Charlotte aveva spiegato ad Emilie che era stato Trent a spifferare loro il piano che i Serpeverde avevano organizzato per quella famosa notte di Halloween; le aveva detto che si era avvicinato al tavolo dei Grifondoro con un bicchiere di vino vuoto, non sapevano per esattezza quanti ne avesse bevuti quella sera, ma non appena si era avvicinato ad Harry e Louis aveva iniziato a farfugliare qualcosa, non avevano inizialmente capito cosa intendesse, era stato direttamente lui a dire loro che Emilie era nelle grinfie di Zayn nella stanza Supplicium nei sotterranei, forse era l'effetto del vino che si sa, fa diventare tutti improvvisamente sinceri.
Ovviamente Charlotte si fece raccontare tutto, dopo aver solennemente giurato di non dire nulla al gruppo, voleva sapere tutti i dettagli di quello che era successo e non si era fatta sfuggire neanche una parte. Sapeva anche che Aalan ce l'aveva Zayn, ed era proprio questo che rendeva Emilie nervosa ogni giorno sempre di più. Amava quella civetta, era più di un animale da compagnia, era molto affezionata a lui e non poteva sopportare che qualcuno potesse torcergli anche solo una piuma.
Quella mattina si ritrovarono tutti a lezione di storia della magia, nonostante il professore fosse un fantasma, non tutti prestavano molta attenzione a quella materia, mentre ad Emilie l'idea di imparare la storia della magia da un fantasma la elettrizzava. Era molto diversa dagli altri, e ne era anche fiera.
Il professor Rüf richiamò l'attenzione di Louis ed Harry, seduti dall'altra parte dell'aula mentre li rimproverava, nel frattempo Emilie non ci diede poi chissà quante tante attenzioni, -dato che sembrava una novità quando gli studenti venivano rimproverati, soprattutto quei due- così continuava a scarabocchiare su un foglio bianco, sul quale aveva scritto attentamente i suoi appunti capendo che il piccolo battibecco tra i tre sarebbe andato per le lunghe.
Con la lunga piuma d'oca bianca si accarezzó il mento, sollecitandolo e puntando lo sguardo fuori dall'aula, chiedendosi mentalmente perché quella giornata sembrava interminabile.
Una piccola rondine di carta le voló davanti, ed arricció il naso non capendo inizialmente cosa fosse.
L'uccellino bianco le si posizionó sul banco, proprio sul foglio su cui stava scarabocchiando. Si guardó prima attorno, assicurandosi che il professor Rüf non l'avesse vista, era ancora occupato a discutere inutilmente con Louis, dopodiché sentì la rondine scartarsi, rivelando una calligrafia a lei sconosciuta."Aspettami fuori l'aula non appena finisce la lezione, da sola. Inventati qualche scusa per tuo fratello. Ci vediamo dopo. -Z."
Lesse, concentrandosi maggiormente su quella 'Z', capendo che era l'iniziale di qualcuno.
Quasi come automatico, si voltó dietro di lei, ed a pochi banchi situati dietro al suo, c'era Zayn, che la stava guardando. Questo gli sorrise debolmente, come per fargli capire che era stato lui quello che le aveva spedito il messaggio.
Emilie si rigiró, piegando il fogliettino che aveva riletto una seconda volta ed infilandolo tra i suoi fogli impiastricciati di inchiostro.
Quella sarebbe stata una lunga, lunghissima giornata.Dopo la lezione, si era precipitata fuori dopo aver ripreso le sue cose, e stava aspettando che tutti sarebbero usciti dall'aula con l'ansia a mille.
«Emily, che ci fai qui? Pensavo te ne stessi andando.» domandó Charlotte non appena fu uscita dall'aula seguita da Louis ed Harry che si stavano facendo la stessa domanda non appena la incontrarono, nel mentre il fratello la guardava sconcertato.
E adesso? Pensó lei, mordendosi l'interno di una guancia nervosamente. Non aveva pensato a nulla da dire, il suo pensiero era fisso soltanto su una cosa, e non erano certamente le scuse che sarebbero uscite dalle sue labbra.
«Ho bisogno di una boccata d'aria...» disse semplicemente, facendo annuire Harry mentre sentiva il resto degli altri studenti uscire da quella stanza, Charlotte invece la guardó euforica, e dischiuse le labbra per chiederle se poteva farle compagnia, ma Emilie lo percepì, la conosceva bene, e si affrettó a continuare la frase.
«Da sola.» marcó le ultime due parole, con un sorriso rassicurante in volto che fece tranquillizzare poi la riccia che annuì senza dire nient'altro. Anche perché si era improvvisamente ricordata della 'lezione privata' che avrebbe dovuto dare dopo.
«Oh, d'accordo, solo sta attenta Emilie, quel Serpeverde non me la dice giusta.» le ricordó il fratello che la fissó incerto, non sicuro di lasciarla aggirare da sola per i corridoi, non voleva che si ripresentasse una stessa scena che aveva visto vari giorni prima, se non peggiore.
"Neanche a me, Louis." Pensó infatti l'altra, che si limitó ad annuire e a stringere i suoi libri al petto.
«Tranquillo, so tenerlo a bada, e aspetta, potresti portare questi in camera mia?» chiese a Louis, consegnandogli direttamente i libri tra le mani e facendolo sbuffare rumorosamente; sapeva bene che quella non era una richiesta, ma un obbligo.
Infondo non sapeva dove Zayn l'avrebbe portata, e se avrebbe dovuto difendersi non poteva certamente farlo con i libri tra le mani.
«D'accordo...» mormoró poi, lasciandole un piccolo bacio sulla tempia ed iniziando ad avviarsi con gli altri due. «Sta attenta.» gli disse un'ultima volta, facendola sorridere.
Lo guardó sparire dietro ad un angolo, così si voltó per iniziare a camminare, ma si scontró contro il petto di qualcuno. E sapeva bene quel qualcuno chi potesse essere.
«Tu sapresti tenermi a bada?» la fissava dall'alto divertito, aveva ascoltato la loro conversazione, ed Emilie pensó subito che era un grandissimo maleducato.
«Perché, non é così?» domandó lei con sarcasticamente, facendo nascere sulle labbra di Zayn un sorrisetto sfacciato. Adorava quando le dava corda, non poteva fare a meno di trovarla adorabile. Aveva quella piccola e delicata voce che lo risvegliava dal suo mondo, quasi facendolo intenerire, per questa ragione non poteva fare a meno di sorridere quando lo rispondeva, sapeva benissimo che neanche lei credeva alle parole che uscivano dalle sue labbra quando cercava di minacciarlo. O magari la sottovalutava troppo.
«Lasciamo stare. Seguimi, e sbrigati.» le disse, scuotendo la testa ed iniziando ad arretrare per iniziare a camminare verso una meta sconosciuta. Emilie lo fissó per un attimo, tentata dall'idea di darsela a gambe, ma senza averci pensato due volte era già dietro di lui.