Chapter XVII: truth

1.1K 87 6
                                    

[Momo]

Io ed Harold, scortati da Ashton, camminavamo verso le celle della prigione.

-Voglio parlare con Lady Montgomery! Vi prego! Devo spiegarle!- le urla di Luke risuonavano come un eco dolorosa nel silenzio dei corridoi. Perché tutto doveva andarmi male nella vita?

-Mer! Mer ti prego!- serrai la mascella trattenendo le lacrime.

Harold mi posò una mano sulla schiena, mi voltai guardandolo farmi un occhiolino prima di scansarlo. Non avevo bisogno di lui, ero forte abbastanza per reggere tutto da sola.

Arrivammo dopo poco di fronte alla porta della stanza di Luke, ad accoglierci fu la visione del rgazzo col volto rigato dalle lacrime, i capelli corti scompigliati e gli occhi rossi dal pianto.

-Mer...- mormorò non appena mi vide.

Deglutii il vuoto fissandolo il più apatica possibile, invano. Dentro di me mi sentivo un uragano, ma fuori vedevi solo rabbia ed ira.

-Ashton, se vedi il prigioniero avvicinarsi a noi in maniera minacciosa spara- asserí Harold nello stesso tempo in cui una guardia carceraria apriva la porta e ci faceva entrare.

-Mer, io...-

-Luke. Abbiamo bisogno di te, se collabori avrai la possibilità di ricominciare la tua vita da zero in un altro stato che non fa parte dei nostri Accordi, in caso contrario verrai condannato a morte per rapimento, omicidio, ribellione ed alto tradimento allo stato e alla corona- la voce di Harold era gelida. Il biondo si limitò ad abbassare la testa sedendosi sulla branda di metallo.

-Vi dirò tutto quelle che volete- guardai Harold mettersi di fronte al biondo.

-Qual'è il piano?- Harold mi spaventava, non l'avevo mai visto così in precedenza ed era davvero allucinante vederlo cambiare comportamento da un momento all'altro, passare da ragazzo a principe in nemmeno un'ora.

-Lo scopo era rapire un membro di palazzo e chiedere un riscatto non di soldi, ma di diritti. Il capo, Clifford, manderá a breve un suo emissario per negoziare la vita di Lady Kirsten. I ribelli vogliono l'anarchia o una qualsiasi altra forma di governo che non preveda le monarchie uniformando tutto il territorio degli accordi in uno solo ponendone a capo dei rappresentanti scelti dai ribelli. Dovevano agire dall'interno e mandare delle spie nel corpo delle guardie di qualsiasi paese è stato un gioco da ragazzi. Ce ne sono due in ogni casa, palazzo, castello di voi reali. Tutti stanno aspettando il segnale per l'attacco definitivo. Le capitali sono la base di cellule ribelli pronte a distruggere i reali ad un minimo segnale- il sangue mi ribollì nelle vene e vidi Harold fremere di rabbia capendo la grandezza di quello che ci riferiva. Tutta Nuova America, la Confederazione degli Stati del Sud, Hawaii, Groenlandia e Canada erano sotto attacco. La possibilità di una catastrofe era vicina.

-Quanti siete? Dove risiede Clifford?- Harold dovette trattenere le urla schiacciando i denti.

-Siamo migliaia ed ogni giorno aumentiamo. Il numero si infoltisce e in pochi preferiscono non armarsi in caso di guerra. Siamo pronti e la maggior parte addestrata a combattere. In quanto a Clifford nessuno tranne Castiel sa dove si trovi. Senza di lui non avete speranze di sedare la rivolta- per poco mi sentii svenire. La situazione era più pericolosa di quanto pensassimo.

Sospirai mentre vedevo Harold elaborare i dati. Non c'era modo di agire, non eravamo pronti, i ribelli ci avevano colto di sorpresa lasciandoci davanti ad una pistola in attesa di essere uccisi.

-Montgomery, ci infiltreremo e questo bastardo farà in modo di aiutarci se non vuole trovarsi morto prima di sera per mano mia- Harold era furente, Luke però alzò lo sguardo di colpo spaventato.

-Verrò io, non far venire Montgomery, la prego Harold- era disperato il tono di voce.

-Non mi fido di te, sporco maiale- sputò Harold fissando il ragazzo disperato quasi inginocchiato ai suoi piedi.

-Mer, per favore, non mi perdonerei mai se ti capitasse qualcosa di male- gli occhi di Luke erano lucidi, pronti a piangere mentre incrociavano i miei. Non volevo cedere, ma vedevo quanto quello che dicesse fosse vero.

Sospirai.

-Fammi parlare con lui Harold, Ashton piantonerá la porta- gli occhi verdi del principe si fissarono sul mio viso. Io annuii e lui pure prima di uscire dalla cella. Luke mi fissava ammutolito mentre mi sedevo al suo fianco fissando il pavimento.

-Spiegami tutto, dal principio- chiesi mordendomi il labbro e fissando il pavimento. Lui prese un respiro profondo prima di inziare.

-Avevo quattordici anni quando mio fratello morì. Avevamo litigato, era un soldato dell'esercito regale e doveva partire per una missione anti-ribellione. Non mi ricordo il motivo della discussione, ma entrambi eravamo sicuri che avremmo fatto pace dopo poco, per noi era normale. Quella volta però lo lasciai con un "ti odio" gridato dritto in faccia... non fece più ritorno dalla missione e non potè mai più ascoltare le mie scuse. Preso dalla rabbia abbandonai la mia casa e i miei genitori in lacrime per la morte di Jack seguendo la scia dei ribelli, volevo vendetta contro il regno, era colpa sua se Jack era morto mentre i reali vivevano nel lusso e nella tranquillità. Castiel fu il mio capo banda, mi insegnò tutto ciò che spaeva e divenni presto il suo secondo. Giovane, bellicoso e alla ricerca di vendetta: il sogno dei ribelli. Clifford stipulò questo piano e scelse proprio Castiel, che di conseguenza mi volle con sè, per infiltrarci a Palazzo. Io ti odiavo. Odiavo te, Liset e tutti voi. Pensare di dover stare ai tuoi ordini era come pensare di dover morire. Poi ti vidi in quella stanza, i tuoi occhi avevano la mia stessa rabbia, avevi il mio stesso odio, la voglia di ribellarti e di scappare... iniziai a rendermi conto che forse non era come ci veniva detto. Osservai Kristen e Harold: non avevano tempo per loro, sempre impegnati a seguire te e Liset, lo stato, l'esercito e il popolo. Dopo l'attacco a Liset capii che stavamo sbagliando, che in fondo eravate come noi, con problemi più o meno gravi celati perfettamente agli occhi del pubblico. Nel frattempo la relazione tra me e te cresceva, questo mi mandava nel panico: avrebbero potuto prendere te al posto di Kristen, ucciderti al posto di Liset od usarti contro di me. Avevo paura, molta, ti controllavo sempre per paura di perderti da un secondo all'altro e non me lo sarei mai e poi mai perdonato. Io... mi sono innamorato di te Montgomery- la sua voce si era spezzata in vari punti della storia, io ero in lacrime.

-Come faccio a fidarmi di te, Luke?- guardai verso il ragazzo ormai consapevole che sul mio volto ci fossero più lacrime che altro.

-So che ho perso ogni speranza con te- alzò lo sguardo verso il muro senza incontrare i miei occhi.

-E sai perché non ti posso perdonare?- lui sospirò chiudendo gli occhi e preparandosi al colpo che sapeva stesse per arrivare.

-Perché anch'io mi sono innamorata di te-

The warDove le storie prendono vita. Scoprilo ora