Erano ormai passate un bel paio di settimane da quando gli studenti erano arrivati ad Hogwarts, e tra il mettere a posto le proprie cose nelle proprie stanze; salutare ed avere una conversazione con le persone che non vedevi da un'estate intera; l'organizzarsi già con gli studi e con i vari argomenti che avrebbero trattato quell'anno, il termine 'non abbiamo neanche avuto il tempo di respirare' si poteva perfettamente utilizzare. Era già volato un mese, ed Ottobre era alle porte.
Non potevano mancare ovviamente le prime punizioni, o i primi ritardi. Emilie sembrava ci tenesse a fare ritardo, era quasi come una tradizione per lei, e Charlotte doveva lasciarla alle sue lente preparazioni e scappare a lezione, lasciandola da sola per non rischiare di non fare ritardo a causa sua, infatti era Emilie a dirle di andare via prima di lei. Anche se a volte si ritrovava ad andare a lezione in compagnia di qualche ragazza della sua stessa casa, tipo Hannah -anche lei ritardataria-; le stava davvero simpatica, anche se certe volte era strana come il primo giorno che l'aveva incontrata. Non la smetteva per un attimo di parlare tra se e se, scrutando i nuovi ragazzi e le nuove ragazze del suo stesso anno, anche facendosi delle piccole fantasie su come potessero essere.
Era strana di certo, ma non antipatica, ed era questo che ad Emilie importava; più le cose erano strane più catturavano la sua attenzione e la facevano rimanere affascinata.
I capelli rossi e mossi, bassa di statura e con uno stranissimo accento straniero che faceva ridere Emilie ad ogni parola che non capiva. Era questo che le veniva in mente ogni volta che qualcuno arrivava a chiederle di Hannah.
Attraversarono insieme davvero tantissimi corridoi prima di arrivare all'aula di Pozioni, scontrandosi anche con Pix; un fantasma poltergeist che creava scompiglio e che si divertiva a stuzzicare chiunque gli capitasse a tiro. Fortunatamente quest'ultimo voló via, non facendo stranamente neanche caso alle due, ed era meglio così, pensó la bionda vedendolo scomparire così com'era apparso.
La prima volta che Emilie si ritrovó faccia a -diciamo- 'faccia' con lui, era al suo primo anno e per fortuna si trovava con Louis; lui lo 'conosceva' già da un bel po e sapeva benissimo i posti che frequentava di più. Avevano assistito assieme a molti dei suoi scherzetti, e ad alcuni si sono entrambi ritrovati come vittime che dovevano stare attenti a non ritrovarsi qualche livido come ricordo.
Non appena sorpassata l'entrata dell'aula di pozioni, l'immagine di Zayn dei Serpeverde si presentó davanti ad entrambe le ragazze, circondato da altri due membri della sua casa mentre stuzzicavano Charlotte, che era concentrata sul suo libro di formule; cercava invano di ripassare e di ricordarsi quello che doveva studiare, evitando di guardare i tre.
Perrie Edwards, una ragazza dai capelli biondi e con il fisico snello era comodamente seduta sul banco accanto al suo, dondolando le gambe nel vuoto e facendole scontrare varie volte contro il banco della riccia, sorridendo soddisfatta capendo di star riuscendo a creargli fastidio dato l' espressione scocciata della ragazza.
Un altro ragazzo, piuttosto robusto invece continuava a ghignare tenendo lo sguardo fisso su Zayn, tenendo le braccia conserte al petto.
Quest'ultimo poi stava tirando il suo libro, facendola distrare di continuo e meritandosi soltanto le sue occhiatacce, facendolo continuare.
Soltanto quando il libro si chiuse cadendo a terra con alcuni fogli che volavano via dalle sue pagine Emilie non ci vide più, tiró fuori la sua bacchetta dalla tasca della
sua divisa, impugnandola prontamente con le dita e facendo cadere i libri che aveva tra le braccia a terra, provocando un tonfo e facendo girare tutti verso di lei mentre la puntava contro il moro con uno sguardo severo.
