Capitolo 26

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Il giorno della mostra era arrivato ed ero quasi più nervosa di Zayn. Ero ancora totalmente ignara di tutto, non sapevo cosa aspettarmi da quella serata ed ero particolarmente in ansia. Più il disegno di Zayn sarebbe piaciuto e più erano le probabilità di ottenere la borsa di studio e non ero pronta all'idea di lasciarlo andare. Cercai di scacciare via tale pensiero in ogni modo possibile.

-Eccoci- il ragazzo al mio fianco sospirò per l'ennesima volta.

Eravamo arrivati di fronte all'edificio della mostra da circa dieci minuti e Zayn sembrava paralizzato. Per l'occasione si era anche vestito di tutto punto, sembrava uno scolaretto pronto per il primo giorno di scuola.

-Quando vuoi entrare, dimmelo- spostai ancora lo sguardo su di lui che era ancora intento ad osservare la porta d'ingresso dell'edificio.

-Sembro idiota conciato così, forse non sono così bravo come dicono tutti. Ho paura a sentire i commenti- si girò verso di me e una smorfia comparve sul suo viso.

-Vieni qui, ti sistemo io e ora mi ascolti- cercai di sorridergli nel modo più dolce possibile.

Si avvicinò a me infilando entrambe le mani nelle tasche dei jeans neri e assurdamente stretti che stava indossando. Per qualche strano motivo aveva deciso di indossare una camicia bianca e giacca e cravatta in nero. Cravatta che non era stato in grado mettere e quel look gli dava perfino qualche anno in più. Non ero abituata a vederlo in quel modo, ma era sempre assurdamente bello.

-Vedi? Non so nemmeno come si mette questa cosa- sbuffò sonoramente mentre iniziai a sistemargli la cravatta.

-Ora sta zitto e calmati, almeno ci sono io ad occuparmi del tuo aspetto- risi leggermente e osservai il suo viso rilassarsi.

-Se continui così finirò col sposarti, sai? Sembri già una perfetta moglie, non so come fai- sentii le sue mani sui miei fianchi e mi morsi il labbro il più forte possibile a quelle parole. Per un secondo avevo quasi sentito le gambe cedere.

-Questa è una proposta, Malik?- replicai sistemando una volta per tutte il nodo della sua cravatta e slacciando i primi due bottoni della sua camicia.

-Può essere, ti donerebbe il mio cognome- stampò un bacio sulle mie labbra prima di afferrare la mia mano e farmi segno di seguirlo. Si era finalmente calmato.

L'interno dell'edificio era incredibilmente vasto e l'atrio era totalmente bianco, un bancone in legno nero era presente al centro della stanza e una ragazza non molto più anziana di noi ci indicò l'ingresso principale.

Varcammo la soglia della porta e osservai attentamente la reazione di Zayn, sgranò gli occhi per qualche secondo e iniziò a guardarsi intorno. La sala era già affollata e noi non avevamo idea di dove fosse posizionato il suo disegno. Sarebbe stata una lunga ricerca.

-Non capisco niente di questi quadri, quindi non lasciarmi da sola- strinsi ancora più forte la mano di Zayn mentre osservavamo alcune delle opere esposte. Non capivo per niente alcuni quadri.

-Non ti lascio, tranquilla- accarezzò le nocche della mia mano e si fermò di colpo di fronte ad un quadro.

-Cosa sarebbe?- chiesi sussurrando, avevo notato una signora osservarci con aria seria e non volevo attirare altri sguardi.

-Amber, è un fiore. Un po' strano, ma è un fiore- Zayn ridacchiò e a quel punto inclinai la testa leggermente. Sembrava tutto, ma non un fiore.

-Sicuro?- chiesi continuanso ad osservare il quadro.

-Sicuro e sono anche sicuro di altro- si avvicinò a me sussurrando dolcemente -tu sei più bella di qualsiasi quadro o disegno presente in questa sala-

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