Chapter XVI: planning

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La strada era disastrata e di sicuro l'essere legata, imbavagliata e buttata nel rimorchio di un camion non aiutava a sentir meno le buche.

Il sangue mi colava dalla fronte fino a finirmi sulle palpebre appiccicose dal pianto. Le labbra mi bruciavano dal continuo sfregare della benda su di esse. I polsi erano tagliati a causa della fune che li legava stretti.

Il vestito che solo quella mattina era nuovo di zecca, ora era quasi a brandelli. Lo stesso per le scarpe col tacco; oramai rotte e totalmente inutili.

Chiusi gli occhi disperatamente cercando di rivedermi ancora una volta, forse per l'ultima, tra le braccia di Harry.

Harry...

Piangevo le mie ultime lacrime ripensando a lui. Avrei voluto che fosse qui con me, ma allo stesso tempo che lui fosse stato in salvo.

Improvvisamente il continuo andare del camion si fermò. Le voci dei conducenti si sparpagliarono attorno ad esso.

Si aprì il portone e la luce per poco non mi accecò.

-Siamo arrivati, regina- la voce crudele del mio aguzzino mi riportò nel mio baratro mentale.

Ma aveva detto bene, io ero una Regina e come tale mi sarei comportata.

Perciò provai ad alzarmi in piedi con fatica quando due uomini tarchiati dall'aspetto tutt'altro che rassicurante salirono sul pavimento del camion e mi presero uno per un braccio e il secondo dall'altro per scortarmi da Castiel.

Aveva un sorriso diabolico e malizioso, i suoi piccoli occhi neri brillavano in maniera malsana mentre vedevo solo ora la diabolica trappola in cui mi aveva incastrato. Lui voleva quello fin da subito.

-Benvenuta bella tua casa temporanea. Con temporanea intendo che durerà ben poco il soggiorno qui per te, abbastanza per ottenere quello che vogliamo e poi decidere cosa farne di te- le sue mani si posarono languide sotto al mio mento alzandomelo.

I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza. Potevo sentire il ribrezzo che mi provocava quell'uomo che solo poche ore prima mi dava sicurezza.

-Sei sempre così fredda regina, ma sono sicuro che sotto quella maschera di ghiaccio si nasconde una pantera, sbaglio?- ed arrossii dalla rabbia sentendomi umiliata da quell'essere ripugnante che rideva da solo della sua squallida battuta.

Mi guardai attorno non vedendo niente, solo delle pareti di mattoni decrepite, una finestrella sbarrata con spesse inferiate e un materasso logoro al pavimento. Il portellone da cui entrava la luce era dietro di me e non potevo girarmi per vedere se avessi potuto riconoscere qualcosa di conseguenza avrei dovuto aspettare che Castiel se ne andasse per potermi affacciare e studiare il posto.

-Castiel, lasciami andare- lui rise posandomi un dito sulle labbra e afferrandomi il volto per le guance tenendomi bloccata nella sua prese.

-Se ti comporti bene potresti anche sopravvivere- e si allontanò subito dopo da me uscendo dalla stanza seguito dai due gorilla dietrostanti.

Mi trovai presto sola e iniziai ad architettare la mia fuga.

[Montgomery]

-Harold, ti rendi conto che un bastardo delle tue guardie ha rubato tua moglie!- urlai all'involucro del ragazzo che da un giorno era seduto sul pavimento della sua stanza.

Ammetto che appena era successo il tutto eravamo rimasti entrambi allibiti e scioccati, le parole di Luke tagliavano ancora il caos della mia mente mettendo in seria difficoltà la mia comprensione delle bugie e delle verità. Però ad Harold sembrava caduto il mondo addosso.

-Harold reagisci! Ti dai una mossa! Kristen potrebbe avere la gola tagliata da un momento all'altro se non ti decidi ad alzare il tuo culo da quella posizione e fare qualcosa!- gli inveii contro notando il suo sguardo perso nel vuoto.

Esasperata mi avvicinai a lui tirandogli un ceffone. Ashton, dallo stipite della porta, si avvicinò a noi di qualche passo preoccupato.

-Vuoi svegliarti? E tu dovresti essere il principe? Non sei nemmeno in grado di proteggere la tua donna e vorresti proteggere lo stato? Ritirati buffone!- e gli tirai un altro schiaffo.

Lui incassava senza reagire, sembrava che le mie parole nemmeno lo scalfissero.

-Ecco perché Kristen ha preferito scappare con Castiel, non sei alla sua altezza. Sei solo un bamboccione codardo e viziato, incapace di pensare davvero a qualcuno che non sia sè stesso. Tu e solo tu esisti nella tua testa. Che spreco di lusso hai avuto...- e lì i suoi occhi scattarono sopra di me alzandosi in piedi guardando furente dall'alto al basso a causa della sua altezza.

-Non permetterti mai più di parlarmi così, hai capito?- per un attimo tutto il palazzo non emise rumore all'urlo bestiale lanciato dal ragazzo.

Io incrociai le braccia al petto sorridendo realizzata guardandolo con un sopracciglio alzato.

-Ora che ti sei ricordato di avere due palle sei pronto ad aiutarmi a trovare un piano per salvare la pelle a Kristen- lui mi guardò con lo sguardo serio e i pugni stretti contro il corpo.

-Tu... piccola...-

-Gli insulti a dopo. Ora hai bisogno della mia stronzaggine, della conoscenza di Luke dei ribelli e della tua abilità nel pianificare azioni belliche- lui mi guardava ancora arrabbiato, ma leggermente stupito.

-Luke? L'altro sporco ribelle che ha buttato Kris su un camion?- mi chiese lui sedendosi sul letto iniziando subito a ragionare.

-Rifletti principino. Come si fa a sconfiggere il nemico? Come si può fare un solo attacco mirato con la certezza quasi assoluta di vincere?- gli chiesi camminando per la stanza davanti a lui.

In quel momento i suoi occhi catturarono i miei, entrambi avevamo raggiunto la stessa conclusione: Luke sarebbe stata la nostra arma vincente.

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