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Un'altra bottiglia vuota si unì alle altre facendo rumore con lo scontrarsi del vetro.

Non le contavo,una in più, una in meno mi avrebbero aiutato a perdere la lucidità per un paio d'ore, ma quando avrei ripreso conoscenza, loro saranno sempre lì, ed io sarei sempre lo stesso, vittima di quella vita che mi ripagava nello stesso modo in cui io la trattavo.

La sabbia fredda sotto di me, un mare calmo e il fumo che buttavo fuori dalla bocca contornavano quello che io avevo stabilito della mia misera vita.

Ero solo, in spiaggia non c'era un'anima ed io spensi nella sabbia l'ennesima sigaretta.

Magari avrei potuto portarmi dietro qualche lametta.

L'effetto dell'alcol cominciava a farsi sentire e se avessi aspettato qualche minuto in più, avrebbe fatto il suo lavoro e tagliarmi non sarebbe stato poi così doloroso.

Forse sarei morto in pace, dopo essere finito in carcere una terza volta, avvolto nel silenzio di quel grigio pomeriggio, con il vento che mi asciuga le lacrime sul viso, che sono l'unica ragione per la quale non mi privo dell'unica cosa buona che mi sia capitata.

Lei.

Si, forse sarei morto in pace se non ci fosse stata lei a farmi ricordare chi sono.

Sarei morto in pace perché io, in questa vita non c'entravo nulla.

Sapevo per certo che mi stava cercando, o che tra poco mi avrebbe trovato perché non avevo altri posti dove andare, ma io, nonostante cominciavo a pensare il contrario, non mi lascerò mai aiutare.

Avvicinai l'accendino, e nel frattempo iniziai un'altra sigaretta.

Al primo tiro sentii la testa girarmi e delle fitte allo stomaco, che mi spingono a piegarmi in due dal dolore.

Mi trattenni, mi strinsi solo nella giacca grigia che portavo e aspirai nuovamente, più forte di prima.

Le stesse sensazioni di qualche istante fa tornano ad impadronirsi di me, ma continuavo quello che stavo facendo, aumentando ad ogni tiro il dolore.

Meritavo tutto questo.

Merito di sentirmi l'essere più insignificante della terra, meritavo di morire lentamente e sentire dentro di me ogni organo fermarsi e il dolore trapassarmi le vene.

Un rumore di passi, passi troppo veloci per essere di qualsiasi altra persona, mi arriva alle spalle.

Il rumore cede, e il fermarsi dei passi è sostituito da un respiro affannato e pesante, troppo per essere di una persona che cammina tranquilla.

Non mi voltai,  sarebbe troppo banale.

Aspettai che chiunque sia alle mie spalle facesse qualcosa.

La sabbia si muoveva, quella volta erano passi lenti, quasi silenziosi che si fermarono davanti a me.

Mi si sedette di fronte con le ginocchia al petto e lasciai che il suo sguardo mi divorò lentamente, come era giusto che sia.

Nessuno dei due parlava, ci pensarono le emozioni che provavamo dentro, e che premevamo per essere liberate, ma eravamo entrambi troppo orgogliosi per dire qualcosa che colga l'altro di sorpresa, o che non aspetta altro di sentirsi dire.

Mi ricordai di avere tra le dita una sigaretta, un'altra sigaretta da finire, ma prima che riuscii ad avvicinarla alla bocca, una mano più veloce della mia, l'afferrò e la schiacciò con il piede.

Si alzò e le bottiglie che si trovano ammucchiate vicino a me, le lanciò ad una ad una il più lontano possibile, sentendo il tonfo quando esse ricadono a terra.

Hopeless {Harry Styles, One Direction}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora