Il vento è freddo e gelido. Percorro velocemente le strade della metropolitana. Controllo l'orario nel cartellone appeso al muro che indica a che ora dovrebbero arrivare i treni. Avevo solo due minuti di tempo! Corsi più veloce che potevo chiedendo permesso tra i vari passanti che mi trovo davanti.
Arrivo alla fermata con il fiatone, vedo il treno fermarsi e salgo immediatamente. Il treno è pieno ma trovo un posto libero e mi siedo. Le persone mi guardano in modo strano. Come sempre d'altronde. La mia massa di capelli ricci è finita addosso un signore, quindi mi sposto per toglierglieli dal viso e lui mi guarda con un'espressione di disgusto.
Non sono mai andata a genio alla gente, e ovviamente la gente non è mai andata a genio a me. Sempre con tutte quelle critiche da farti, sempre pronti a trovare un difetto nel tuo aspetto o nel tuo carattere!
Nel mio caso colpiscono molto sull'aspetto fisico, dato che non hanno mai avuto la voglia di scoprire se di difetti ce ne fossero anche nel mio carattere. Soprattuto i capelli e le varie lentiggini che ho sul viso.
Qualche volta mi hanno anche attribuito dei nomignoli, come ad esempio: testa di carota, cespuglio arancione, faccia a pois...e tanti altri che adesso non sto qua a ricordare.
Il treno si ferma e scendo di corsa.
Sono le 08:02, oh mamma sono in ritardo! E' già suonata la campana!!! Corro come una matta verso il portone della scuola. Appena entro chiedo ad un bidello se mi può indicare la strada per raggiungere la mia classe. "Salga le scale e poi giri a sinistra, è la prima del corridoio." Dice indicando la rampa di scale alle mie spalle.
Le percorro velocemente e arrivo subito di fronte la porta dell'aula. Faccio un respiro profondo, metto la mano sulla maniglia ed entro.
Tutti si voltano verso di me, chiedendosi probabilmente chi era quella sconosciuta dai capelli rossi e l'aspetto buffo.
"Ehm...mi scusi il ritardo professoressa...sono Grace Madison..." Dico balbettando.
"Ah si," abbassa lo sguardo sul registro di classe e allontana gli occhiali da vista dal viso. "Li c'è un posto disponibile, puoi andarti a sedere."
Tengo la testa bassa e le faccio un cenno raggiungendo l'ultimo banco.
Inciampo su qualcosa, un piede. Perdo l'equilibrio e finisco a terra.
Tutta la classe mi guarda e ride divertita. "Ahahahah! Ma guardala! È diventata dello stesso colore dei suoi capelli!" Urla il ragazzo che mi ha fatto lo sgambetto. Non lo guardo, non guardo nessuno, vado a sedermi al mio posto.
Prendo l'elastico che ho nel polso sinistro e mi faccio uno chignon ordinato, in modo che i miei ricci rossi stiano a bada.
Appoggio la borsa ai piedi della sedia e inizio ad ascoltare la lezione.
******
Suona la campana, ciò significa che è ora di pranzo. Prendo la mia borsa, mi alzo ed esco dall'aula.
"Ehi, Capelli Rossi, guarda che la mensa è dalla parte opposta." Mi volto, e vedo che un ragazzo mi sta sorridendo indicandomi la strada per raggiungere la mensa. Cambio strada, prendendo quella giusta. Questa giornata non sta andando affatto come speravo. Fino adesso le uniche persone che mi hanno parlato sono state solo la professoressa questa mattina e questo ragazzo che ho appena incontrato. Per non parlare poi di tutte le risate che si sono fatte i miei compagni vedendomi cadere grazie a quel cretino che mi ha fatto lo sgambetto.
Arrivo in mensa e mi metto in fila per prendere il cibo. Le cose che potevano sembrare mangiabili erano poche, ma per fortuna riuscii ad averne un po' prima che finisse. Afferro il vassoio e vado a sedermi. Trovo un tavolo vuoto. Ci appoggio il vassoio e la borsa e inizio a gustare il pasto che si è dimostrato per niente disgustoso.
Mi guardo intorno e vedo il ragazzo di prima seduto al tavolo con dei suoi amici. Ha l'aria di essere uno studioso, ma soprattutto sembra uno di quei ragazzi che giocano a football, che hanno tutti dieci a scuola e che sono nelle grazie dei professori. Forse è anche ricco ed ha una bella ragazza. Oppure ha soltanto duemila spasimanti che vivono solo aspettando che lui le degni di uno sguardo, cosa che non farà perché lui è troppo popolare per mettersi con una inferiore al suo livello.
Ah! Odio quelli che fanno così! 'Tu non sei nessuno quindi non sei degna di stare accanto a me sul gradino della popolarità scolastica'...bah, che idiozia!
Vedo che mi sorride, ma appena incontro il suo sguardo sprofondo nella vergogna, abbasso la testa e torno a mangiare il mio cibo. Do' un'ultima occhiata alla sedia dov'è seduto, ma non c'è. Lo cerco con lo sguardo quando sento qualcuno sussurrare qualcosa al mio orecchio: "Mi cercavi, Capelli Rossi?" Mi giro di scatto e ci guardiamo.
"Non mi chiamo in quel modo." Dico seccata. Lui prende una sedia, la posiziona accanto a me e si siede.
"Allora qual è il tuo nome?" Sto in silenzio. "Beh, se non me lo vuoi dire continuerò a chiamarti in questo modo."
"Senti, te ne vuoi andare per piacere?" Dico, stanca di quella conversazione.
"Perché dovrei?"
"Perché mi stai dando fastidio."
"Ma tu a me no."
Prendo la borsa e mi alzo, uscendo dalla mensa, ma lui mi segue.
"Volevo solo conoscerti un po' meglio!" Urla lui dietro di me.
"Non ho bisogno di conoscere nuove persone!"
Mi afferra il polso e poi mi dice: "Senti, ho visto come ti hanno trattato nell'ora della McPerson. Non sono stati affatto gentili con te e ho pensato che ti servisse un amico."
"Posso sopravvivere anche senza amici, grazie." Giro i tacchi e me ne vado. Decido io che cosa è meglio per me, e sinceramente non voglio avere un'altra delusione. Quel ragazzo mi avrebbe portato solo guai e dispiaceri, è meglio non averci a che fare. Non voglio un'altra delusione, non voglio cascarci di nuovo. Sono destinata a stare sola.

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Capelli Rossi
RomanceGrace, una ragazza timida e insicura, cambia scuola perché la madre ha deciso di andare a vivere con il suo nuovo compagno. Lei non è dispiaciuta di questo cambiamento, dato che nella sua vecchia scuola tutti la prendevano in giro per i suoi lunghi...