Chapter 9.

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«Il campionato di Quidditch avrà inizio tra breve.»
La voce calma e limpida della Mc Grannit risuonó nella Sala Grande, e tutti gli studenti erano occupati a guardarla ed ad ascoltare le sue parole, quasi pendendo dalle sue labbra.
«Vi chiedo di portarmi entro stasera un foglio di carta su cui scriverete i partecipanti, quindi nome e cognome degli studenti ed i loro ruoli.»
Non tutti stavano facendo attenzione a quello che stava dicendo la professoressa, ovvero Emilie, il Quidditch non le interessava minimamente, aveva prestato attenzione soltanto quando si stava posizionando al centro della Sala, ma quando aveva pronunciato la parola 'Quidditch' aveva ripreso a mangiare ignorando completamente la voce della Mc Grannit.
Louis ed Harry avevano già scelto i ragazzi e le ragazze che avrebbero partecipato quell'anno nella squadra.
«Quest'anno vinceremo noi, ne sono sicuro.» catturó l'attenzione Louis, strappando avidamente con i denti un pezzo di carne.
Emilie lo guardava come disgustata, quando mangiava sembrava un animale.
«É quello che hai detto anche un anno fa o sbaglio?» chiese sarcasticamente una ragazza del quarto anno, meritandosi una sua occhiataccia.
L'anno scorso avevano perso contro i Tassorosso a causa di Louis infatti, aveva trascorso stupidamente la notte assieme ad una ragazza dell'altra squadra, ed era troppo stanco per giocare.
«Zitta, Katie.» scuoté la testa, sputacchiando vari pezzetti mentre parlava. «Quest'anno vinceremo.» ripeté con più convinzione, facendo sbuffare la sorella che aveva smesso di ascoltarlo da un bel po.
La sua attenzione vagava per la Sala, poggiava lo sguardo sui vari studenti, e si soffermó per un po al tavolo dei Serpeverde, precisamente su Malik.
Quest'ultimo stava incitando gli altri, dandogli coraggio per le partite che avrebbero fatto. Era euforico, e batteva in quel momento una mano sul tavolo, meritandosi varie grida in affermazione per quello che stava dicendo.
Per un attimo i loro sguardi si incrociarono ed Emilie avvampó immediatamente, si sentì costretta ad abbassare lo sguardo sul suo piatto ormai vuoto. Zayn cercó di sforzare un sorriso sincero, cosa che fallì, così tornó ad incoraggiare i suoi compagni. Non avevano di certo bisogno di quella 'spinta' che li avrebbero convinti ad avere già la vittoria in pugno, erano bravi ed avevano una loro grinta che molte volte aveva spaventato i Grifondoro.
La loro era una sfida che si svolgeva ogni anno, e Louis ci teneva davvero tanto a vincere contro le altre squadre, soprattutto contro i Serpeverde.
Non vedeva l'ora di salire nuovamente su quella scopa, così come non vedeva l'ora di stracciare Malik.


«Allora, ricapitoliamo.» Louis sedeva sulla poltrona nella Sala comune, con in mano un foglio di carta completamente bianco, che consegnó a Charlotte.
«Io, Harry e Thomas saremo i cacciatori.» contò sulle dita, nel frattempo la riccia appuntava sulla carta i loro nomi ed i ruoli. «Charlotte ed Oliver saranno i battitori.» indicó il ragazzo dalla cima delle scale che stava scendendo per ascoltarli, mentre si alzava dalla poltrona.
«Katie farà il portiere, e William il cacciatore.»
William era un ragazzino del terzo anno, era magro e, slanciato ecco, grazie alla sua corpuratura riusciva ad avere più velocità sulla sua scopa, era anche bravo a giocare a Quidditch, cosa che non passó inosservata a Louis.
Gli aveva proposto lui di inserirsi nella squadra rinunciando al suo ruolo di cacciatore. Lo aveva fatto per tanti anni, e grazie a William aveva capito che era giunto il momento per farsi da parte.
La piuma d'oca bianca si agitava tra le mani di Charlotte mentre scriveva le ultime cose, e venne successivamente poggiata sul tavolo quando quest'ultima ebbe finito di scrivere.
«Prendi.» Charlotte agitó il foglio di carta verso Louis, facendo asciugare anche l'inchiostro. Il castano lo prese tra le mani, accennandole un sorriso e dando una veloce occhiata all'orologio inchiodato al muro accanto alle scale.
«É meglio che tu vada.» lo incitó la sorella, mentre si stendeva sul divano. «Tra mezz'ora scatta il coprifuoco.» lo avvertì, sbadigliando assonnatamente.
«Saró di ritorno tra poco.» alzò le spalle Louis, avviandosi verso l'uscita.
Attraversó il ritratto della signora grassa, e con passo svelto si incamminó tra i corridoi. Iniziava a fare davvero freddo, l'inverno era alle porte e l'oscurità iniziava a calare sul castello piuttosto velocemente.
«Buonasera, signorino Tomlinson.» Louis rabbrividì immediatamente non appena sentito il saluto, e non era per il tono di voce.
«Oh, salve, Sir Nicholas.» ricambió l'altro con un debole sorriso, inchinandosi appena sapendo che al fantasma faceva piacere. Andavano d'accordo quei due, anche se erano completamente diversi. Al fantasma infatti piaceva quel ragazzo, ma non poté fare a meno di chiedergli perché fosse in giro a quell'orario.
«Allora, tra poco scatta il coprifuoco.» gli ricordó con aria di rimprovero, ma Louis sapeva che stava soltanto cercando di fargli evitare qualche altra punizione. «Cosa ci fai in giro a quest'ora?» chiese con gentilezza, accorgendosi solo all'ora che stringeva qualcosa tra le mani.
Il ragazzo alzó il braccio, accennando una risata e rassicurandolo subito dopo.
«É soltanto la formazione della squadra dei Grifondoro, devo consegnarlo alla Mc Grannit.» disse semplicemente, guardandosi attorno e mordicchiandosi l'interno guancia. «Allora, mi accompagni?» domandó, sperando in una risposta positiva. Infondo un po di compagnia faceva pur sempre piacere. Nicholas annuì in modo affermativó, e quando gli passó accanto Louis sentì la temperatura calare vertiginosamente.
Non passó molto tempo, e raggiunsero velocemente l'ufficio della professoressa Mc Grannit.
Entrambi bussarono alla sua porta, e quando il ragazzo vide la donna di fronte a lui le sembró qualcun altro. Aveva i capelli chiari sciolti, lunghi e poggiati sulle spalle ed indossava una veste da notte scura.
Prima che Louis poté parlare, alle sue spalle c'era qualcun altro che lo sovrastó.
«Buonasera professoressa.» le sorrise una ragazza, e il castano seppe riconoscere la sua voce. Daphne Turner dei Tassorosso si posizionó dietro di lui, facendolo impietrire. Era la ragazza con cui aveva passato la notte un'anno fa, quella che non gli aveva permesso di essere completamente sveglio alla partita. Aveva anche scoperto che aveva un debole per lui, anche distanza di un anno.
«Buonasera, ragazzi. Siete qui per?» chiese gentilmente la professoressa, guardandoli con quella sua solita aria severa.
«La formazione delle squadre.» si affrettó Louis, facendole ricordare improvvisamente il motivo per cui erano lì.
«Oh, giusto, beh entrate.» li invitó lei, arretrando per entrare ed avviandosi verso la sua scrivania.
«Samantha Anderson dei Corvonero mi ha già portato la sua formazione, datemi le vostre.» continuó lei, mettendo in ordine degli ultimi fogli sparsi sulla superfice in legno.
Louis si guardó con attenzione attorno mentre entrava, e notó con orrore i compiti corretti sulla scrivania; rabbrividì al pensiero, ricordandosi che aveva scritto qualcosa a caso nell'ultimo compito di Trasfigurazione.
I due consegnarono i loro fogli, e la Mc Grannit li raccolse, prendendo anche il terzo.
«Uno, due, tre...ne manca uno, dov'é Malik?» chiese la donna, guardandoli in modo interrogatorio.
