Chapter XV: couples

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Harry aprì dei fogli mostrandomi statistiche, calcoli e mappe con vari punti rossi.

-Hanno attaccato in contemporanea anche al Palazzo di Ghiaccio canadese e al Palazzo di Neve della Groenlandia. Hanno registrato alcune sommosse nel Cile, Messico e Guatemala. Sembra stiano organizzando qualcosa di più grosso e questo sia solo un'incatenazione di eventi per spaventarci- guardavo i dati socchiudendo gli occhi.

-Perché farebbero questo se davvero volessero unire le corone? Insomma, vorrebbero un regime dittatoriale? Non ha senso- spostai alcuni fogli guardando il numero di morti e di feriti gravi.

Guardai anche la mappa e le città colpite. Era uno schema. Ma a che scopo? Come decodificarlo?

-Kris? Sicura che...-

-Lo so che hai un'alta considerazione del mio intelletto, ma ti dispiacerebbe farmi provare?- dissi in modo sarcastico notandolo sospirare ed alzare gli occhi al cielo.

-Non è che sei stupida, ma...- si fermò in cerca delle parole da dire per non peggiorare la situazione.

Forza Harry, arrampicati sugli specchi, su.

-Ma cosa?- e incrociai le braccia al petto fissandolo fregarsi da solo ogni secondo di più.

-Ma penso che tu non riesca a capirci qualcosa seriamente e non abbiamo molto tempo da perdere- alzai un sopracciglio fissandolo con disgusto.

Mi avvicinai a lui e presa da una botta di rabbia alzai una mano come per tirargli uno schiaffo. Mi fermai appena prima chiudendo la mano a pugno sentendo le unghie conficcarmisi nella carne del palmo della mano. Mi girai tornando a guardare i fogli.

-Kris, non fare così- si avvicinò al tavolo sul quale avevo appoggiato una mano sentendo le sue dita cercare di intrecciarsi alle mie. Lo allontanai da me con una leggera spinta sentendolo sbuffare.

-Che ti hi fatto ora?- ed in quel momento persi le staffe.

-Caro principino dei miei stivali, non ti permetto di trattarmi come una stupida solo perché non ho avuto il tuo stesso tipo di istruzione. Ti ricordo pure che non ti ho costretto io a sposarmi, anzi, se non fosse stato per te io non ci sarei nemmeno venuta qui a palazzo- stringeva i pugni e la mascella talmente forte che pensavo si sarebbe spaccato le ossa della mano e i denti.

-Perché non vuoi capire qual'è il tuo posto? Perché? Spiegami, cosa ti manca? Dimmelo! Ti ho dato e continui tutt'ora ad avere qualsiasi cosa tu voglia, eppure o ti comporti come una sarta o provi a fare ciò che non sei. Vuoi essere mia moglie? Vuoi essere una regina? Allora comportati come tale- aveva fatto un passo verso di me ed io ne feci uno verso di lui stringendo i pugni lungo il corpo.

-E se io non volessi?-

-Allora fai in modo di andartene da qui e non metterci mai più piede, non tornare indietro- i suoi occhi erano talmente freddi che quasi mi spaventarono. Diceva sul serio? Mi stava davvero cacciando?

-Harry...- provai cercando di farmi passare la rabbia. Eppure i suoi occhi verdi erano scuri e sempre fissi nei miei con un tale astio che capii non stava scherzando.

-Avrai ciò che vuoi- alzai il mento per niente intimorita e con una postura retta uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle con fare quasi teatrale.

Mi ci sedetti contro appena uscii sentendo Harry urlare mentre un tonfo di qualcosa rovesciato o lanciato al suola proveniva dall'interno. Mi disipaceva, avevo esagerato, ma lui non poteva continuare a farmi sentire una nullità incapace perfino di pensare autonomamente. Tanto, quanto mai le cose potranno andare storto? In un paio di giorni tutto si sarebbe risolto.

Presi un lungo respiro rialzandomi e incamminandomi verso il piano inferiore notando Castiel appostato in un lato della scalinata.

-Lady Kristen, va tutto bene?- il suo volto era rassicurante in quel momento, i suoi occhi scattanti erano fissi su di me, ma non mi intimorivano.

-Mi accompagni in giardino, Maggiore- rimase sorpreso dell'ordine ricevuto, ma si limitò ad annuire camminando al mio fianco verso la porta finestra.

Mi fermai quando notai che il giardino fosse giá occupato.

Montgomery stava ridendo sonoramente insieme a Luke, ma in modo talmente tanto sguaiato che potevo sentirla da dietro al vetro. Era seduta a gambe incrociate mentre lui era sdraiato al suo fianco a guardarlo con occhi carichi di amore in modo stupendo. La mano di lui aveva raccolto un fiore e glielo posava tra i capelli in modo da fermarglieli dietro l'orecchio. Inutile dire che Momo fosse rossa d'imbarazzo anche se sorridente come non la vedevo da tempo.

Poggiai una mano sul vetro come se avessi potuto toccare quella scena, sentire la loro spensieratezza, tornare anch'io a quei momenti con Harry. Come un flashback mi tornarono in mente tutte le cose fatte insieme, i baci rubati, le cene fatte si risate, lui seduto sullo sgabello del pianoforte al mio fianco mentre le mie dita abili correvano sui tasti e la notte quando mi propose di diventare sua moglie.

Guardai ora, quell'anello stupendo posato appena sotto alla fede, con le lacrime agli occhi. Dov'era finito quel ragazzo che faceva di tutto per farmi star bene? Quell'Harry che mi aveva rubato il cuore con sorrisi e dolcezze?

Non mi ero accorta di essere scoppiata a piangere sonoramente e le braccia di Castiel mi stavano allontando da quella scena per portarci in un luogo appartato per srringermi tra le sue braccia.

-Ci sono io a proteggerla, Lady Kristen-

[Momo]

-Non mi piace. Per niente- asserii strappando in mille brandelli una foglia trovata per terra.

Luke mi guardò socchiudendo gli occhi accecati dal sole.

-Chi?- mi chiese mettendosi a sedere in modo da essere più o meno alla mia stessa altezza.

Lanciai lo sguardo velocemente verso Castiel e Kristen stretti in un abbraccio. Non potevano essere visti dall'interno, ma dall'esterno sì.

-Castiel- Luke mi prese la mano stringendomela. Mi voltai sorridendogli, ma tornai a fissare il rosso con sguardo di sfida.

-Mer, non preoccuparti. Harold non se la lascerá sfuggire e nemmeno permetterá che si faccia del male- la voce di Luke era ferma e decisa.

Sospirai guardando le margherite del prato. Che casino che c'era tra me e lei.

-Dovresti parlarle- mi disse Luke spostandomi il volto delicatamente.

-A che scopo? Non è la Kris che ho sempre stimato. Guardala. Non è più lei...- i suoi occhi si fissarono nei miei.

-Ogni tanto parlare può fare la differenza o si rischia di volerlo troppo tardi- disse semplicemente disegnandosi sul volto un sorriso triste.

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