4. La festa (PRIMA PARTE)

65 4 0
                                    

Era un noiosissimo giovedì mattina. Fortuna che Tiffany sapeva sempre come rendere qualcosa interessante.
Quella mattina se la prese con comodo: riempì la vasca d'acqua calda fino all'orlo per poi lasciarvi cadere uno speciale sapone che rendeva l'acqua rossa. Mentre aspettava che il sapone facesse effetto e quindi che la vasca si riempisse di schiuma rossa, si sedette sul bordo con un accappatoio di seta indosso ed i capelli lisci sciolti che le ricadevano sulle spalle.
L'atmosfera era assolutamente rilassante. Immerse un dito nell'acqua tiepida e gli fece compiere piccoli cerchi sulla superficie.
-Bau!- Matilda la stava osservando dalla porta leggermente aperta.
-Ciao cucciolotta! Vieni qui!-
-Bau Bau!- La cagnolina felice entrò nel bagno e si sedette sul pavimento accanto alle gambe perfettamente depilate della sua padrona.
Erano entrambe molto rilassate quando una voce femminile molto acuta gridò il nome della cagnolina dal piano di sotto.
Qualche secondo dopo udirono dei passi salire velocemente le scale.
-Matilda dove sei?- Era Rebecca.
-É qui!- Rispose Tiffany.
Subito comparve la sorella sulla soglia della porta.
-Ah eccola. Vieni Matilda dai.-
Ma la cagnolina sembrava proprio non volersi muovere. Al contrario sbuffò svogliatamente ed abbaiò in segno di protesta. Tiffany rise divertita.
-Avanti lasciaci in pace.-
Rebecca sembrava molto contrariata.
-Devo far fare la passeggiata mattutina a Matilda prima di andare a scuola. E comunque sei molto in ritardo Tiffany, se fossi in te non mi immergerei nella vasca, anche perché conoscendoti so che ne usciresti solo tra mezz'ora.- Guardò velocemente l'orologio. -A proposito Lope é di sotto che ti sta aspettando.-
-Cosa? Ah già, aveva detto che voleva che andassimo a scuola insieme...-
-Avanti Matilda!- Era evidente che Tiffany era un cattivo modello di comportamento per Matilda e Rebecca poté fare solo una cosa: si avvicinò al bulldog francese e con tutta la sua forza la prese in braccio, e prima che uscisse rivolse un'ultima occhiata alla sorella -Fai presto.-
-Tranquilla. E comunque non dovresti preoccuparti per Matilda, potrebbe portarla fuori Hugo. Se no a che serve!-
-Hugo non può fare anche il dog-sitter, lo capisci? Mamma gli da già troppo da fare. Oggi deve assisterla ad una riunione importante e non si sa per quale motivo ma é in un grandissimo ritardo. Non mi stupirei se mamma ordinasse alla polizia di prelevarlo con un elicottero da casa sua e trasportarlo fino a qui.- Tiffany immaginò che un elicottero scoperchiasse il tetto della casa di Hugo con un gancio per poterlo afferrare dal suo letto mentre era ancora in pigiama e questo la fece molto ridere.
Rebecca nel frattempo era uscita con Matilda tra le braccia lamentandosi del fatto che pesasse un po' troppo.
Tiffany si lavò velocemente, indossò il completo che aveva scelto già dalla sera prima, si passò la piastra sui capelli, si truccò velocemente e scese al piano di sotto dove Lope la stava aspettando da un bel po'.
Miranda era molto agitata e nervosa e stava facendo alcune telefonate mentre controllava qualcosa sul pc.
In quel momento stava invocando il nome del suo assistente in ritardo quando questo entrò di corsa dalla porta principale tutto agitato con la camicia fuori dai pantaloni scusandosi del ritardo. Lope e Tiffany assistettero alla scena divertite e sorprese.
-Hugo oh mio Dio come mai così tardi?- Esclamò Miranda sistemandosi il trucco con l'aiuto di uno specchietto dotato di trucchi firmato Chanel.
-Mi scusi signora Preston! Non accadrà mai più.- Si piegò in avanti più volte a mo' di inchino.
-Avanti andiamo, l'auto aziendale ci sta aspettando.-
E così uscirono velocemente, accompagnati dal ticchettio delle nuove Manolo Blanhik di Miranda sul marmo del pavimento.
-Wow, é proprio un bel ragazzo quel Hugo.-
Tiffany storse le labbra indifferente.
-Perché non é forse così?-
-Non so, non mi interessa.-
Qualche minuto dopo misero le borse in spalla e si diressero verso la fermata dell'autobus.
Per i corridoi della scuola tutti parlavano della festa che Klein stava organizzando per sabato e tutti speravano che Tiffany partecipasse ma lei aveva in mente solo una cosa, o meglio, solo una persona: Adrian.
Come era solito, ordinò un cappuccino al bar della scuola e si diresse in classe accompagnata da Lope.
Entrando notò che Kara e Ginevra stavano ascoltando attentamente ciò che Debby stava raccontando con un'espressione abbastanza agitata.
Non appena quest'ultima adocchiò Tiffany, si alzò dalla sedia e le si avvicinò -Devi venire alla festa.-
Con una maschera di disinteresse sul volto, Tiffany prese posto al suo banco ma in modo da fronteggiare la sua amica e con molta scostante eleganza accavallò le gambe nello stesso momento in cui prese il cappuccino in una mano. A quel punto fissò lo sguardo su Debby.
-No.- Rispose impassibile.
-É importante.- Nel frattempo il resto delle "ancelle" di Tiffany si erano sedute accanto a lei sui loro banchi per captare meglio ogni parola che si stavano scambiando ed all'occorrenza poter intervenire.
-So che Ric sarà presente alla festa.-
-Cosa vuoi che io faccia? Cosa c'entro io?- Chiese Tiffany falsamente spazientita.
-Devi aiutarmi.- Poi spostò lo sguardo sulle sue amiche -Ho bisogno dell'aiuto di tutte voi.- Disse tutto ciò con tono abbastanza arrogante e solo all'apparenza bisognoso.
-Cosa hai intenzione di fare?- Chiese Tiffany.
-Vendicarmi.-
-Io non penso sia una buona idea.- Intervenne Ginevra spaventata perché conosceva bene Debby e sapeva che quando doveva fare qualcosa di cattivo era terribilmente estrema.
-Zitta!-
Tiffany era davvero curiosa di sapere cosa avrebbe combinato, quasi quasi alla festa ci andava.
-Spiegati.-
-Ora non ho tempo per spiegarvi tutto. Vado a fumarmi una sigaretta prima che arrivi quel coglione del prof.-
Detto ciò scostò i liscissimi capelli corvini dalle spalle, afferrò velocemente la sua borsa ed uscì dalla classe.

My Name Is EnvyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora