[diciassette]

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*LOUIS'S POV*

Sono le sette di mattina e la sveglia risuona terribilmente nelle mie orecchie. Tra poco più di un'ora devo essere all'ospedale per fare quei maledettissimi esami del sangue.

Ieri ho liquidato Harry dicendogli che avevo mal di testa, non ero in vena di vederlo. Ero triste e non sapevo cosa inventarmi dato che lui nota sempre tutto.

Non vado a scuola da due giorni e oggi sarei dovuto rientrare con Harry, dopo tutto quello che gli è successo.

Gli sono stato accanto e inutile dire che sono stati giorni tremendi per lui, ma anche per me. Vederlo stare male ha fatto stare male anche me.

La cosa orribile è che non lo sa nemmeno che oggi non andrò a scuola.

Di certo non potevo dirgli: "Hey Haz, domani non ti accompagno perchè devo andare all'ospedale!" Magari anche facendogli un sorriso sforzato.

Lui sa quanto odio gli ospedali e ho visto come ieri non ha creduto alla balla delle analisi di mia madre o del fatto che andassi a trovare Niall.

Neanche lo conosco Niall.

"Louis dobbiamo andare!" Urla mia madre dal piano di sotto.

Prendo un bel respiro, mi infilo la mia giacca di jeans e scendo giù per le scale.

Prima di uscire di casa mi affretto a vedere se davanti al cancello c'è Harry fermo ad aspettarmi, ma do un'occhiata all'ora ed è troppo presto e infatti non c'è.

Salgo in macchina e non rivolgo nemmeno uno sguardo a mia madre.

Voglio sembrare tranquillo almeno ai suoi occhi.

"Ti conosco troppo bene Louis e anche se cerchi di mostrarti forte, hai paura di sapere la verità quanto ne ho io. E dovresti parlare con Harry.."

Ecco che inizia.

"NON DIRO' NULLA A HARRY MAMMA! NON ADESSO ALMENO, GLI PARLERO' QUANDO SAPRO' COSA C'E' CHE NON VA."

Devo calmarmi.

L'espressione di mia madre è triste e delusa forse.

Bel colpo Louis Tomlinson, fatti schifo.

"Scusa, lo dico solo perchè magari vorresti avere qualcuno vicino a te."

"Ho te e mi basti."

Questo è vero però, lei mi basta.

Ora capisco da chi ho preso la mia testardaggine.

"Almeno gli hai detto che oggi non saresti andato con lui a scuola?"

"No mamma, non gli ho detto niente. Ti prego, non ne parliamo più."

Nonostante siano quasi le otto di mattina il parchieggio dell'ospedale è abbastanza pieno, ma riusciamo facilmente a trovare posto.

Chissà quanta gente sta di merda qui dentro.

Tu non sei sicuramente uno di quelli Louis.

Magari ho solo un virus facilmente curabile, una stupida infezione o forse sono solo esageratamente stressato. Niente di più.

Eccomi di nuovo qui dentro, mi sento soffocare ogni volta.

L'odore è rivoltante e i dottori con i camici mi mettono un'ansia pazzesca.

Prendiamo l'ascensore e mia madre non fa altro che rigirarsi le maniche del suo golf nelle mani, è straziante.

Arriviamo al terzo piano, un piano più su so che c'è Niall sdraiato su un lettino da giorni e mi viene uno strano magone.

Restiamo un po' in attesa, ma poi il dottore dall'aria antipatica di ieri viene a chiamarmi.

"Signora, lei resti fuori."

Mando uno sguardo rassicurante alla donna che amo di più al mondo e lei sembra tranquillzzarsi un po'.

Lo studio del dottor. Hyde, così è il suo cognome, è piccolo e ben tenuto.

Pieno di aggeggi da dottore e roba varia.

"Allora, Louis Tomlinson, come stai oggi?"

"Sono solo preoccupato.."

"Mmh capisco."

Che cazzo capisce?

"I tuoi sintomi mi fanno pensare ad una sola malattia, ma vorrei sbagliarmi. Per questo oggi siamo qui per dei prelievi del sangue e capire se, appunto, mi sbaglio o meno."

La sua calma mi manda su di giri.

"Può dirmi che cosa pensa che io abbia?"

"Te lo dirò dopo gli esami."

Grazie al cazzo.

"L'infermiera arriverà a breve, se puoi gentilmente sederti sul lettino." Mi indica un piccolo letto e freddo posto su un lato della stanza.

Mi tolgo il giubbotto e resto in maniche corte, poi mi vado a sedere.

Il silenzio è imbarazzante sia per me che per il dottore noto.

Hyde tossice, segno che tra poco comincerà a dire qualcosa e infatti è così.

"Scommetto che là fuori ci sono un sacco di belle ragazze pronte ad aspettarti."

Sta scherzando vero?

Da quando i dottori si intromettono in questo modo nella vita di un paziente?

"C'è solo una persona che mi aspetta e sono più che felice che sia così." Dico freddo.

Harry.

"E come si chiama la fortunata?"

Se fosse un fortunato invece?

Ma in realtà io sono quello fortunato tra i due.

Io sono così fortunato ad avere Harry.

Non penso di essere una grande fortuna per lui.

"Veramente.."

Vengo interroto dal bussare timido sulla porta di qualcuno.

Quel qualcuno è un'infermiera sulla cinquantina.

Ha un'aria particolarmente dolce e simpatica, tutto il contrario del dottore.

"Ma che bel giovanotto che abbiamo qui oggi." Esclama sorridendomi.

"Grazie." Arrosisco.

L'infermiera comincia a maneggiare con una siringa e altre cose, mentre io resto fermo immobile in ansia.

"Allora, Louis giusto?"

Annuisco gentilmente.

"Comincia a pensare a qualcosa di bello, di rilassante."

Il mio pensiero si rivolge a Harry.
A quando poggio le mie labbra sulle sue che sono così morbide.
A quando le nostre mani sono intrecciate ed i nostri cuori battono all'unisono.

Sento un pizzico e un ago si infila nella pelle del mio braccio destro.
Non guardo perché mi fa senso.

"Abbiamo finito."

Uh, non è stato così terribile.

L'infermiera borbotta qualcosa al dottor Hyde e poi se ne va con dei campioni del mio sangue.

Mi rimetto il mio giubbotto di jeans e mi giro per andarmene.

"Louis, farò il possibile per far andare tutto bene."

Mi prende per il culo?

"Perché non la finisce con questa pagliacciata e mi dice le cose come stanno? Tanto so che sa già tutto.

"Voglio essere sicuro."

"STRONZATE, ME LO DICA ADESSO!"

Non reggo più questo schifo.

Before the cancer // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora