Walter Chris Stewart si alzò in piedi, in silenzio,la testa china.
La giuria entrò pronta per emettere il verdetto.
Chiuse gli occhi cercando di sentire solo il battito del cuore.
Non lo udì.
<La giuria dichiara l'imputato colpevole>.
Colpevole, come sospettava, come aveva sempre saputo fin nel profondo.
Il giudice lesse la pena; ergastolo e non iniezione letale perché c'erano le attenuanti generiche.
La perdita del lavoro, le difficoltà economiche e tutto il resto gli avevano salvato la vita ma poi per cosa?
Per finire vita natural durante fra quattro sudicie mura?
Era tutto un beffardo scherzo del destino dove la vittima era diventata il carnefice mentre dall'altra parte la vera colpevole gioiva.
Walter si voltò cercando lei fra i famelici spettatori ma non la vide.
Ora era solo e così sarebbe stato per i giorni a venire.
Katrina Madidof era colpevole di omicidio, eppure gioiva beata perché fra qualche ora sarebbe entrata in possesso di una piccola fortuna.
Era tutto vero, la vita é una continua bizzarria.
18 Novembre
L'aria pungente accolse i condannati stanchi e assonnati dopo una notte passata a guardare buie distese di terra incolta e vecchi silos simili a grossi mostri famelici.
Scesero dal bus, testa china, in silenzio.
Una guardia li fece allineare davanti ad un uomo in divisa beige scolorita e logora.
<Buongiorno, il mio nome è Thomas.J.Smith ma voi potete chiamarmi Capo; se siete qui è per un motivo semplicissimo, avete commesso un qual si voglia reato e adesso sconterete la dovuta pena.
Non ho alcun motivo per giudicarvi ma vi avverto, qui, in questo penitenziario i piantagrane non sono ben visti; quindi se vi è rimasto un po' di cervello fareste maglio a non creare problemi; detto questo vi auguro un buon soggiorno nel penitenziario di River Side>.
Smith se ne andò lasciando i carcerati sotto la guida di un paio di guardie e i loro fidati fucili.
In poco più di mezz'ora furono smistati in varie celle o meglio locali quadrangolari piccoli e sporchi, dotati di due letti a castello, un lavandino, uno specchio e uno squallido orinatoio.
Walter si accontentò di quel che restava, rimase sempre in silenzio, anche perché quella era gente pericolosa, non come lui che......
Già, anche lui ora era un uomo pericoloso, almeno per quel che diceva la legge.
Osservò di sfuggita i compagni di cella riconoscendo un tipo che durante il viaggio se n'era stato in disparte a dormire come se niente fosse.
Qualcuno lo aveva chiamato Danny, qualcun'altro Glabro ma in fin dei conti era pur sempre un tipo dalla faccia poco raccomandabile.
Walter restò in silenzio per tutta la giornata, anche durante la cena dove aveva trovato un posto lontano da tutto e da tutti.
Eppure il suo sguardo continuava a scrutare quell'uomo smunto, alto poco più di un metro e settanta, dagli occhi piccoli e indagatori.
Danny non parlava, proprio come lui, ma differentemente se ne stava fra gli altri carcerati, cercando in un certo modo di mimetizzarsi.
La notte arrivò presto ma gli occhi di Walter erano aperti e vigili.
Un rumore di passi lo scosse, la cella che si apriva, poi Danny che chiedeva spiegazioni mentre una guardia lo trascinava all'esterno.
Quindi il silenzio.
Passarono un paio d'ore prima che l'uomo tornasse in cella; era livido in volto, dallo sguardo perso e il passo ciondolante.
Si buttò sul materasso e chiuse gli occhi; Walter li chiuse a sua volta cadendo in un sonno profondo.

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VARIANTE
УжасыFino a dove può spingersi una persona per amore? Può un uomo cadere fra le braccia del buio senza alcuna possibilità di ritorno? Walter Chris Stewart non aveva altre possibilità.... o almeno così credeva.