«Lasciala stare, Malik.» disse lei, sentendo le mani tremare mentre si avvicinava a lui notando con la coda dell'occhio Niall entrare in quell'istante nell' aula, guardando tutti con aria confusa.
«Uh, allora sai tenere la bacchetta, non l'avrei mai detto, e tu Trent?» si fece sentire l'altra bionda, sogghignando e meritandosi un'occhiata veloce di Zayn che la fece zittire e cambiare espressione subito dopo.
«Andiamo, sta arrivando il professore.»
Spezzó il silenzio il Serpeverde che parve chiamarsi Trent, interrompendo il silenzio che si era creato e scuotendo la spalla del moro, indicandogli i loro posti con la mano libera ed incitandolo quindi ad avvicinarsi ad essi.
«Già, sarà meglio.» disse semplicemente, facendo una piccola smorfia ed avanzando verso Emilie che stava riponendo la sua bacchetta nuovamente nella sua tasca, dandogli una spallata forte per farla sbilanciare di proposito, e Zayn si ritrovó contro il muro sporco nella manciata di pochi secondi con delle mani pallide che gli stringevano con una salda presa il colletto della sua divisa scura, rivelando un Niall furioso.
«Qual'é il tuo problema?!» sbraitó Zayn contro di lui, togliendosi con poche difficoltà la presa del biondo dal suo colletto e levandoselo da dosso; era più alto e più robusto rispetto al suo fisico e quindi non avrebbe avuto problemi a fargli male anche solo con uno schiaffo, ma a questo Niall non importava. Stava difendendo le persone a cui voleva bene, e nonostante le braccia che tremavano e le guance arrossate dalla rabbia voleva fargli capire che non avrebbe dovuto scherzare con loro. Emilie non aveva mai visto quel Niall, era strano quasi fuori dal normale vederlo reagire in quel modo.
Non fece in tempo a rispondergli che il professore si presentó nell'aula, dando a tutti un buongiorno e non facendo inizialmente caso ai due che si stavano allontanando lentamente con lo sguardo fisso ancorato ancora addosso a vicenda.«É stato bello il modo in cui hai difeso Emilie, comunque.»
Dopo aver finito quella infernale giornata di lezioni, i ragazzi si erano radunati per passare il resto di quella giornata assieme nel cortile della scuola, alcuni di loro seduti su una piccola panchina di pietra sotto ad un grandissimo albero spoglio.
Louis ed Harry erano seduti a terra contro il tronco dell'albero con le gambe incrociate, concentrando la loro magia su un piccolo calice che avevano posizionato d'innanzi a loro e con le loro bacchette puntate contro di esso.
Emilie, Charlotte e Niall invece, stavano seduti su una panchina poco distante, accarezzando i loro animali da compagnia che avevano acquistato il primo anno a Diagon Alley; tranne Emilie, la sua civetta era nella torre dove c'erano tutti gli altri esemplari volatili, una bellissima civetta bianca di nome Aaron, che si distingueva dalle altre a causa di una macchia a forma di un chicco di caffè posizionata sulla punta dell'ala sinistra. In inverno, quando la lasciava volare via si mimetizzava facilmente con la neve, rendendola quasi invisibile ai suoi occhi.
Dal primo istante in cui l'aveva vista nell'emporio dei gufi di Diagon Alley, aveva capito che quella era la civetta giusta per lei.
Louis invece aveva acquistato un piccolo roditore, un topolino -che a quel tempo si poteva chiamare 'topolino'- di un colorito scuro che aveva chiamato Zanna a causa del morso che aveva ricevuto da lui al primo anno nel treno, mentre lo stava stuzzicando.
Niall, Harry, e Charlotte avevano dei gatti dal pelo morbidissimo, e ognuno di loro aveva un colore diverso; quello di Niall era biondo platino, la gatta di Harry era arancione, e quello di Charlotte era bianco e nero.
Liam aveva un piccolo gufo, che in inverno si nascondeva tra i suoi vestiti, forse per il freddo.
«L'ho fatto anche per te, Char.» Niall stava guardando la riccia accanto a lei, sentendo nascere sulle sue guance pallide un lieve rossore. Era uno di quei ragazzi che si imbrazzava facilmente ed arrossiva ogni volta che qualcuno gli dava troppe attenzioni mettendolo a disagio, ed iniziava subito dopo a balbettare.
«Grazie.» proseguì lei dopo un piccolo istante di silenzio con un sorriso che partiva da un'orecchio e che finiva dall'altro; si appoggió alla sua spalla felicemente infilando poi le mani tra la pelliccia del suo gattino che stava iniziando a fare le fusa quando con le dita stava accarezzando un piccolo punto dietro all'orecchio sinistro dell'animale che socchiuse gli occhi, rilassandosi a quel tocco e muovendo la coda da una parte all'altra beatamente.
«Nulla, sai che ti voglio bene. Avete visto Liam, comunque?» ammise il biondo, puntando poi l' attenzione sul riccio e sul castano davanti a loro, che stavano pronunciando qualche parola in latino, concentrati su un piccolo cumolo di foglie secche, avevano messo via il calice dopo essere riusciti a riempirlo con qualche bevanda.
«No, credo peró che arriverà a momenti.» accennó con una voce lieve Emilie, godendosi l'aria fresca di Ottobre e stringendosi nella sua giacca pesante, chiudendo il suo libro di Pozioni e restando in silenzio socchiudendo poi le palpebre pensierosamente, immaginandosi gli occhi del Serpeverde puntati nei suoi, proprio come quella mattina. Era rimasta come imprigionata dal suo sguardo, aveva dei bellissimi occhi castani nonostante le duoleva ammetterlo. Prima che i suoi pensieri diventassero enormi, la voce dolce di Liam aveva catturato l'attenzione dei ragazzi su di lui e su una ragazza minuta che le stava accanto, avvolta da una sciarpa dai colori della casa dei Corvonero.
Liam salutó tutti con un cenno della mano, mentre la ragazza accanto a lui aveva un ampio e bellissimo sorriso allegro.
«Ehi ragazzi, lei è Demi, stiamo studiando assieme.» disse semplicemente, lanciando uno sguardo cruciale ad Harry e Louis che stavano ridendo sotto i baffi.
La ragazza aveva dei capelli castani scuri che le arrivavano fin sopra alle spalle, le labbra sottili e degli enormi occhi castani, era piuttosto alta, aveva soltanto qualche centimetro in meno rispetto a Liam, abbastanza robusta.
«Possiamo studiare qui, mi piace farlo all'aperto.» alzó le spalle Liam, invitandola a sedersi su una panchina libera accanto a quella degli altri tre, scatenando una risata da parte del riccio e del castano.
«Si, gli piace farlo all'aperto.» ripeté Louis sarcasticamente, scuotendo la testa e puntando nuovamente lo sguardo sul cumolo di foglie secche che si era spostato appena col vento, riprendendo la sua bacchetta tra le mani dischiudendo le labbra per pronunciare qualche altro incantesimo che conosceva lui, ma non facendo in tempo che Liam lo precedette, puntando la sua bacchetta contro le foglie e facendole incendiare a distanza sorridendo in modo soddisfatto quando Louis ed Harry sobbalzarono facendo un piccolo salto; guardarono entrambi Liam riporre la bacchetta ed aprire un nuovo libro, provocando la risata degli altri quattro.
«Grazie Lee.» disse ironicamente, facendo una faccia buffa ed alzandosi da terra, dando una mano ad Harry ad alzarsi per poi sedersi accanto a Liam, dopo essersi ripulito dal terreno.
«Nulla, sai che ti voglio bene, Lou.» rispose l'altro sfregando poi una mano tra i suoi capelli, facendogli ricadere alcuni ciuffi sulla sua fronte che gli stavano creando un lieve prurito.
«Forse é arrivato il momento di tagliarli.» sospiró lui, mettendo un piccolo broncio e meritandosi un'occhiataccia da parte di Emilie, che scuotendo la testa si stava trattenendo dal saltargli addosso.