La Casa

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Salve sono Sam Lowrence e ho diciassette anni. Questo è quello che dovete sapere su di me, il resto lo scoprirete da soli.

Era una fredda giornata d'ottobre, ormai erano giorni che il cielo azzurro aveva lasciato spazio alle nubi dense di pioggia.
La finestra della classe era scossa dai continui scrosci d'acqua, era una giornata come le altre, niente di nuovo.
Poggiai la testa sulla mano e incominciai a guardare fuori contemplando il temporale che si stava abbattendo sulla scuola.
I miei pensieri vennero interrotti da una mano sulla spalla che mi strattonò leggermente.
X :- Hey Sam! -.
Era una voce femminile abbastanza stridula, Jessica.
Era una mia 'amica' si, ma a volte non la sopportavo proprio, era una delle classiche ochette.
Jessica:- senti sta sera io e i miei amici facciamo una prova di coraggio ti va di venire?-.
Io:- e perché lo chiedi ad una "sfigata" come me? Per caso è tutto uno scherzo per farmi spaventare? Se si allora non sono interessata-.
Jessica serrò stretta le mandibole guardandomi con disappunto.
Jessica:- no-.
La guardai negli occhi, non stava mentendo... Però a scuola le avevano dato il soprannome di " la miglior bugiarda del mondo " quindi dovevo stare attenta.
Io:- Dove e quando?-
Jessica:- in una piccola casa nei sobborghi della città. È stata abbandonata e risale al secolo scorso -.
Io:- si ho capito dov'è-.
Jessica:- bene, ci troviamo li a mezzanotte ok?-.

Le strade della città erano vuote sotto la morsa opprimente dell'oscurità. La luce dei lampioni andava e veniva e come se non bastasse, a causa dell'umidità, per le strade aleggiava una leggera foschia che rendeva il tutto più inquietante.
Quella zona di città non era molto popolata, però qualche macchina passava ogni tanto dandomi la possibilità di vedere dove stessi mettendo i piedi.
Forse non dovevo accettare di andare con Jessica in quella stupida casa, ma la curiosità era troppo forte .
Arrivai dopo poco vicino ad un grande cancello ormai arrugginito, da esso provenivano dei piccoli rumori striduli che mi fecero venire la pelle d'oca.
Jessica:- Sam!!-.
La ragazza urlò il mio nome mentre correva, dietro di lei vi erano dei ragazzi che subito non riuscii a capire chi fossero.
Io:- Jessica -.
Jessica:- ti presento mio cugino Luke e i suoi amici Ashley e Mat-.
Io:- piacere Sam-.
Tutti mi rivolsero un caldo sorriso e prima di entrare parlammo del più e del meno per conoscerci meglio.
Ashley era davvero simpatico e anche Luke, mentre Mat non parlava quasi mai tantomeno rideva alle stupidate dette dai due ragazzi.
Guardammo la casa era illuminata da qualche tuono in lontananza.
Jessica:- entriamo?-.
Tutti dissero di si e la prima ad entrare nel cortile fu Jessica che seguivo dando qualche calcio per terra per spostare i vari ciottoli di pietra.
Entrammo da una finestra rotta, qualcuno probabilmente era già entrato. Confermai la mia teoria quando ai muri scrostati dall'umidità comparvero dei segni satanici fatti con il...sangue. Sul pavimento erano sparsi dei vetri di bottiglia e qualche siringa.
Guardai i ragazzi che assunsero un'aria abbastanza preoccupata.
Jessica:- dovete sapere che questa è stata una casa di un assassino che venne brutalmente ucciso -.
Ashley:- e scusa perché non lo hai detto prima!?-
Jessica:- per mettervi un po' di paura ovviamente-.
Mat:- è solo una stupida bugia-.
Luke:- Sisi una bugia!-.
La casa da fuori sembrava avere tre piani, e come attirata da qualcuno, volevo andare all'ultimo piano.
Guardai il soffitto dal quale scendeva della polvere...nera. Sentimmo dei passi percorrere il piano superiore. Dal passo sembrava un uomo.
Mi girai per vedere Jessica che era impallidita all'istante.
Io:- ragazzi io vado a vedere-.
Jessica:- Sam no!!-.
Io:- troppo tardi haha-.
Misi il piede destro sul primo scalino di un'immensa scala che portava al secondo piano.
Un altro passo, sta volta il legno scricchiolò, il legno però era abbastanza resistente.
Continuai a salire cautamente ignorando la voce di Jessica e Ashley. La curiosità era troppa per mollare a quel punto.
Il secondo piano era abbastanza ampio, al centro vi era un pesante tavolo di legno tutto impolverato e marcito. Tre sedie erano adagiate per terra circondate da pezzi di vetro verde.
Alla mia destra si poteva vedere una porta dalla quale si vedeva l'angolo della testiera di un letto.
Alla sinistra invece vi erano degli scalini sempre in legno però più malmessi.
Tirai fuori dalla tasca dei pantaloni il telefono e accesi la torcia per farmi più luce.
Andai verso le scale stando molto attenta a non pestare qualche vetro.
Jessica:- Hey Sam tutto bene?-.
Gridò la ragazza dal primo piano.
Io:- si!!-.
Cercai di salire le scale e con mia grande fortuna resistettero al mio peso. Il terzo piano era una soffitta, un letto malmesso attirò subito la mia attenzione.
Vari arnesi di tortura erano sparsi per tutta la stanza dandogli un tocco di macabro. Allora Jessica aveva veramente ragione sull'assassinio brutale del killer.
Una piccola scrivania compariva sotto una finestra rotta probabilmente da qualcuno anche perché in questa stanza vi erano ancora pezzi di vetro e siringhe.
Stupidi drogati.
Sulla scrivania era poggiata una strana scatola, anche se la luce del telefono era puntata su di essa non riuscivo bene a vedere la sua forma.
Mi avvicinai e la presi in mano poggiando il telefono sulla scrivania. Su un lato della scatola vi era scritto: Laugh.... ack.
Non si riusciva a leggere bene la scritta per via di strane macchie nere che la coprivano quasi interamente.
La mia attenzione si posò sulla manovella della strana scatola, la curiosità si fece sentire talmente tanto che l'afferai al volo. Era quasi un desiderio carnale.
La girai ma si ruppe dopo poco a causa del liquido nero.
La raccolsi da terra guardandola dispiaciuta, per colpa della mia stupida fretta avevo rotto la scatola.
Io:- scusa -.
Appoggiai la scatola sulla scrivania e mi voltai verso la porta. Quando qualcosa mi fermò.

Half a pound of tuppenny rice
Half a pound of treacle
That's the way the money goes
Pop goes the weasel

Quando mi voltai una figura alta almeno due metri mi stava salutando.

Oltre la follia // Laughing Jack \\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora