Si svegliò tardi, sapeva che tutti la stavano aspettando per la colazione, ma stringere il morbido cuscino in piume d'oca le sembrava un'attività migliore.Emma la strattonò agitata -Tiffany! E' tardi!-
-Mmmm lasciami in pace.-
-Ricordi che oggi è il giorno dello stage?-
Non era un sogno, era davvero a Barcellona! Si alzò di scatto, ed incredula riuscì a prepararsi in meno di mezz'ora.
Miranda la stava attendendo con uno sguardo così infuriato che quasi non l'avrebbe riconosciuta.
-Niente colazione per te Tiffany, sali in auto.-
Dopotutto se lo meritava, tuttavia non così tanto da ricevere una punizione, allora convinse Hugo a prendere un croissant per lei dalla cucina dell'Hotel che le consegnò appena arrivata allo studio di danza.
-Tiffany ti sei allenata ultimante?- Le chiese Alice, una sua collega di danza, avvicinandosi timidamente a lei mentre erano tutte nello spogliatoio.
-Ma certo.- Mentì.
Alice annuì poco convinta, e raggiunse di nuovo le altre ragazze. Tiffany la seguì con la coda dell'occhio, la ragazza avvicinò le labbra all'orecchio della sua migliore amica e, sfortunatamente per lei, Tiffany riuscì ad udire ciò che si dissero.
Infatti, dopo che Alice ebbe comunicato alla sua amica la risposta di Tiffany, questa replicò in maniera arrogante -Non ci credo neanche se la vedo. E' stata a Milano con i suoi nuovi amichetti quasi ogni pomeriggio. E le hai viste le foto che ha postato il Pub? Era con Klein, non ne sono affatto sorpresa che frequenti gente del genere. - Alice rise di gusto, purtroppo per lei non sapeva cosa l'avrebbe attesa dopo quegli infimi pettegolezzi, se solo si fosse volta verso Tiffany e avesse catturato il suo sguardo pieno di disprezzo, avrebbe taciuto. Le parole e le frasi stupide che ci intrattengono nei momenti di noia a volte feriscono, ed in modo profondo.
I giudici erano tre, due donne ed un uomo. Erano molto esigenti con le ragazze, spesso le fermavano a metà coreografia e esprimevano giudizi velenosi sulla costituzione fisica delle ballerine. Tiffany osservò le sue colleghe cadere a terra e piangere convulsamente ma lei non si sarebbe lasciata abbattere, non quel giorno, lo giurò a se stessa.
Alice e la sua amica, Diana, andarono prima di lei.
Alice fu fermata dopo pochi minuti, ma le fecero molti complimenti e la accettarono.
Tiffany era furiosa, Alice aveva i polpacci troppo grandi ed ai suoi occhi era più sgraziata di un manico di scopa.
Anche Diana venne accettata, il volto le divenne paonazzo e tentò di mantenere la calma per non inveire contro i giudici.
Era il suo turno adesso. Si posizionò elegantemente di fronte i giudici. La donna con i capelli lunghi e neri, la squadrò dalla testa ai piedi con aria di sufficienza, l'uomo al centro, un signore calvo sulla quarantina apparentemente gay, storse le labbra in una espressione enigmatica.
-Inizia.- La invitò una donnina bionda ed in carne, il terzo giudice.
-Alt!-
Cazzo aveva appena iniziato.
-Cosa c'è che non va?- Chiese in un disperato tentativo di sembrare gentile. Miranda, che era accanto a Hugo ed Emma, osservava la scena ammutolita e sperava tanto che sua figlia non fosse sgarbata con i giudici.
-Troppo... sesso.- Si espresse la giudice dai capelli corvini con un traballante accento spagnolo.
-Cosa significa questo?- Chiesa Tiffany adirata posando entrambe le mani sui fianchi in gesto di sfida.
-Tu esprimi troppa sensualità attraverso il tuo corpo, non vedo eleganza, né raffinatezza. Saresti perfetta per il burlesque mia cara.-
-Sta scherzando?- Esclamò avvicinandosi pericolosamente a lei.
Miranda avvertendo il pericolo, si avvicinò a sua figlia per calmarla. -Grazie per il vostro tempo. Andiamo cara.-
Disse accompagnandola ai camerini.
-Va tutto bene cara, ci riproverai l'anno prossimo.-
-Cosaaa?- Urlò isterica sfilando i nastri delle ballerine e lanciandone una a terra. Era nervosa, consapevole della poco preparazione ed arrabbiata con se stessa per non essere adeguata a qualcosa che aveva venerato sin da quando era bambina. Negli anni in cui era ancora alta meno di un metro e sua madre le pettinava i capelli biondissimi in due bellissime trecce, la sua prima insegnate di danza le permetteva di essere sempre nelle prime file, tutte si complimentavano con lei ed ogni bambina voleva imitarla. Ma dopo molti anni niente era più come prima. Alle feste in piscina dopo il saggio estivo erano in poche ad avvicinarsi a lei per sentire ciò che aveva da dire, ed i pettegolezzi sussurrati in camerino nei suoi riguardi divenivano sempre più fastidiosi col trascorrere degli anni.
-Io ho chiuso con la danza, non fanno altro che criticarmi e dirmi che ho troppo seno, o che mi muovo come una dannata spogliarellista. Ne ho abbastanza Miranda,- Nel frattempo Emma e Hugo le avevano raggiunte -Sai una cosa Miranda? In effetti era da un po' che stavo pensando di lasciare perché preferisco emanare "sensualità" che sottostare alle loro continue pressioni.-
Miranda era anch'essa distrutta, aveva creduto molto nel potenziale di sua figlia ed investito molto denaro per aiutarla a raggiungere il suo sogno, ma il tutto si era dissolto in pochi secondi.
-Tiffany cosa è successo?- La sua insegnate era sconvolta -Eri stata molto brava durante le prove.-
-A quanto pare non abbastanza. Hugo accompagnaci all'Hotel.- Hugo la seguì verso l'auto, lei aveva solo indossato dei pantaloni della tuta firmati Adidas e le Vans nere, non avendo voglia di cambiare il body per ballare con una maglietta.
Ma, prima che potesse chiudere la portiera, notò i sorrisi compiaciuti di Alice e Diana, ed in quello stesso instante giurò che le avrebbe fatte pentire di ciò.
Rimase chiusa nella camera d'hotel fino a sera.
Toc-Toc
-Tesoro.- Il tono mieloso di Miranda la svegliò di soprassalto.
-Posso?- Chiese entrando -Com'è buio qui. I tuoi amici stanno chiedendo di te, non ci raggiungi per la cena?-
La stanza era un vero disordine, Miranda cercò di farsi strada tra i bicchieri vuoti di starbucks, vestiti sporchi e due riviste di Vogue, le pagine erano pesantemente sottolineate con colori vivaci.
Non sembrava più di essere in una sofisticata camera d'albergo, ma in un luogo abbandonato dove un numero imprecisato di adolescenti impazziti aveva trascorso la notte.
Tiffany alzò lo sguardo stanco su di lei, il mascara le era colato sulle guance, come petrolio su un bianco deserto.
-Tesoro va tutto bene non preoccuparti. Probabilmente era destino che accadesse. Forse ciò vuol dire che...-
-Mamma, ti prego, non aggiungere altro.- La interruppe mettendosi seduta sul letto. -Hai ragione, probabilmente è così che doveva andare, tuttavia mi sento ancora furiosa e... insoddisfatta. Mi hanno fatto sentire inadatta a ciò che amavo di più.- Miranda le asciugò una lacrima e la strinse a sé. -Non è il luogo adatto a te. Io voglio che tu sia te stessa. E felice.-
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My Name Is Envy
RomanceM Y N A M E I S E N V Y Tiffany Preston, figlia di due importanti imprenditori separati da qualche anno, vive a Milano con la madre e la sorella. Tiffany è amichevole, euforica, capricciosa, intelligente e bellissima anche se a volte un po'...