«Perché cazzo non vengono a cercarmi?!» gridó Zayn, esasperato, camminava avanti e indietro in quella stanza senza mai fermarsi. Era parecchio nervoso, e più i minuti passavano più sembrava perdere la pazienza. Non poteva credere che Pix lo avesse rinchiuso lì dentro, con la Grifondoro poi!
«Perché, chi dovrebbe venire a cercarti?» chiese la ragazza con un pizzico di ironia nella voce, facendo girare il ragazzo verso di lei.
«Quel coglione di Trent, almeno! Gli avevo detto che sarei venuto a controllarti!» la sua scelta di parole fece alzare un sopracciglio alla ragazza, che scuotè la testa, decidendo di non rispondere.
«Ed Edwards? Non dovrebbe venire a cercarti?» chiese lei, pur sapendo che l'incontro con la 'professoressa' le era bastato a farle capire che quella non era assolutamente lei.
Fece ghignare infatti il ragazzo, sentendo uma breve risatina fuoriuscire dalle sue labbra.
«Uhm, non direi, é nella sala comune malata, non se la sentiva di andare alla festa stasera.» disse divertito, e marcando la parola 'malata', facendo capire ad Emilie che quello che pensava era giusto.
Era Perrie, quella, non la professoressa. Si chiese come avevano fatto, ma in un lampo ricordó la lezione di pozioni che avevano imparato il mese scorso.
«Pozione Polisucco, eh?» mormoró lei, quasi non domandandoglielo e facendo nascere un sorrisetto divertito sulle labbra del ragazzo.
«Pensavo fossi più intelligente, Tomlinson! Come puó una come te non domandarsi perché la professoressa Mc Granitt si comportava in modo così strano? Edwards non é un'ottima attrice, é da stupidi cascare in una mossa così!» le disse, facendo imporporare le guance della ragazza di un rosa chiaro, forse per la vergogna, che il moro non riuscì a notare a causa del buio di quella stanza che non gli permetteva neanche di guardarsi le mani; c'era soltanto una piccolissima finestra che faceva filtrare i raggi della luna, ma la vista continuava ad essere scarsa. Aveva ragione, pensó lei, come ha fatto a cascarci così facilmente? Ma non ci pensó due volte a risponderlo, colpita dall'orgoglio.
«E tu come hai fatto ad affidarti a Pix?! Tra tantissimi fantasmi proprio lui?! Non é stata una mossa intelligente a quanto pare!» lo derise lei, facendogli notare del suo enorme sbaglio.
Peccato però che la sua risposta lo innervosì ancora di più, erano ormai venti buoni minuti che erano rinchiusi là dentro, e Malik era parecchio irritabile.
«E poi scusa, perchè mi hai rinchiusa qui? Che senso ha?» scuotè la testa lei, continuando con la serie di domande.
«Per quello che è successo in Sala grande un mese fa, ecco perché!» rispose lui a voce alta, guardandola con un'espressione seria.
«Cosa ho fatto?» mormorò lei, pensandoci per un attimo, ma non ricordava nulla.
«Mi hai aggredito.» alzó le spalle lui, facendo infuriare la ragazza.
«Io ti ho aggredito?! Malik, dovrei iniziare a scrivere una lista di tutte le volte che l'hai fatto tu, che dici?» lo stuzzicó lei, esasperata dalla sua risposta.
«Io mi diverto, al contrario tuo.» Zayn la stava facendo irritare, sapeva che così facendo avrebbe perso le staffe, in un certo senso la conosceva, aveva ben capito il suo carattere, e non poteva negare il divertimento che lo assaliva quando lei lo rispondeva, gli piaceva giocare.
«Quindi io non saprei divertirmi?» ripeté lei, assotigliando le palpebre e stringendo la presa sulla sua bacchetta mentre scendeva dalla scrivania, facendola scricchiolare rumorosamente.
«Già.» rispose lui, sentendo lo scricchiolio della superficie di legno e capendo i suoi movimenti, sfilando la sua bacchetta dalla divisa.
«Scommettiamo?» mormoró lei, facendosi perfettamente sentire mentre sentiva una scarica di adrenalina colpirla in pieno.
Il moro si mise subito in posizione di attacco, capendo dal suo tono minaccioso che avrebbero iniziato a combattere, puntando prontamente la bacchetta verso di lei, riuscendo a vederla spostarsi.
«Expelliarmus!» gridó per primo, ma il colpo andó perfettamente a vuoto a causa della rapidità della ragazza. Non si aspettava che fosse così rapida, riuscì a stento vedere il suo corpo spostarsi, ma ritornó immediatamente in posizione d'attacco quando capì dov'era.
«Geminio!» l'immagine della ragazza si sdoppió, confondendo Zayn che non ebbe il tempo di capire quale fosse quella reale. Era rapida, molto rapida. Questo gli creava un grandissimo svantaggio.
«Stupeficium!» scandì la Grifondoro con una pronuncia perfetta, facendo scontrare il corpo del moro contro il muro alle sue spalle.
Era stato un impatto davvero forte, d'altronde era l'incantesimo ad essere già potente di suo, e si pentì subito di quello che aveva fatto.
Malik cadde a terra apparentemente privo di sensi, non si muoveva, il ché fece spaventare Emilie che si precipitó accanto a lui, piegandosi sulle ginocchia ed afferrando la sua testa tra le mani per scuoterlo, sperando che si risvegliasse.
«Zayn!» ripeteva continuamente, sapendo perfettamente che quell'incantesimo non doveva farlo. Se l'avessero scoperta sarebbe finita certamente nei guai. Era troppo occupata a scuotere la sua testa, peró, da non accorgersi che il suo braccio si stava dirigendo verso la bacchetta, caduta a pochi centimetri da lui. L'afferró saldamente, non dando il tempo ad Emilie di collegare quello che stava accadendo.
Aprì di botto gli occhi, puntando la bacchetta contro la ragazza che sobbalzó non aspettandoselo.
«Incarceramus!» urló, e la vittima si ritrovó legata da tantissime corde, che le rendevano difficile ogni movimento mentre veniva spinta al muro. La sua bacchetta cadde a terra, a pochi centimetri da lei, ed Emilie rabbrividì non appena riaprì gli occhi vedendo Zayn alzarsi con fatica, tenendosi pesantemente alla scrivania accanto a lui, con una smorfia di dolore sul viso. Lo stava temendo solo in quell'istante, pochi momenti prima aveva una voglia assurda di combattere, e non aveva affatto paura.
«Sei brava...» mormoró lui, guardando la ragazza quasi affascinato e nel frattempo, quest'ultima cercava invano di liberarsi dalla morsa stretta delle corde. Si bloccó non appena lo sentì parlare, alzando un sopracciglio confusamente. Le aveva appena fatto un complimento?
«Grazie.» sussurró, quasi incredula e spingendosi verso il muro con le gambe, capendo che sarebbe stato inutile cercare di liberarsi, ma allontanandosi di poco da lui, il ché lo fece ridacchiare.
«Non mi farai del male, giusto?» sussurró spezzando il silenzio che si era creato, dopo averlo fissato per un po.
«Tecnicamente il piano era di rinchiuderti qui dentro per un po, volevo farti morire dalla paura.» scrollò le spalle ed avvicinandosi a lei, sedendosi alla sua sinistra ed appoggiandosi al muro dietro di lui, facendo mozzare il respiro ad Emilie per una manciata di secondi.
«Non ci sei riuscito.» borbottó lei, facendolo sorridere nuovamente. Sapeva che stava mentendo.
Stavano trascorrendo così quella serata, rinchiusi in una stanza gelata e spettrale la notte di Halloween, ed entrambi erano piuttosto tranquilli.
Quando passarono una manciata di minuti, Zayn si alzó in piedi, dando anche una mano alla ragazza a fare lo stesso. Emilie si chiese quanto fosse leggera in quel momento, dato che il Serpeverde l'aveva alzata da terra con poche difficoltà, mentre la portava sulla scrivania e aveva iniziato a slegarla. Emilie non disse nulla, si limitava a guardarlo in silenzio mentre lo lasciava fare, era pur sempre confusa, ma la stava soltanto slegando dalle corde che per giunta stavano iniziando a farle male.
Zayn lasció cadere le corde a terra una volta che Emilie era libera, e si sedé poi accanto a lei sulla scrivania, riponendo la sua bacchetta nella sua divisa.
Erano calmi, il ché era strano, ma in quel momento non importava.
«Grazie...» mormoró lei, sfregando una mano sulle sue braccia dato che iniziava a sentire freddo, e questo Zayn lo notó, e si rialzó nuovamente per slegare il suo mantello e poggiarlo sulle spalle della ragazzina, che non disse niente, gli sorrise soltanto. Era veramente strano, arrivó a pensare lei, stringendo con le dita gli orli del suo mantello e rendendosi conto che aveva un buon profumo.
Zayn era rimasto con la divisa, una camicia bianca gli ricopriva il torace ed una cravatta con lo stemma della sua casa gli decorava il collo; Emilie credette di svenire. Era davvero bello, nonostante non lo sopportasse.
«Tu non hai freddo?» gli chiese lei, vedendolo alzare le spalle indifferentemente.
Infondo, era una serpe, era abituato a stare nei sotterranei, tra il buio e l'umidità, pensó, abbassando lo sguardo e stringendosi nel mantello. La porta si aprì, facendo rizzare Zayn in piedi, ma le persone che erano appena entrate fecero tirare un sospiro di sollievo alla ragazza.
Louis, Harry e Charlotte entrarono in fretta e furia nella stanza, e il castano si diresse da Emilie, abbracciandola e rendendosi conto di quello che aveva addosso.
«Mi hai fatto preoccupare! E questo di chi é?» continuó, prendendo gli orli del mantello tra le mani e guardandola in modo confuso, non si era accorto fino a quel momento di Zayn, almeno così credeva la sorella.
«Aveva freddo.» disse semplicemente il moro, catturando l'attenzione del ragazzo accanto a lui che lo stava guardando con rabbia.
«Io dovrei soltanto ucciderti!» quasi gridó, facendo scendere delicatamente la ragazza dalla scrivania, levandogli quel sudicio mantello da dosso e lanciandolo seccamente al suo proprietario che lo afferró prontamente. Diede poi alla sorella il proprio mantello, ignorando i brividi che lo stavano colpendo ed avvicinandosi in modo minaccioso al Serpeverde, che lo guardava in compenso con tranquillità.
«Se solo osi sfiorarla, io ti uccido, Malik.» sputó amaro, stringendo i pugni e facendo diventare le nocche bianche. Tornó poi immediatamente dalla sorella che aveva catturato la loro attenzione, per evitare che si prendessero a pugni.
«Dobbiamo andarcene prima che qualcuno ci scopra.»