosene dalla cucina.
Che cosa ho fatto ?
Dalla rabbia diedi un pugno sul tavolo facendomi male, ma non mi importava più di tanto.
Jekyll venne vicino al mio piede e si mise a fare le fusa, forse per consolarmi ?
Dopo aver fatto un profondo respiro per calmarmi, inutilmente, mi versai solo un bicchiere di latte e lo bevvi in un sorso.
Ho bisogno di aria fresca.
Andai in camera mia e mi misi la prima cosa che vidi, una gonna ampia lunga fino al ginocchio e una camicia nera. Presi le mie adorate convers nere e dei occhiali da sole, visto che mi scocciavo di truccarmi, anche se avevo un viso cadaverico.
Appena misi il piede fuori la porta sentii il vento che mi scompigliava i capelli, così presi un qualsiasi cappello, probabilmente era di mia zia e me lo misi.
Camminai non so per quanto, ma ad un certo punto mi sentii osservata. Mi girai, ma non vidi nessuno... oh basta non ne posso più !
Iniziai a correre per le strade affollate di New York, mentre facevo zigzag tra la gente. Vidi un vicolo buio e mi ci buttai entro. Non c'era nessuno.... non potevo tornare adesso in dietro, perciò mi incamminai per il vicolo.
Mi nascisi dietro ad un cassonetto di rifiuti.
Sembro una pazza, ma devo capire se è solo la mia immaginazione o no.
Riuscivo a sentire il mio cuore battere forte, come un martello, probabilmente per la paura è l'adrenalina, ma feci finta di niente.
Forse mi sono sbagliata....
Ma appena pensai queste parole sentii dei passi lenti avvicinarsi.
Ad un certo punto non sentii più niente, probabilmente si era fermato ...
"Cazzo, dove è finita ?!"- disse una voce roca, ma familiare.
Sentii dei passi veloci allontanerei da me, se ne era andato.
Mi alzai dal mio nascondiglio e guardai l'uscita.
Allora non mi stavo immaginando un bel niente.

Stalker|| Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora