3° AL MATTINO

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Ore 6:00

Il suono di una sirena svegliò i detenuti, era tempo di lavorare, di essere produttivi, anche se la legge li aveva costretti fra quattro mura.

Walter aprì gli occhi, del cuore sanguinante non vi era traccia; era stato solo un terribile incubo.

Dissodare il terreno, ecco in cosa consisteva il loro lavoro.

Avrebbero funto da aratri umani, muniti solamente di una zappa e una vanga.

Il sole si alzò pallido in cielo coperto perlopiù da nubi temporalesche.

Faceva freddo, il termometro scendeva frequentemente sotto lo zero.

Walter osservò i compagni di sventura mentre ad uno ad uno chiedevano guanti o cappotti alle guardie.

<Non è il momento; dopo, dopo, adesso torna al lavoro> erano le risposte più frequenti, in barba alla pietà e ad ogni diritto umano.

Un detenuto si accasciò al suolo, stanco e visibilmente disidratato.

Un secondo dopo Walter capì perché c'erano solamente due guardie preposte al loro controllo.

Una violenta scossa elettrica avvolse l'uomo, costringendolo in ginocchio; ansimante si rimise in piedi, conscio che alla prossima caduta avrebbe ricevuto un trattamento assai peggiore.

Ecco a cosa serviva il braccialetto che ognuno di loro portava al polso.

Un apparecchio di controllo semplice ed efficace.

L'ora di pranzo arrivò piuttosto in fretta, così come la sera.

Erano passati solo due giorni, quanti ne sarebbero rimasti prima che un uomo cedesse alla stanchezza e si abbandonasse all'oblio?

Danny sembrava conoscere la risposta.

Quella notte fu prelevato nuovamente dalla cella e così per tutta la settimana.

Lividi si sommarono a lividi ma il piccolo uomo sembrava non curarsene, quasi fosse consapevole che quel trattamento era una giusta punizione per i suoi peccati, qualunque essi fossero.

Poi arrivò quella notte.

Danny era sveglio, se ne stava in piedi fra i due letti a castello in attesa che lo venissero a prendere.

Arrivarono poco prima dell'alba, lo trascinarono fino alla palestra e lì iniziarono il solito trattamento fatto di calcio e pugni.

Danny non parlò, lasciando che quelle bestie sfogassero la loro ira.

Poi, quando tutto sembrava finito decise di provare quella cosa.

Erano in tre, tutti grandi e grossi ma sostanzialmente lenti quanto basta perché il suo nuovo amico svolgesse appieno il lavoro.

E così l'uomo alle sue spalle urlò quando la coscia si aprì, il tipo alla sua destra senza accorgersene si ritrovò con la gola tagliata di netto; infine l'uomo di fronte cadde al suolo agonizzante mentre il pezzo di metallo torturava l'occhio sinistro.

<Troppo facile> esclamò Danny prima che la guardia lo colpisse al capo.

Walter era lì, senza sapere il perché, nascosto e incredulo di fronte a quella scena.

Il glabro aveva steso quei tre energumeni con il solo aiuto di un pezzo metallico.

Assurdo.

Chiuse gli occhi, cercando di pensare a qualcosa e fu in quel preciso istante che comprese.

Urlò, ripensando all'incubo della prima notte, al cuore sospeso e a tutto quel sangue.

<Maledizione> esclamò, pensando che le guardie lo avrebbero scoperto.

Con sua grossa sorpresa non accadde nulla.

Uscì dal cumulo di tappetini e vide che la palestra era vuota.

Di Danny, le guardie e i tre energumeni non vi era traccia.



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