Malik. Tra tutte le persone che Louis non avrebbe voluto incontrare Zayn era il primo in lista. E proprio in quel momento entró nell'ufficio della Mc Grannit, facendo inclinare gli angoli delle labbra della donna in un piccolo sorriso. Louis si irritó parecchio non appena entró nel suo raggio visivo.
Il moro si avvicinó alla scrivania, dando una spallata forte che non passó inosservata a Louis, consegnando poi la sua formazione.
«Perfetto, ci sono tutti. Adesso tornatevene filati nei vostri dormitori, sbrigatevi. Buonanotte.» concluse la Mc Grannit, facendo uscire i ragazzi dal suo ufficio. Sir Nicholas se n'era andato già da un bel po, e la Tassorosso aveva iniziato ad incamminarsi verso il suo dormitorio.
Louis non perse l'occasione, usando come scusa l'uscita da quella stanza, ricambió la spallata forte del moro, avanzanzo il passo una volta sorpassato.
«Qualche problema, Tomlinson?» chiese minacciosamente il Serpeverde, fermandosi sul posto una volta girato un'angolo di quel corridoio. Louis si fermó, fingendo una risata e girandosi verso di lui con lentezza, stringendo la presa sui suoi pugni per cercare di contenere il nervosismo. «Si, tu, tu sei decisamente un problema!» lo stuzzicó, avvicinandosi a lui e facendo nascere sulle labbra dell'altro un ghigno divertito. «Dovrei soltanto ammazzarti.» continuó a denti stretti, indicandolo con l'indice minacciosamente. Per quello che aveva fatto a sua sorella la notte di Halloween non gliel'avrebbe mai fatta passare liscia, aveva scatenato dentro di lui una rabbia incontenibile, non potevano assolutamente stare vicini.
«Uhm non credo proprio.» ridacchió il moro, facendolo innervosire maggiormente. «Mancherei troppo alla tua sorellina.» sussurró con fare divertito, e non riuscì a vedere col buio della notte le sue gote accendersi e diventrare rosse, colme di rabbia.
«Cosa c'entra Emilie?!» quasi gridó il castano, mentre le sue nocche stavano diventando bianche. Era davvero nervoso, odiava profondamente quando nominavano inutilmente le persone che amava, soprattutto se si trattava della sorella.
«Hm, la notte di Halloween é stata troppo bella per non ripeterla.» continuó a ghignare l'altro, e lì Louis proprio non ci vide più. In una frazione di secondo, Zayn si ritrovó contro il muro, sovrastato dal corpo del castano che stringeva le mani sul suo colletto, e coi gomiti era poggiato violentemente contro il suo petto. Era incazzato nero, il Serpeverde non avrebbe mai detto che quel ragazzo sarebbe stato capace di imprigionarlo al muro.
«Ripetilo se hai coraggio.»

«Non ci posso credere che manchi esattamente un mese ed un giorno a Natale!» Charlotte saltava sul letto come una bambina, il Natale le era sempre piaciuto, e non vedeva l'ora di tornare a casa per le vacanze natalizie per riabbracciare i suoi genitori. Amava quella festività, così come Emilie, che in quel momento la stava guardando in modo divertito. Eppure sembrava così normale, pensó lei, scuotendo il capo e ripensando al primo giorno che si erano conosciute. Poi sembró risvegliarsi, e si alzó velocemente dal letto, guardando la riccia.
«Vuol dire che domani é il venticinque Novembre?» chiese, e senza ascoltare la risposta della ragazza che la guardava in modo strano, indicó una piuma d'oca che inizió a scrivere su un foglio di carta con leggiadrìa, nel mentre lei stava cercando sotto al suo letto un pacchetto che aveva incartato poche settimane prima.
«Non é quello che ho appena detto?» mormoró lei, ma Emilie aveva già afferrato il foglio di carta ed era scomparsa.
Doveva consegnare quel pacco al padre, tramite gufo. Era per il suo compleanno, che si sarebbe svolto due giorni dopo.
