Capitolo 1

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"Allora ragazzi, state attenti, svolgete il seguente problema esposto alla lavagna e buon lavoro"
Iniziai a scrivere il testo sul quaderno, e a risolvere il problema. Come al solito nel banco ero sola, tutti i giorni sola, eppure lo avevo un compagno di banco ma..aspettate bussano alla porta della classe ora ve ne renderete conto da soli.
"Avanti"
Subito entrò lui, il più coglione e insulso, ancora a ridere stava, io lo prenderei a pugni nei denti.
"Paggi sei in ritardo"
"Lei non mi può dire che fare, ok?"
Sempre vestito da bullo, la sua camicia a quadri neri e rossi, i pantaloni scalati e le timberlan. Poi con quell'odioso giubbotto nero. Il suo ciuffo di capelli rossi che dominava il suo viso. Voi penserete che io di lui parli come se fossi innamorata persa, vi sbagliate. Lo odio. Si venne a sedere al suo posto purtroppo accanto a me.
"Angelica passa gli appunti a Lorenzo"
Annuì sbuffando.
Gli lanciai il quaderno.
"Non mi servono i tuoi stupidi appunti"
"Sta zitto una volta per tutte"
Ripresi a guardare la lavagna.
"Non pensare che un ragazza con i capelli biondi e gli occhi verdi mi possa impressionare ok?"
"Giochi a fare il duro? Ok giochiamo"
Gli calpestai il piede e ripresi a seguire la lezione.
Per tutta le lezione stuzzicò e diede fastidio alla mia compagna d'avanti.
"Angelica gli dici di stare fermo? Sono due ore che rompe i coglioni"
"Non mi chiamo "MAMMA" ok?"
Come se io avessi i poteri magici di fermarlo.
Suonò la ricreazione e andai al banco della mia compagna non che migliore amica Chiara. Lei aveva i capelli neri scurissi e due occhioni azzurri. Io ero il contrario, avevo capelli biondissimi quasi bianchi e due occhioni verdi.
Apri il mio estathè è iniziai a berlo.
"Lorenzo? Come va?" Mi chiese aprendo una merendina.
"Non lo sopporto più, il solo pensiero di doverlo tenere vicino un altro semestre mi viene da morire"
Mentre parlavamo venne Enzo ridendo verso di noi.
"Angelica, ti conviene andare a vedere nei bagni dove sono i tuoi libri"
Continuava a ridere, io guardai Chiara e mi alzai e spostai gli occhi verso il mio banco, e non trovai il mio zaino.
Spostai Enzo bruscamente e con Chiara alle spalle iniziai a correre verso i bagni. Entrai e andai in direzione delle risate, subito trovai tutti i miei compagni compreso Lorenzo vicino al water.
"Fatemi passare idioti"
Gli spostai tutti a forza di gomitate e trovai tutti i miei libri nel gabinetto.
"CHI DIAMINE È STATO?"
Mi misi ad urlare e vidi Lorenzo li in mezzo.
"Brutto coglione di merda"
Lo presi dalla sua camicia e iniziai a scuotere.
"E mollami"
Mi cacció le mani di dosso
Tutti gli altri ridevano compresi Enzo e Chiara.
Mi feci spazio e andai dritta nell'ufficio del preside.
Bussai.
"Avanti"
Entrai.
"Salve Rainó prego si sieda"
"Grazie preside, le volevo dire una cosa"
"Prego mi dica"
"Io non ce la faccio più con Paggi, la prof me lo ha messo accanto per farlo calmare essendo che dice che io sono una brava studentessa ma io non lo sopporto più. Oggi mi ha buttato i libri nel gabinetto"
"Paggi, il solito. Ormai abbiamo un abbonamento di sospensioni e chiamate per i suoi genitori. Non lo posso sospendere dinuovo o chiamare a casa"
"Perché mi scusi? Cioè ma sa che mi sta rendendo la vita uno schifo?"
"Non risolviamo nulla se lo puniamo. Ho un'idea mi ascolti Rainó"
"Mi dica"
"Adesso viene con me e prendiamo Paggi e vi chiudo insieme qui dentro e voi parlate e appena avete finito vi faccio uscire"
"No preside, io lui non lo voglio vedere"
"Rainó è l'unica soluzione vado a chiamarlo io anzi aspetta qui."
Si alzò e uscì.
Io iniziai a giocare con una strana penna sulla scrivania finché non sentì la porta aprirsi e vidi Lorenzo spinto dentro dal preside.
"E voglio che chiariate intesi Paggi?"
"Vedremo" disse lui con aria sarcastica.
Ci chiuse dentro.
"Io sono l'ultima persona che voleva stare rinchiusa qui dentro con te" dissi spezzando il silenzio.
"Sta zitta, ora ci parano il culo" disse lui serrando la mascella.
"Sei sempre il solito" continuai io alzandomi e facendo avanti e dietro.
Iniziò a toccare e lanciare tutto quello che c'era sulla scrivania.
"Mi vuoi spiegare perché ce l'hai con me? Non ti ho fatto nulla" dissi alzandole mani al cielo.
"Sono fatti miei" continuò lui.
Si sedette sulla sedia del preside e inizio a girare su se stessa.
"Raccontami" dissi andando d'avanti a lui.
"Angelica, sono fatti miei ok?!" Disse.
"Ma allora lasciami stare no?!" Ulrlai io.
"No!"
"Perché no?!"
"PERCHÉ SONO INNAMORATO DI TE!"
A quelle parole mi girai e sgranai gli occhi
"Da quanto?.."
"Da quanto? Dal primo giorno di liceo. Ho iniziato a fare il bullo perché tu stavi con Marco quel verme, ed ecco perché poi la scuola iniziò a temermi. Tutto per te ho fatto. Ma ora basta non ho intenzione di darti corda. Ti ubriacherò e ti scoperó ad una festa e poi vedrai mi sarà passato tutto"
"Sei un brutto verme"
Si alzò e si avvicinò a me
Mi prese il viso nelle sue grandi mani e mi bació, dandomi una leggera spinta e facendomi sedere sulla cattedra. Passò le sue mani sulle mie cosce e nel mentre continuava a baciarmi.
Ad un certo punto la porta si aprì, Lorenzo si staccò velocemente da me sbuffando.
Il preside rimase imbambolato.
"Vedo che avete chiarito.." ci disse balbettando.
Noi diventammo rossi da morire.
"Andate in classe forza" ci disse per poi farci uscire.
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Ciao amori, ecco un'altra nuova storia, baci💝

Good time -Lorenzo Paggi (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora