Chapter 11.

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Nonostante l'aria invernale di Novembre, quella era decisamente la giornata migliore del mese per giocare a Quidditch.
Non c'era alcuna traccia di nessuna nuvola, era pienamente sereno il tempo, e soltanto la brezza invernale faceva gelare il sangue a causa della sua freddezza.
Emilie si domandava come facevano a salire su quella maledetta scopa, a chissà quanti metri di altezza e con qualsiasi previsione metereologica, anche con il freddo che ti impediva di muoverti; i giocatori e soprattutto Louis sembravano intoccabili.
«Emilie, Louis sta per entrare in campo!» la voce squillante di Vanessa risveglió Emilie dai suoi pensieri, che rabbrividì ancora di più stringendosi nella sua sciarpa di lana quando l'altra Grifondoro la scuoté forte, indicandole poi suo fratello con un dito che stava uscendo da sotto gli spalti colmi di studenti.
Dopo essersi rassicurata che Aaron stesse bene e dopo averlo portato nel suo dormitorio, aveva scelto di andare a guardare la partita della sua squadra. D'altronde, i giocatori che attiravano più attenzione erano suo fratello, il suo migliore amico e la sua migliore amica, -sì, perché Harry per lei era diventato come un secondo fratello, gli voleva davvero molto bene e parlavano in continuazione di qualsiasi cosa- quindi non poteva di certo non esserci. Louis se la sarebbe presa e davvero tanto, com'era già successo una volta, e a causa della sua mancanza ad una partita del castano litigarono parecchio.
L'urlo stridulo di Vanessa le fece tappare le orecchie con entrambe le mani, era veramente attratta da suo fratello, caspita, ad essere sincera sembra più una ragazzina di quindici anni in preda agli ormoni, pensó Emilie con una smorfia scocciata prima di puntare lo sguardo nuovamente sui giocatori che stavano girando con le scope davanti agli spalti, e la maggior parte dei ragazzi stavano urlando a piena voce 'Grifondoro' facendo esaltare la squadra che si allontanó a grande velocità.
Fu anche il turno dei Serpeverde entrare in campo, ed Emilie si sentì avvampare non appena il suo sguardo finì su Malik.
Era bellissimo, e quella divisa che aveva sembrava anche troppo leggera.
Quando anche loro entrarono in campo fecero lo stesso giro che aveva fatto la squadra precedente, e Zayn rallentó appena quando capitó davanti ad Emilie che teneva lo sguardo fisso su di lui. Questo le sorrise, ammiccando verso di lei e andando subito via per non essere notato. La Grifondoro si sentì morire, e per un attimo credette che Vanessa la stesse chiamando, ma la sua attenzione era concentrata palesemente su un' altra persona.
Quando entrambe le squadre poi si misero al centro del campo, una voce metallica nella torre più alta tra le tribune catturó l'attenzione tutti.
«Che la partita abbia inizio!» gridó un ragazzino del quarto anno dei Tassorosso mentre alle labbra aveva la sua bacchetta.
Solo in quel momento Emilie si accorse che la professoressa Sprite era al centro del campo con la pluffa tra le mani, e con un movimento agile spinse la palla in alto, molto in alto, permettendo ai primi due cacciatori di tuffarsi in picchiata per catturarla. Erano davvero veloci.
L'acciuffó per primo Ermhan dei Serpeverde, che con velocità passó la palla ad una ragazza dai capelli castani che si precipitó verso gli anelli della squadra avversaria. Lì Hannah la stava aspettando, e stringeva sempre di più la presa sua scopa per concentrarsi. Non si accorse però di un terzo ragazzo che si alzó improvvisamente alla sua sinistra, e prima che potesse battere ciglio la ragazza passó la palla a lui, che la lanciò con una mira impeccabile al centro del primo anello.
«Dieci punti per i Serpeverde!» urló il ragazzino dalla torre, e i primi dieci punti furono stati attestati, facendo sospirare Oliver che volava in lontananza.
La palla fu lanciata nuovamente in aria, continuava così per una ventina di minuti, e William ed un'altra ragazzina più piccola -forse dello stesso anno- stavano rincorrendo il boccino d'oro da dieci minuti buoni.
Sembrava davvero interminabile, Emilie si chiese quanta pazienza ci volesse per giocare ad un gioco così, soprattutto per i due cercatori; dovevano avere una vista di falco per avvistare una pallina di quelle dimensioni, era stancante. Erano arrivati a settanta punti per i Serpeverde e quaranta per i Grifondoro, quindi erano in svantaggio.
Louis volava come una freccia davanti e indietro per il campo, ed una volta riuscito ad afferrare la pluffa si diresse direttamente verso gli anelli avversari, ignorando Harry ed Thomas che lo stavano chiamando per farsi passare la palla.
Si ritrovó davanti ai tre cacciatori che volavano a tutta velocità verso di lui, e il castano ghignó, aspettando che si avvicinassero ancora di più. Emilie smise di respirare per qualche secondo mentre l'immagine di quei quattro che si scontravano e cadevano a terra con violenza dalla scopa le passó in mente, ma non era così.
Louis lanciò la palla verso l'alto, e lui scese verso il basso mentre veniva superato dagli avversari, confondendoli e non dando loro il tempo di realizzare la sua mossa. 'Geniale!' Gridó Vanessa accanto ad Emilie, che sorrise soddisfatta dalla furbizia di suo fratello.
Segnó infatti dieci punti, ed Harry ed Thomas erano entusiasti.
«Altri dieci punti per i Grifondoro!»
Non appena segnarono i punti, Louis chiese un time-out con un gesto veloce delle mani, e le squadre si separarono per riposarsi. Un gruppo di ragazzi stava chiamando a piena voce la squadra dei Serpeverde, e mentre questi volavano verso il loro lato sorrisero in apprezzamento.
Dopo una manciata di minuti, ripresero a giocare, e prima che si separarono i giocatori, Louis si avvicinò a Charlotte e le sussurró qualcosa all'orecchio, per poi allontanarsi per ricominciare a giocare. Emilie li guardó accigliandosi, non riuscendo a capire -ovviamente- cosa si stessero dicendo. La partita riprese subito dopo, e i giocatori continuavano a volare inseguendo la pluffa e schivando tantissime volte i due bolidi che volavano nell'aria, facendo sussultare i ragazzi tra le tribune.
Harry teneva la pluffa tra le mani, stringendola con forza per non farla cadere e volando verso gli anelli avversari, ma si scontró -più che altro lo spinse- con un ragazzo dell'altra squadra e perse l'equilibrio, cadendo dalla scopa e finendo a terra tra la sabbia. Emilie si rizzò immediatamente in piedi quando i capelli riccioluti del suo migliore amico si dissolsero tra il cumolo di polvere. Anche se l'altezza non era molta, Harry si era fatto male, e la professoressa Sprite corse in suo soccorso.
Urli in disapprovazione del gesto di quel ragazzo riempirono il campo, il chè lo fece innervosire particolarmente e non appena vide Harry alzarsi e scuotere la testa strinse le mani sul suo manico di scopa, allontanandosi da lui con un'espressione nervosa. Nonostante un polso rotto, Harry disse che stava bene ed afferró nuovamente la sua scopa. Sarebbe stata un'impresa reggersi alla scopa con una sola mano ed afferrare la pluffa, ma non voleva assolutamente sospendere la partita a causa sua, anche perché sentiva dentro di sé che avrebbero vinto.
Non ci mise tanto a risalire in volo, e Louis lo affiancó immediatamente per accettarsi che si reggesse bene. La partita riprese subito dopo, con altri dieci punti da parte dei Grifondoro.
Dopo ben quaranta minuti di gioco, Louis stava evitando un bolide con la pluffa, venendo anche rincorso dagli altri giocatori e da Zayn. Louis schivó velocemente il bolide, andando poi in avanti per raggiungere i tre anelli avversari, mentre Charlotte raggiunse il bolide e con agilità colpì la palla pesante con la sua mazza di ferro, ed il bolide cambió direzione; si stava dirigendo verso Zayn, che era completamente distratto da Louis.
Emilie capì subito che il bolide si sarebbe scontrato contro di lui, quindi era questo che Louis aveva detto a Charlotte? Pensó, e tiró senza pensarci la sua bacchetta per poi abbassarsi puntandola verso la palla di ferro e coprirsi velocemente le labbra, guardandosi prima attorno per essere certa che nessuno l'avrebbe vista e a denti stretti sussurró: «Confundus.»
Il bolide sfiorò per poco il viso perfetto del ragazzo, e questo si voltó appena in tempo per vedere la palla schizzare via; si sentì svenire, non poteva crederci che stava per essere colpito in pieno. Gli avrebbe fatto molto male un impatto come quello. Come in automatico, il suo sguardo finì sulla ragazza che stava riponendo la sua bacchetta nella propria divisa, mentre il bolide cadeva pesantemente a terra Zayn le sorrise, ammiccandole una seconda volta e facendo colorare le sue guance di un rosa vivo.
Si allontanó, non togliendo lo sguardo da lei per un po e raggiungendo i suoi compagni che avevano appena subito altri dieci punti da parte di Thomas.
Emilie puntó lo sguardo verso il ragazzino della loro squadra, William, che per poco non si schiantó contro la torre accanto alla sua tribuna. Il boccino era veloce, e William era davvero sfinito. Fu quando prese una curva e gli ritornó dietro, volando a pochi centimetri dal suolo che si alzó sul suo manico di scopa in piedi e, reggendosi in equilibrio, si sporse in avanti con le mani afferrando finalmente quella piccolissima palla tra le dita di una mano. Perse però l'equilibrio pochissimi secondi dopo averla afferrata che si ritrovó subito a terra, rotolando violentemente tra la sabbia ed il terreno. La tensione era tanta, e tra gli spalti regnava il silenzio.
La professoressa Sprite corse verso di lui, ma prima che potesse raggiungerlo, William si alzó in piedi anche se con tantissimi sforzi, e alzó la mano contenente il boccino, che scuoté le sue piccole e sottili ali non appena la presa su di esso diminuì, e il ragazzino sorrideva a trentadue -forse trentuno- denti mentre lo mostrava soddisfatto a tutti. Le grida in approvazione del suo coraggio si levarono subito nell'aria, e la cercatrice dell'altra squadra si stava reggendo alla sua scopa, dopo essere caduta lo guardava malissimo.
Louis si tuffó in picchiata verso di lui, scese dalla scopa dopo essersi fermato e prese saldamente il ragazzino in spalla, alzando un pugno in aria e urlando a piena voce: «Abbiamo vinto!»
Infatti, in quel momento la voce del Tassorosso fece nuovamente capolino, dicendo: «Centocinquanta punti per i Grifondoro, la partita si conclude con settanta punti per i Serpeverde e duecentoventi punti per i Grifondoro! I Grifondoro vincono!»

I corridoi della scuola non erano mai stati così rumorosi; anche se era soltanto una partita i Grifondoro erano in piena festa.
Tra le pareti si sentivano soltanto i ragazzi che urlavano 'Grifondoro!' con entusiasmo. Anche Gaza che li aveva sentiti entrare aveva capito che avevano vinto, e non appena gli studenti lo sorpassarono questo inizió a maledirli, borbottando tra se e se qualcosa contro ognuno di loro, ma non ci fecero chissà poi quanto caso a lui, continuando la loro interminabile canzoncina di vittoria mentre erano diretti verso il loro dormitorio.
William era sulle spalle di Louis ed Harry al centro di quel gremito di gente mentre alzava un pugno ad ogni 'Grifondoro', e Charlotte, Thomas, Oliver ed Hannah erano tirate in mezzo a tutti i ragazzi della loro Casa.
Emilie era rimasta dietro con Vanessa, mentre rideva felicemente. Vedere suo fratello così felice le metteva gioia, e gli altri compagni che aveva attorno la facevano sentire più che bene. Anche se molti di loro non li conosceva, si sentiva unita a loro grazie a quella vittoria; forse era anche per quello che Louis ed Harry amavano così tanto il Quiddtch.
«Grande, meraviglioso, fantastico!» urlava Vanessa accanto a lei, che la faceva ridere ancora di più per la sua stranissima ed acuta voce.
