Chapter I: Strong revelations

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Sprofondai nell'acqua calda e profumata facendo chiarezza tra i miei pensieri. Adoravo quella parte dell'essere regina: bagni caldi, vestiti favolosi, gioielli, scarpe e lo sfarzo. Non ti ci potevi non abituare. Ma quello che ruotava attorno al titolo mi faceva letteralmente rabbrividire. La mancanza della luna di miele mi ricordava che governare uno stato non è una passeggiata. Così uscii alla svelta indossando il vestito turchese di una stoffa più pregiata rispetto a quella della Scelta.

Nella stanza le mie cameriere mi aspettavano sorridenti munite di nastri, forcine e spazzole pronte a tramutare il mio groviglio di capelli in una vera e propria acconciatura da fare invidia a tutte le donne di Nuova America. La differenza tra quella volta e quelle precedenti era la piccola tiara che incastrarono tra due treccine. In quel momento rividi Aese fisarmi e sorridermi in modo materno Sarei stata in grado di fare come lei? Sarei stata all'altezza della situazione? Io... non voglio deludere Harry, solo quello.

Uscii dalla camera sovrappensiero avviandomi verso la Sala della Regina quando una mano forte si posò sulla mia spalla.

-Lady Kristen, mi spiace informarle che non può spostarsi per palazzo senza la sua guardia del corpo- una giovane guardia dagli occhi nero pece e corti capelli rossi mi fissava.

-Oh, mi scusi, non ne avevo idea- arrossii imbarazzata. Ecco il mio primo errore da regina.

-Non si preoccupi, mi ricorderò soltanto di non perderla mai di vista- mi sorrise in un modo strano, quasi malizioso. Per qualche strano motivo mi seccò quel suo atteggiamento.

-Bene. Ora dovrei andare nella Sala della Regina, che procedure dovrei svolgere per camminare in giro per casa?- seccata lo fissai a braccia incrociate per qualche istante, poi ripresi a camminare lasciando il soldato basito all'inizio delle scale.

-Lady Kristen! Lady Kristen! Lei non capisce....- scesi le scale quasi correndo tenendomi la gonna con una mano e cercando di non cadere dai tacchi.

Raggiunsi velocemente la mia meta lasciando la guardia all'esterno con un'aria contrariata e quasi furiosa.

-Buongiorno Kristen- disse la Regina una volta chiusa la porta. Io mi girai verso di lei facendo una riverenza come insegnatomi.

-Maestà- risposi educatamente come al solito prima di dirigermi verso il tavolo dov'era seduta.

-Hai fatto conoscienza col Maggiore Castiel?- mi indicò una sedia sulla quale sedermi -vedi, da oggi dovrai prendere molte lezioni da me. Dovrò passarti tutta la mia conoscienza e saggezza per prendere il mio posto in futuro. Ci troveremo qui tutte le mattine, mai dopo le nove e mezza e inizierò a descriverle la vita a cui sta andando in contro- non c'era più dolcezza nella voce, solo durezza e fredezza.

Mentre la regina iniziava a parlare di regole e doveri, però, la mia testa girava. Volevo davvero quella vita? Davvero avrei sopportato il carico? Davvero sarei riuscita nella mia impresa? Io non potevo farcela, ero una semplice tessitrice, con le mani logorate dal lavoro e con assurdi problemi di famiglia. Liset, Montgomery, ELys, mamma e papà. Sembravano lontani da me in quel periodo. Eppure sapevo che papà mi guardava tutti i giorni dall'alto e che, se mamma fosse stata come sempre, mi avrebbe di sicuro confortato con un abbraccio e qualche perla di saggezza come suo solito. Oh, mamma, mi manchi tantissimo. Anche se quello che mi fa più dispiacere è stato vedere Liset e Momo al matrimonio. Sono cresciute, troppo e in poco tempo. Me le ricordavo bambine spensierate e sognatrici, ora sanno già quanto il mondo può essere crudele, perfido e subdolo. Sanno che non puoi fidarti di nessuno e che bisogna darsi da fare per sopravvivere.

Un bussare continuo staccò la spina dei miei pensieri e distrasse la regina.

-Avanti!- i portoni si spalancarono mostrando Harry e una guardia.

-Kris, abbiamo visite- disse lui fissandomi spaventato negli occhi. Mi alzai di scatto raggiungendolo il prima possibile. Castiel salutò militarmente Harry e poi ci dirigemmo verso l'atrio.

Vidi tre figure circondate dalla sicurezza guardarci arrivare. Riconobbi i tre colori di capelli e le differenti stature e non potei trattenermi. Corsi a perdifiato fin da loro, ma mi bloccai appena riuscii a vedere Elys. Gli occhi pieni di lacrime e le mani appoggiate sul grembo ingrossato. Capii come mai erano arrivate.

-Kris...- disse piangendo mentre cercavo di elaborare il tutto.

-Sei... incinta- domandai e affermai insieme. Non era possibile. No!

-Scusa.. io..- mi si gettò tra le braccia singhiozzando. Momo? Liset? Qualcuno mi posò una mano sulla spalla: Harry.

-Non... devi scusarti. E' una notizia bellissima, sono contenta per te. Quindi suppongo che Momo e Liset verranno a vivere qui a palazzo. Mamma?- non mi riconoscevo, non riconoscevo tutta quella serietà in me o nella mia voce. Ero... distrutta infatti.

-Non ti è arrivata la notizia?- Elys mi fissò facendo scivolare altre lacrime dagli occhi. Poi vidi Montgomery abbracciare Liset e lì capii. Mamma non c'era più, era l'ultima volta che avremmo visto Elys e le nostre due sorelline avevano gli anni contati prima di finire in un orfanotrofio.

D'un tratto tutto attorno a me iniziò a roteare. La presa di Harry aumentò, ma nello stesso momento e con la stessa forza il buio si impossessò di me e dei miei sensi.

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