Aaron doveva pur sempre arrivare a casa loro, e doveva partire da Hogwarts un giorno prima. Ed a Emilie le era proprio passato di mente. Così rischiando di essere beccata per i corridoi, si incamminó verso la torre dei gufi.
Aveva già passato le scale a cui piaceva cambiare, e in un corridoio piuttosto lungo aveva sentito il miagolio di Mrs Purr, la gatta di Gaza, e non ci pensó due volte a prendere la strada più lunga. Dove c'era quel maledetto gattaccio c'era sempre il guardiano, e non ci teneva ad incontrare né lui, né quella gatta. Sperava soltanto che i suoi passi non li avrebbero insospettiti, dato che rimbombavano tra le pareti vuote dei corridoi che stava attraversando.
Il coprifuoco era anche scattato da un bel pezzo, se Gaza o i professori l'avessero vista avrebbe sicuramente scontata una punizione. Ricorda benissimo quando l'ebbe presa a causa di Louis ed Harry, l'avevano lasciata da sola e fatta inciampare mentre tutti e tre stavano sfuggendo da Gaza, e la punizione che aveva avuto non se l'avrebbe di certo scordata facilmente.
Era quasi arrivata a destinazione, quando delle voci la fecero bloccare sul posto, riuscì subito a capire di chi si trattasse. Zayn e Louis. Si trovava dietro ad un corridoio, e con la testa si sporse mentre stringeva tra le mani il pacchetto che avrebbe dovuto spedire.
«Avanti, dillo!» sentì dire. Questo era sicuramente Louis, sembrava piuttosto nervoso. D'altronde, era vicinissimo a Zayn, e questo non era certamente un buon segno.
«Toglimi le mani di dosso, Tomlinson. Infondo lo sappiamo entrambi che é piaciuto anche a lei...» non ebbe il tempo di concludere la frase che il braccio del castano si era levato alto quanto il suo viso, e un pugno violento gli era arrivato sulla mascella, facendolo poi scivolare contro la parete.
Emilie sentì il rumore del pugno entrare in contatto contro il suo volto, e immediatamente uscì allo scoperto, facendo girare entrambi verso di lei.
«Che cazzo fai?!» gridó quasi. Erano pericolosamente vicini all'ufficio della Mc Granni, non voleva assolutamente pensare a cosa sarebbe successo se li avrebbe scoperti.
«Da dove...» parló tra se e se Louis, confusamente, non capendo da dove fosse spuntata. Zayn si alzó in fretta, e si preparó per sferrare un secondo pugno contro il castano ora che era perfettamente distratto. Emilie riuscì a capire i suoi movimenti e prima che il Serpeverde sarebbe riuscito a colpirlo, la bionda tiró verso di se il fratello, facendolo sbilanciare e quasi cadere su di lei, così facendo il pugno del moro andó perfettamente a vuoto. Non avrebbe mai permesso un secondo pugno, non in sua presenza, e non in vicinanza della Mc Grannit.
«Smettetela, tutti e due, ma che vi salta in mente? La Mc Grannit potrebbe sospendervi, andatevene nei vostri dormitori.» disse lei severamente, abbassando la voce e spingendo Louis lontano da Malik. Quest'ultimo, lanció un ultimo sguardo ad entrambi, soffermandosi sulla ragazza per poi incamminarsi verso i sotterranei.
«Che ci fai tu qui?» domandó Louis, catturando la sua attenzione e guardandola con aria seria. Emilie scuoté il pacco tra le sue mani, che creó un piccolo suono e che fece risvegliare il fratello.
«La scacchiera magica per il compleanno di papà!» si colpì la fronte con una mano, prendendo un profondo respiro e ricordandosi quando l'avevano comprata ad Hogsmeade all'inizio di quell'anno, mentre erano in gita. «Me ne ero completamente dimenticato!» continuó, sbuffando silenziosamente. Ma Emilie continuava a guardarlo impassibile.
«Perché stavi picchiando Zayn?» domandó infatti lei, ma Louis fece finta di non sentirla ed afferró saldamente la sua mano, iniziando a correre per i corridoi e tirandola con se con forza.
«Dobbiamo spedirla adesso, sbrigati!»

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