Questa si avvicinò ai ragazzi, e senza pensarci saltó sulla schiena di un ragazzo più alto che forse neanche si aspettava di quel suo gesto dato che non stava per prenderla in tempo, ma fortunatamente aveva ripreso l'equilibrio e continuarono entrambi ad urlare il nome della loro Casa assieme agli altri.
Emilie era rimasta da sola dietro, e mentre stava per correre anche lei ed urlare un «Grifond-» venne bloccata, qualcosa le tappó le labbra e la trascinó via dal suo gruppo. La Grifondoro sgranó gli occhi, smuovendosi dalla presa stretta del suo aggressore e venendo poi alzata dal pavimento dato che questa aveva inchiodato i piedi a terra. Inizió a scalciare e a dimenarsi, e prima che potesse urlare aiuto venne trascinata in una stanza buia. Emilie capì che quel qualcuno stava chiudendo la porticina di quella stretta stanza, e si approfittó della sua distrazione per mordergli il palmo della mano e farlo urlare.
«Cazzo!» gridó, mollando immediatamente la presa su di lei e scuoté la mano, cercando di far passare il dolore. Nel frattempo Emilie si spinse dall'altra parte della parete, sentendo il cuore batterle all'impazzata nel petto per la paura. La voce era familiare, troppo familiare.
«Che cazzo fai?!» bisbiglió una voce maschile, accendendo una piccola luce che fece illuminare la stanza, ed Emilie si sentì sollevata quando vide Malik davanti a lei. Se fosse successo prima, si sarebbe spaventata di più una volta che la luce si fosse accesa.
«Zayn! Non. Farlo. Mai. Più!» gridò lei, poggiando il palmo della sua mano sul proprio petto e respirando profondamente per cercare di regolarizzare il respiro. «E invece di chiederlo a me, chiedilo a te stesso!» lo rimproveró riferendosi al suo improvviso rapimento, facendolo poi ridacchiare.
«Prima mi proteggi, e poi mi fai del male?» mise un finto broncio, avvicinandosi poi a lei e facendola indietreggiare ancora di più, e deglutendo, Emilie toccó con le spalle il muro freddo.
«I-io...» infondo, neanche lei sapeva perché aveva evitato lo scontro del bolide contro il suo viso con la magia, sapendo anche bene che aveva barato; aveva capito dal suo tono che si stava riferendo infatti a quell'episodio.
«Tu...tu cosa?» domandó imitandola con una strana voce lui, il divertimento e la tenerezza nella sua voce. Appoggió poi le mani al muro, ai lati dei suoi capelli color biondo cenere, impedendole di scappare ed evitare anche il suo sguardo.
Emilie anche con la poca luce riusciva a vedere il suo riflesso in quei bellissimi occhi, che le stavano rendendo impossibile respirare. Qualcosa in lei si risveglió, e le pareti sembravano stringersi attorno a loro sempre di più quando Zayn strinse tra le dita una ciocca dei suoi capelli biondi, spostandoglieli dietro all'orecchio pallido e facendola rabbrividire. «Ti dovevo un favore.» sussurró poi, la voce spezzata e tremante. Si congratuló mentalmente per la sua risposta immediata, e il sorrisetto di Zayn crebbe ancora di più. Emilie smise di respirare quando lo vide avvicinarsi ancora di più, voleva in qualche modo fondersi con il muro di pietra e sparire; si sentiva così bene e nello stesso momento così male.
La Grifondoro quasi sobbalzó quando il viso del ragazzo si scontró delicatamente contro il suo. La barba corta che le pungeva le guance. Zayn le lasció un piccolo bacio sotto l'orecchio, e la bionda sospiró ad occhi chiusi.
«Mi hai salvato da uno spiacevole incidente, allora.» sussurró, ed una scarica di brividi colpì la schiena della giovane. «Grazie, piccola.» mormoró, staccandosi da lei ed accarezzandole un ultima volta il viso prima di staccarsi. Le sue guance imporporate di rosso, morbide e da voler baciare e mordere ogni volta.
Piccola. Era la prima volta che la chiamava in quel modo. Era maledettamente strano.
Restó impiastricciata tra i suoi pensieri, non accorgendosi che si era appena allontanato da lei.
Prima che potesse risponderlo, Zayn era già andato via.

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