2. L'agenda

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Il mattino seguente Tiffany Preston si sentiva più riposata del solito. Si diresse nel suo bagno personale ed entrò nella doccia lasciandosi scivolare addosso piccole gocce di acqua tiepida. Venti minuti dopo si avvolse un morbido asciugamano intorno al busto ed entrò nella sua cabina armadio per scegliere cosa avrebbe indossato.
Decise che quel giorno si sarebbe vestita in modo molto casuale però allo stesso tempo voleva essere comoda: scelse una maglia di flanella con un motivo scozzese a quadri rossi e neri, e li abbinò a jeans molto stretti a vita bassa firmati Fornarina e bellissime scarpe platform nere che sembravano fatte con scaglie nere di pelle di coccodrillo, ma in realtà era solo uno speciale tessuto lucido.
Dato che era Marzo ed il clima era ancora abbastanza freddo, avrebbe portato con sé una semplice giacca Burberry color crema.
Una volta pronta, si sedette alla toeletta, passò una linea di ombretto sugli occhi, tanto mascara sulle ciglia lunghe e poi mise in spalla la borsa e scese al piano di sotto.
Sua sorella Rebecca, di quindici anni, era già pronta e stava consumando la sua colazione. Miranda invece, impeccabile come al solito nonostante avesse quarantacinque anni, era in piedi accanto al bancone della cucina che faceva una telefonata.
-Sì... Capisco... Assolutamente no, bisogna discuterne all'istante, dirò alla mia segretaria di fissare una riunione questa mattina stessa. Bene, arrivederci.-
Chiuse la chiamata e si volse verso le figlie sedute al tavolo.
-Buongiorno ragazze!- Esclamò sorridente -Ma come siete carine questa mattina!-
-Grazie mamma.- Risposero in coro, Tiffany un po' meno convinta.
-Bene ora la mamma va a lavoro. Volete che vi accompagni a scuola?-
-Sì, voglio arrivare in anticipo.- Rispose Rebecca.
-Kara mi ha chiesto di prendere l'autobus con lei, per cui per questa mattina passo.- Disse Tiffany, un pochino rattristata dal fatto che sarebbe stata privata del privilegio di arrivare a scuola in auto, ottimo mezzo per rilassarsi prima di essere risucchiati dalla stressante routine scolastica.
Quando sua madre e Rebecca uscirono, lei si diresse verso la fermata dell'autobus che fortunatamente era sotto casa sua.
L'autobus arrivò con qualche minuto di ritardo ma per la sua felicità non era così pieno come lo era solitamente.
Prese posto in fondo accanto al finestrino ed infilò le cuffie nelle orecchie. Tra qualche fermata sarebbe salita Kara, ma Kara non c'era e Tiffany andò nel panico.
Le inviò diversi messaggi ma non rispose a nessuno, poi la chiamò e finalmente Tiffany sentì la sua voce -Scusami tantissimo, ho avuto un problema, di' alla prof che entro alla seconda.-
-Mh mi dispiace Kara. Va bene a dopo.-
Perfetto. Ed ora era costretta a fare tutto quel tragitto da sola. Alzò il volume della musica e rivolse il broncio al suo riflesso nel vetro.
Dopodiché si ricordò di controllare la sua agenda come faceva ogni giorno
ma ad un tratto qualcosa attirò la sua attenzione.
Un ragazzo dai capelli rossi prese posto nel sedile di fronte al suo. E cosa ancor più rara e sorprendente aveva un libro tra le mani! Non poteva credere a ciò che stavano vedendo i suoi occhi: un bel ragazzo che stava leggendo un libro vero!
Fece finta che gli fosse caduto qualcosa così da potersi chinare e riuscire a leggere il titolo del libro: il Signore Degli Anelli.
Quando si tirò su, il ragazzo le lanciò una strana occhiata per poi riprendere la lettura un secondo dopo.
Quando per Tiffany arrivò il momento di scendere, sentì invadersi da una strana e malinconica emozione ma non ci fece caso più di tanto.
A scuola Tiffany era abbastanza conosciuta per il fatto che era amica di molte persone, mentre il resto le conosceva solo di vista.
-Hey Tiffany!- Klein, un ragazzo che un tempo era stato un suo buon amico le fischiò dietro e poi le andò incontro.
Lei rallentò il passo e con espressione impassibile attese che dicesse qualcosa -Sabato sera do una festa sulla terrazza di un amico. Se vuoi puoi venire.- Le lanciò un'occhiata maliziosa. Tiffany capì che si aspettava succedesse qualcosa tra di loro alla festa, ma se lo poteva scordare.
-Ci penserò Klein.-
Detto ciò tirò avanti, sotto lo sguardo indagatore ed invidioso del corpo studentesco. Tutti ammiravano il modo in cui si comportava, il fatto che riuscisse ad attirare molta gente attorno a sé, anche senza volerlo, e che avesse il coraggio di dire alle persone ciò che pensava di loro.
Le sue amiche la aspettavano al bar, come spesso facevano. Debby stava parlando di qualcosa e tutte la stavano ascoltando attentamente.
-... E così io gli ho detto che tra noi é finita perché non mi va proprio che faccia la bava dietro una troietta del genere. Tra l'altro lei é stata la mia migliore amica per molto tempo... Che stronzo! Ho bisogno di fumare una sigaretta.- Fece per aprire la borsa con gesti nervosi, quando arrivò Tiffany e tutte puntarono l'attenzione su di lei per salutarla. -Ciao ragazze!- Baciò ognuna sulle guance.
-Un caffè molto forte per favore!- Ordinò alla barista.
-Che succede?- Chiese Lope falsamente preoccupata.
-Niente, mi sento strana.-
-Vieni alla festa sabato?- Chiese Debby.
-Quella di Klein?-
-Proprio lui. Io mi devo distrarre un po'.-
Ginevra incuriosita si avvicinò ancora di più al gruppetto di amiche.
Ginevra era bruttina. Stava con loro per sentirsi più importante, per alzare la propria autostima. Ed ogni volta che parlavano lei non perdeva neanche una parola. La sua vita era poco interessante per cui frequentandole sperava di diventare come le sue amiche, ma soprattutto come Tiffany.
-Assolutamente no.- Replicò quest'ultima.
-Non vorrei che accadesse come quella volta che siamo andate al compleanno della sua sorellina e mi sono ritrovata a baciarlo nello stanzino dopo che mi aveva fatto bere non so quanti bicchieri di birra. E poi... É stato un mio ex, e se l'ho lasciato e non siamo rimasti amici un motivo c'è.-
-Capito. Io e Kara comunque ci andiamo.-
-Il tuo caffè.- Disse la barista porgendolo a Tiffany.
-Grazie.-
Debby si accese la sigaretta e chiese alle sue amiche di accompagnarla fuori.

A pranzo sua madre mangiava con loro.
Miranda non cucinava e non le interessava farlo, motivo per il quale avevano uno chef che preparava da mangiare per loro ogni qual volta lo desiderassero.
-Com'è andata la giornata ragazze?- Chiese infilzando elegantemente la pasta con la forchetta.
-Bene.- Rispose Rebecca.
-Il solito.- Replicò Tiffany.
Poco dopo la porta si aprì e Matilda, il bulldog francese di Miranda, Tiffany e Rebecca entrò in casa correndo felice in direzione di Tiffany, seguita dall'entrata di Hugo.
-Ciao piccolina.- La coccolò molto affettuosamente e le diede un bacio sulla testolina.
-Buon pomeriggio signora, sono andato a prendere Matilda dalla toeletta per cani. La proprietaria mi ha chiamato dicendomi che era pronta e potevo passare a prenderla.-
Chiuse la porta alle sue spalle e Miranda si tamponò delicatamente le labbra con un fazzoletto di stoffa.
-Perfetto. Ci é mancata tanto la nostra Matilda.-
Tutte e tre le fecero le coccole, dopodiché la cagnolina saltò sul divano.
-Dopo pranzo devo ritornare in azienda. Ti lascerò sulla scrivania del mio studio una lista di cose da fare oggi pomeriggio, dopodiché potrai tornare a casa.-
-Sarà fatto.-
Finito il pranzo, Hugo si offrì di sparecchiare la tavola al posto delle ragazze mentre quest'ultime infilavano i piatti nella lavastoviglie.
Poi Miranda uscì ed entrambe le ragazze si chiusero nelle loro stanze.
Tiffany era impegnata a leggere uno dei suoi fumetti Manga quando le arrivò un messaggio da un numero sconosciuto: Ciao sono il ragazzo che stamattina era di fronte a te sull'autobus. Hai dimenticato la tua agenda sul sedile.
A Tiffany venne un colpo. Come aveva potuto dimenticare la sua preziosa agenda?! Replicò immediatamente: Grazie mille per avermelo detto. Possiamo vederci subito? È importantissima per me.
Il ragazzo le rispose che poteva incontrarla. Si diedero appuntamento in un bar vicino casa di Tiffany.
Afferrò immediatamente la borsa e scese le scale di corsa.
Incrociò Hugo in salotto e si ricordò che doveva dirgli una cosa.
-Puoi accompagnarmi alle sei a danza? Ti preeeego!- Chiese ansimante per la corsa ed il volto arrossato.
Lui mantenendo la sua solita compostezza rispose calmo -Certamente Tiffany.-
-Bene, grazie, ciaoooo.- Urlò correndo verso la porta d'ingresso.

Tiffany prese posto al bar semivuoto in trepidante attesa. Non le interessava molto di chi glie l'avrebbe riconsegnata, anche perché non pensava proprio più al ragazzo con i capelli rossi, ma appena lo rivide, sentì le guance diventare rosse.
Era proprio bello.
Aveva una figura slanciata, ma non era troppo alto. I capelli erano di un bel colore rosso fuoco e la pelle era di una delicata tonalità molto chiara. Gli occhi erano castani ed aveva il nasino più bello che Tiffany avesse mai visto.
Indossava una camicia a quadri, un parka blu e jeans non troppo stretti abbinati a stivaletti Dr Martens neri.
Si sedette di fronte a lei e posò l'agenda sul tavolo che Tiffany si apprestò ad infilare immediatamente nella borsa.
-Devo ringraziarti. Sei stato molto gentile. Come posso ripagarti? A proposito come ti chiami? Il mio nome è Tiffany.-
-Adrian.- Sorrise - Mi farebbe piacere se venissi a pranzo a casa mia domani.-
Tiffany restò immobile per qualche secondo. Qualcosa nella sua mente le disse che era meglio non fidarsi di uno sconosciuto, mentre nel suo cuore sentiva che era un bravo ragazzo, quindi poteva tranquillamente accettare l'invito. E così fu.

Nel tardo pomeriggio Tiffany indossò gli indumenti che di solito metteva per le lezioni di danza, pettinò i capelli in un tup e scese al piano di sotto dove Hugo la stava aspettando.
Insieme salirono sulla Range Rover nera che Miranda metteva a disposizione di Hugo affinché per lui fosse più semplice svolgere le varie commissioni e partirono.
Hugo era sempre serio ed estremamente professionale. Non si scomponeva mai. Tiffany gli rivolse un'occhiata veloce e si chiese cosa facesse quando non lavorava.
-Alloooora Hugo, quanti anni hai?-
Hugo sembrava visibilmente a disagio, molto probabilmente non gli piaceva che i suoi datori di lavoro gli ponessero  domande personali.
Strinse più forte le sue mani muscolose sul manubrio e rispose con tono di voce composto -Venticinque.-
-Uuu.-
Silenzio imbarazzante. L'atmosfera era tesa ed Hugo continuava a fissare rigidamente la strada.
Dopo qualche minuto Tiffany gli rivolse un'altra domanda -Sei fidanzato?-
Il ragazzo serrò la mascella e disse -Siamo arrivati a destinazione signorina Preston.-
Oh cavolo, le stava di nuovo dando del lei, ciò significava che l'aveva infastidito davvero tanto con quella domanda.
-Ehm grazie per il passaggio.-
Chiuse la portiera e lui ripartì.

My Name Is EnvyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora