Chapter 4.

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«Hogwarts, stiamo tornando!» urló Louis a pieni polmoni, tenendo saldamente le sue borse piene di roba e catturando tantissime occhiatacce da parte dei ragazzi dell'ultimo anno.
«Potresti anche evitare di urlare nel treno, Lou.» borbottò Emilie, sentendosi a disagio dietro di lui con tutti quegli occhi incollati addosso, aveva già problemi a portare le sue cose lungo il corridoio del treno il ché la facevano irritare e non poco, e suo fratello non le stava dando di certo una mano a calmarsi.
«Che permalosa, faresti meglio a rilassarti. Ti servirebbe, stanno iniziando a venirti le rughe sorellina.» la stuzzicò lui, evitando di guardarla sapendo che se avrebbe potuto cruciarlo con lo sguardo l'avrebbe già fatto da un bel pezzo.
«Meglio essere permalosi che perdere un anno.» disse tra se e se, sentendolo ridacchiare sapendo che l'aveva sentita ed anche bene.
Entrambi avevano ormai il loro sesto anno da affrontare. Beh, anche Louis, era stato bocciato, e a differenza dei pochi e rarissimi maghi che erano stati bocciati, non se ne faceva affatto un problema. Sembrava essere più preoccupata Emilie che lui. Erano passati in fretta e furia altri due anni, ed Emily sapeva bene che quelli erano gli anni migliori della sua vita; stava facendo delle esperienze che avrebbe ricordato sicuramente per sempre. Aveva conosciuto delle persone fantastiche nell'arco di quei sei anni in quella scuola, ed ogni volta che vedeva i nuovi studenti completamente spaventati soltanto dall'enorme treno, aveva una voglia immensa di rincuorarli e di dire loro che quelli sarebbero diventati gli anni che li avrebbero cambiati in meglio, che sarebbero stati meravigliosi, proprio come quelli suoi e del fratello.
Le saliva una certa malinconia, al ricordo della prima volta che andarono insieme a Diagon Alley con i genitori. Quelle dannate ore passate a cercare quello che la lettera di Hogwarts richiedeva per quel primo anno.
La prima bacchetta di Louis, presa nel negozio di bacchette magiche del signor Ollivander, aveva soltanto creato un bel paio di guai nel suo negozio.
Quella di Emilie invece, se la ricorda ancora, aveva fatto rizzare i capelli di Louis in una massa disordinata, assomigliavano tanto ad un piccolo nido, colorandogli anche la faccia di nero. Era stato difficile trovare la sua di bacchetta, d'altronde é la bacchetta a scegliere sempre il mago o la strega, come le aveva ricordato infatti il signor Ollivander. La prima volta che raggiunsero l'Hogwarts Espress, facendo spaventare lui e i suoi genitori, nascosta sotto il mantello dell'insivisibilità e vedendo Louis impallidire per la paura, aveva la responsabilità di tenerla d'occhio e, soltanto lì l'aveva già persa di vista. Amava vedere le sue reazioni spaventate o dargli semplicemente fastidio. Così come lui stava facendo esattamente con lei.
«Almeno passerai un anno in più con me, prendila con positività!» quasi rise l'altro, tenendo tra le mani Zanna mentre con le dita lasciava qualche carezza sulla sua piccola testolina.
«E chi lo dice che passare un anno in più con te sia una cosa positiva?» lo stuzzicò lei, stringendo con forza l'enorme gabbietta della sua civetta che se ne stava comodamente appollaiato.
«Ahh, tanto non vivresti senza di me.» mise il broncio lui, aprendo la porta di una cabina e trovandoci dentro i suoi amici.
«La prossima volta potete anche farvi trovare ad Hogwarts!» scherzò Harry quando li vide entrare, riferendosi al loro ritardo che per poco non avrebbe fatto perdere loro il treno. «Scherzaci, Har. É colpa di Emily, comunque.» rispose Louis con una smorfia, sedendosi accanto ad Harry e facendo soffiare il gatto di Charlotte che stava sulle gambe di quest'ultima mentre puntava il topo di Louis.
«Quel gatto è troppo aggressivo, tienilo alla larga da Zanna!» quasi urlò Louis, sentendo il roditore infilarsi tra le pieghe del suo mantello.
«Sei tu a dover tenere lontano quel topastro!» rispose a tono la riccia, stringendo maggiormente le braccia attorno al corpo soffice del gatto.
«Piantatela, piuttosto, dove sono Liam e Niall?» li interruppe subito Emilie andando a sedersi accanto alla ragazza, sapendo che se non li avrebbero fermati quei due avrebbero capovolto quella cabina. Proprio non capiva perchè sembravano così antipatici da un anno, due anni fa non si comportavano affatto in quel modo.
«Volevano fare compagnia a Demi ed ad un'altro ragazzino, Liam tiene a quella ragazza.» disse semplicemente Harry con un piccolo sorriso, stando comodamente seduto sul suo divanetto, riempiendosi le guance delle caramelle mille gusti più uno, lanciando invece a Charlotte una scatoletta di cioccorane che aveva comperato stesso quella mattina in treno. Quelle caramelle erano davvero strane, pensó Emilie mentalmente vedendo come Harry le mangiava tranquillamente.
«La prima volta che ho mangiato quelle, avevo preso una caramella che faceva veramente schifo.» ammise la bionda, facendo una smorfia al ricordo ed abbassando lo sguardo sulle mani di Charlotte, occupata ad aprire la scatola, scuotendola prima verso di Emilie chiedendole se ne voleva qualcuna, ma la sua risposta era stata negativa accompagnata da un piccolo sorriso.
«Sono semplicemente fortunato, cara Emily.» ridacchió lui, scartandone un'altra e mettendosela in bocca, sputandola subito dopo a terra.
Charlotte scoppió in una fragorosa risata vedendo la sua faccia schifata, mentre si riempiva le guance di cioccolato e scuotendo la testa.
«Fortunato, eh?»

«Ti lamentavi dei miei capelli, ma Piton non scherza.»
Louis, Emilie ed Harry erano seduti nella Grande Sala, mangiucchiando qualcosa mentre discutevano di quello che avevano fatto quella giornata.
Appena finita la loro ultima lezione di Pozioni, la prima dopo la loro prima settimana non appena erano ritornati ad Hogwarts, la fame li stava divorando vivi, costringendoli a raggiungere quell'immensa stanza in fretta. Avevano salutato tutti con un'immenso sorriso, dopodiché si erano accomodati a tavola.
«Ti ricordo che eri tu quello che rifiurava sempre di farseli tagliare.» gli ricordó lei, portandosi alle labbra un bicchiere d'acqua, sfogliando con le dita le pagine piene di inchiostro dei suoi appunti, mentre li rileggeva con attenzione.
«Beh...» disse semplicemente, non riuscendo a non ridacchiare davanti alla sua buffa espressione concentrata, girandosi poco dopo sentendo dei passi avvicinarsi a loro, facendo una smorfia e riuscendo ad individuare con la massa di capelli ricci di Harry accanto a loro, il trio dei Serpeverde che avanzava nella loro direzione.
«Faresti meglio a lasciarli perdere, sai come sono le serpi.» il consiglio di Harry riportó sulla terraferma Louis, facendolo voltare nella direzione precedente dopo essersi accorto che si erano fermati, e nel frattempo, il riccio strappava avidamente con i denti un pezzo di carne.
«Già.» disse semplicemente l'altro, evidentemente seccato dalla presenza di quei tre, cercando di rilassarsi sentendo sua sorella alla sua sinistra appoggiarsi alla sua spalla, accennando un piccolo sorriso, che si spezzó subito non appena riconubbe la voce del Serpeverde che tanto detestava dietro di loro.
«Tomlinson.» la sua gelida voce fece rabbrividire Emilie, tanto da obbligarla a rimanere seduta sul suo posto e non girarsi, anche perché stava richiamando l'attenzione di Louis, era palesemente chiaro.
«Malik.» rispose l'altro con un finto sorriso, battendo una mano chiusa a pugno contro la superficie di legno del tavolo sul quale era appoggiato, guardandolo con la coda dell'occhio.
«Ho sentito dire che sei stato bocciato quest'anno, giusto?» chiese disinvolto con un sorrisetto in viso, facendo irritare il castano ancora di più, che accennó un sorriso seccato.
«Fatti gli affari tuoi.» Emilie catturó l'attenzione di entrambi, risvegliandosi da quello stato di trance e voltandosi verso di lui.
«Adesso ti metti a dare ordini, biondina?» Perrie Edwars, che si trovava accanto al moro la fissava divertita. Soltanto lì Emilie si era accorta del suo cambiamento. Aveva tinto i capelli di un rosa scuro, quasi viola, e il suo viso si era assotigliato particolarmente.
«Andiamo Perrie, sappiamo tutti che in fatto di ordini sei la prima a rispettarli, soprattutto quelli di Malik, ogni cosa che dice é legge e va rispettata.» la prese in giro Harry, che fino a quel momento era rimasto in silenzio davanti a quella scena accanto alla cugina, mimando con le dita delle virgolette quando pronunció l'ultima frase.
«Sono pur sempre meglio di te.» lo stuzzicó lei, stava letteralmente perdendo le staffe. Il ragazzo alzó poi le mani con un sorrisetto divertito, decidendo di lasciarla perdere e facendola innervosire ancora di più.
«Forse é meglio che ve ne andiate.» intimó Louis soddisfatto, alzando le spalle e rigirandosi verso la tavola e per ricominciare a mangiare.
«Guarda tu sto...» Trent aveva avuto la stessa reazione di Perrie, ma venne bloccato dal moro che alzó un braccio verso di lui.
«Hanno ragione, andiamocene...» disse chiaramente con disprezzo, puntando lo sguardo su di Emilie che stava continuando a guardarlo. «...Meglio non perdere tempo con questi due Mezzosangue.» non fece in tempo ad avanzare, che la ragazza che stava fissando si rizzó in piedi, ed anche quella volta i loro occhi si scontrarono, parlando chiaramente soltanto con quelli. Quelli di Zayn erano freddi, gelidi, come Emilie se li ricordava perfettamente, mentre quelli di lei erano carichi di odio.
«Vattene.» pronunció aspra, e per la prima volta non ebbe paura di trovarsi si fronte a lui, per la prima volta non abbassó lo sguardo, per la prima volta non vide formarsi sul suo viso un ghigno; al contrario aveva la mascella contratta, e stringeva con forza i pugni facendo diventare addirittura le sue nocche bianche. Non disse niente, e avanzó contro di lei, dandogli la solita spallata forte che era abituata a ricevere, catturando nuovamente l'attenzione del fratello che lo guardó malissimo, e che per poco non si alzava dal suo posto se non era stato per Harry a suggerirgli di non farlo.
Se ne andarono in poco tempo, ed Emilie si sentì sollevata quando si voltó per guardare la sua schiena allontanarsi ed uscire da quella gigantesca stanza seguito a ruota dagli altri due.

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