8° FOLLIA

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Non vedeva, non sentiva, tutto era buio e desolazione.
Ma alla fine andava bene così, perché nonostante tutto era vivo, percepiva quel senso di dolore che solo un corpo animato poteva provare.
Contare i secondi che lo separavano dalla luce era diventato il suo passatempo preferito, nonché unico rimedio alla follia dilagante.
Qualcosa lo sfiorava perennemente, scherniva i sensi e tormentava i pochi sonni che il corpo gli concedeva.
Aveva freddo, vestito di pochi stracci umidi e maleodoranti; probabilmente qualche malanno l'avrebbe condotto all'oblio eterno o peggio ancora sarebbe caduto in quell'abisso dove ogni parola è priva di significato e le persone sono solo macchie d'inchiostro che la mente trasforma in figure bizzarre.
Danny era conscio del destino che l'attendeva; tutto era iniziato seguendo un preciso disegno ed ora non poteva certo sperare di cambiare le cose con un semplice <mi dispiace>.
Tossí e fu il primo rumore che percepí dopo giorni; forse i sensi stavano trovando un flebile equilibrio.
Poi vide quel punto vibrare a mezz'aria, era di un rosso acceso, quasi accecante.
Formava piccoli cerchi concentrici che si allargavano lentamente; da quel movimento rotatorio ne usciva un' onda sonora a bassa frequenza che lambiva il terreno facendolo scuotere leggermente.
Danny sobbalzò, poteva mai essere un altro scherzo della sua fragile mente?
Infine arrivò quella voce bisbigliante a fugare ogni dubbio.
<Daniel, ti ricordi di me?
Ricordi quel tempo passato in cui tutto era solo un sogno?>
Danny arretrò nel buio, spingendosi fino a quello che sembrava un muro ma la voce lo seguì, invadendo ogni senso conosciuto.
<Perché scappi?
Hai paura di me?
E perché mai dovresti averne?>
<Follia, follia, follia> urlò, sperando che la voce smettesse ma questa continuò a insinuarsi, come un cancro, spingendosi nel profondo, toccando ogni organo vitale e arrivando quindi al cuore.
<Lo senti?
Batte, lentamente, più o meno sessanta volte al minuto; è questo pezzo di carne che insieme al cervello regola la vita; ne sei conscio?
No, probabilmente dai tutto per scontato, il respiro, il movimento e i semplici bisogni primari.
"Pensi", tutto ti è dovuto, ma sai, quando incontri la morte capisci che le cose stanno in modo leggermente diverso; guardi il tuo corpo per quello che è, un dono, qualcosa da curare e preservare ogni giorno, perché ricorda, nulla ti è dovuto>.
Danny scoppiò in lacrime, per la prima volta da quando aveva coscienza; di fronte aveva la realtà, fatta di molti errori e poche tremolanti certezze.
Robert era lì, in quello spazio infinito, con le braccia protese, pronto ad accoglierlo.
Danny sorrise, mentre le ultime lacrime scivolavano al suolo.
<Grazie, adesso può tornare all'inferno>.
Robert scoppiò in urla disperate; il suono si propagò, creando un vortice nel quale ruotavano all'impazzata anime straziate dal dolore.
<Ricorda questo dolore, perché un giorno sarà tuo>.
Poi il vortice s'ingrandí, inghiottendolo.
Quindi il buio.

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