Capitolo 13

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-Harry

-Harry! - mi chiamò. Lo ignorai e continuai a salire le scale. -Ti prego Harry, non puoi fare così per sempre. - urlò.

-Ho da fare. - me la svignai al piano di sopra.

Camminai a passo svelto fino al bagno e bussai, per educazione. Anche se non ero sicuro che ce ne fosse stato bisogno.

-Ma sei scemo? Entra. - sentii una voce divertita da dentro il bagno.

-Hei Anne Marie. - le sorrisi non appena entrai. -Tutto bene? -

-Pff. - sbuffò.

-Okay, okay. - risi.

-Tu? - chiese, soffiò per spostare il suo ciuffo nero dalla fronte con scarsi risultati.

-Mi manca Louis.. - mormorai abbassando lo sguardo. Alla mia frase, Anne Marie ghignò divertita. -Che ho detto? -

-Avete litigato solo da pochi giorni. - rise.

-Mi ero abituato a lui... e a tutto quello che mi circonda. - sospirai.

-Harry, ti prego, ho bisogno di chiederti un favore. - disse Anne Marie, quasi implorante.

-Dimmi tutto. - le dissi.

-Sono stata informata che negli ultimi giorni, mia madre e mia sorella hanno pensato molto a me ed hanno pianto perché... - sospirò. -Ieri sono stati 11 anni dalla mia morte. -

-Oh, mi dispiace.... - dissi, essendo a corto di parole. -Cosa dovrei fare? -

-Io so che loro hanno conservato molte delle mie cose. Vai nell'East End, numero 258, secondo piano. Lì abita la mia famiglia, mia madre Bailey, mia sorella Clarissa e mio padre Alexander. Di' a mia madre di cucinare la Victoria Cake in questi giorni, era la mia preferita, e da quando non ci sono più non la cucinano più. Di' loro di mangiarla come se io fossi lì. Di' a mia sorella di prendere i miei vestiti e donarli in parte in beneficienza. Poi di' a mio padre, Carlos, è fiera del suo lavoro in casa, e chiedigli di portarmi un suo lavoro in legno accanto alla tomba. Te ne sarei davvero grata, Harry. Quando sara lì, ti verranno spontanee alcune parole. Non preoccuparti, è come se io stessi pensando queste parole e i miei pensieri arrivino a te. -

Sorrisi colpito dalle sue parole. -Lo farò, te lo prometto. -

-Vai lì alle sette di sera. Troverai sicuramente tutti. -

-Andrò stasera. -

-Grazie Harry, grazie. - mi abbracciò.

-Di nulla. - sorrisi.

-Comunque ho parlato con Louis stamattina. - disse lei.

-Ah. - cercai di trovare qualche altro argomento ma non feci in tempo.

-Sembra che si sia pentito. - disse. -Vuole parlarti, Harry. -

-Non oggi. Prometto che andrò un'altra volta. -

-Devi però, mi raccomando. -

-Certo. Emh, ora vado via. - dissi guardando l'orologio. Erano le diciotto. -Ci vuole un po' per arrivare all'East End. -

-Okay Harry. Grazie, grazie. -

La salutai un'ultima volta e scesi di corsa le scale. Mi sentii in colpa per aver ignorato Louis un'altra volta.

Uscii di casa e raggiunsi la mia auto sempre dopo aver salutato il fantasma del giardino, comunemente chiamato William - almeno così mi disse.

Entrai in auto e la accesi, prendendo la strada per East End.

Don't Be Scared || Larry, Ziam.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora