[quindici]

448 59 55
                                    

*LOUIS'S POV*

"Mamma scusa, devo andare via subito." Le dico preoccupato.

Ma il suo sguardo è preoccupato più di quanto lo sono io, lei è preoccupata per me.

"Ascolta, devi stare tranquilla. Supereremo anche questa difficoltà e poi devono ancora darci le analisi, magari non è nulla."

Lei resta in silenzio, ma sul suo viso spunta un leggero sorriso.

Un sorriso forzato, lo so.

L'abbraccio dolcemente ed esco fuori dall'ospedale, camminando il più in fretta possibile verso casa di Harry.

Sono davanti al cancelletto e noto che la porta di casa è socchiusa, mi catapulto dentro.

"Porca puttana Harry!"

Lui è steso a terra, immobile e sanguinante.

Mi siedo accanto a lui.

"Lou.." Si volta verso di me piangendo.

Le lacrime solcano anche il mio viso.

Non sono uno che piange davanti alle persone, ma lui mi rende così vulnerabile.

"L-lucas è stato qui.."

Sento un flebile suono provenire dalla sua bocca e mi disgusto.

Voglio ammazzare quel figlio di puttana.

Lo prendo da sotto la schiena e lo faccio appoggiare sulle mie gambe.

Harry è più grosso di me, ma in questo momento mi sembra così piccolo e indifeso. Ho paura di toccarlo, non voglio provocargli altro dolore.

"Haz, devo portarti all'ospedale."

"Lou no ti prego, medicami tu. Ho solo male al braccio."

Si certo, e tutti i lividi?

Un po' insicuro decido di accontentarlo.

Lo aiuto ad alzarsi da terra e a stendersi sul divano.

La sua faccia contratta dal dolore, mi fa preoccupare ancora di più.

Ora che ho finito di curargli quella merda di ferita al braccio che non finiva più di sanguinare, mi sdraio al suo fianco.

"Lou, ho paura." Dice dopo qualche minuto di silenzio.

"Ssh, non ti succederà più nulla. Te lo.."

"Nono, ho paura che possa fare del male a te!"

Comincia di nuovo a piangere, ma questa volta più forte.

Un pianto strozzato dai singhiozzi, dalla paura, un pianto orribile.

"Non mi farà niente. La pagherà solo, questo è sicuro."

"Louis no. Non andarlo a cercare, non fare nulla di nulla."

Vedremo.

Poggio con entrema lentezza una mano sulla sua guangia e gli asciugo le lacrime, mi fa uno strano effetto toccarlo dopo quello che gli è successo.

Non si merita tutto questo, una persona meravigliosa come lui.

"Ora dormi un po'." Dico incastrando il mio viso nell'incavo del suo collo.

Lo sento ridere per via del solletico, ma ritraggo subito la faccia indietro per il terrore che anche il minimo accenno di una risata possa provocargli dolore in più ai lividi.

Before the cancer // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora