Laughing Jack's pove
Quella maledetta Sam Lawrence, la odiavo. Insomma era la prima persona che non riuscivo ad uccidere e questa cosa non andava affatto bene. Uccidere la consideravo un'arte, saper tagliare le parti migliori e ricavarne gustosi bocconcini non era cosa da poco. O meglio, io ero parecchio pignolo sul fatto di tagliare la carne.
Saper scegliere anche le vittime giuste, saper osservarle e conoscere i suoi punti deboli e saper far forza su questi ultimi.
Ma con Sam era tutta un'altra cosa, non riuscivo ne a capire ne a percepire un suo punto debole, lei era strana, come se al suo interno avesse un enorme vuoto.
E questa cosa di certo non giocava a mio favore.
X:- signor clown sta bene? -.
Una bambina, era una delle tante bambine che avevo ucciso e ne avevo fatto del mio pubblico. Erano divertenti da manipolare ma stressanti molte volte.
Perché erano comunque dei bambini, ed io i bambini li odiavo con tutto me stesso. Sbraitavano, ridevano e giocavano... tutte cose che io non avevo mai fatto, o meglio le avevo fatte per un breve periodo di tempo quando ero amico di LUI.
LUI era il mio peggior incubo, mi tormentava tutte le santi notti ed era una cosa stressante. Finché sono rinchiuso nella scatola non posso provare ne emozioni ne tantomeno sognerei; era come stare in uno stato di coma.
Io:- si -.
X:- dove va signor clown? -.
Io:- non te ne frega niente. A dopo -.Uscii da quella dimensione dove avevo creato il mio piccolo mondo. Dove potevo starci solo io e dove potevo torturare le mie vittime in santa pace.
Arrivai in città, era un pomeriggio d'ottobre grigio e una leggera foschia aleggiava costante per la città.
Prima di andare a cercare la mia vittima dovevo innanzitutto andare da lei...Sam's pove
Un'altra settimana, e nessuna notizia di Jack, non che mi
importasse ma , ormai, ero presa da questa situazione. Appoggiai la testa sul finestrino freddo della macchina, o miei ogni domenica erano soliti ad andare a far visita a mia sorella, ed io non sopportavo questa cosa. O meglio ero invidiosa.
Come sempre restavo in macchina ad aspettare quelli che erano i miei genitori, quella volta però ero tentata ad uscire.
Volevo solo prendere una boccata d'aria e sgranchire un po' le gambe.
Aprii la portiera della vettura è scesi assaporando a pieni polmoni l'aria di Ottobre, fresca e umida. Era il mio mese preferito.
L'enorme cancello in ferro del cimitero, sembrava darti il benvenuto in quella città piena di tombe. E come cosa era abbastanza inquietante.
Entrai e vidi molte persone chine sulle tombe che piangevano mentre altre persone le consolavano con "manca anche a me" o "tranquilla".
Non mi importava nulla di loro e incominciai a girare tra le tombe leggendo ogni singolo nome, era davvero triste vedere foto di neonati.
Una sola tomba richiamò la mia attenzione: era di una ragazza sui diciotto anni; aveva capelli neri e lisci e la pelle candida era puntinata da tante lentiggini, ma la cosa che più colpiva erano i suoi grandi occhi verdi contornati da una profonda matita nera.
Si poteva definire una bella ragazza. Il suo nome era Viky Tommilson, ed era morta qualche anno fa, più precisamente nel 2003.
X:- era una bella ragazza eh?-.
Mi girai e vidi un ragazzo davvero molto alto, Indossava dei jens neri strappati e una camicia a scacchi rossa sovrastata da un cappotto nero. Anche lui aveva gli occhi pesantemente truccati, ma il loro colore risaltava davvero tanto sotto i capelli color pece: color del ghiaccio.
La sua schiena era leggermente incurvata all'interno, segno di una scorretta postura e le braccia erano davvero molto sottili per essere umane. Aveva un viso famigliare.
Io:- si, era la tua ragazza?-.
X:- beh non sono tenuto a dirlo. Tu sei?-.
Io:- Sam, tu ?-.
Il ragazzo mi allungò la sua lunga mano, le dita erano lunghe e affusolate ma fredde al tatto. Strinsi la sua mano e ritornai a guardare la tomba di Viky.
In quel momento percepii come una strana sensazione, come se la ragazza sepolta li mi stesse dicendo di non fidarmi. Come se qualcosa di brutto era collegato a quel ragazzo di nome Mat.
E ci arrivai: lui era Laughing Jack.
Troppe somiglianze.
Ritirai la mano facendola cadere pesantemente lungo il fianco, mi doveva parecchie spiegazioni, tra cui... -perché non mi ha uccisa?-.
Mat:- che??-.
Io:- smettila con questa messa in scena -.
Mat:- ups sono stato scoperto -.
Il corpo di Mat/Jack venne attraversato da un fremito e sulle sue spalle comparvero piume nere e bianche mentre bende gli avvolgevano il bacino.
La sua solita espressione compiaciuta e da psicopatico gli si formò sul volto, sta volta notai anche un po' di tristezza... che significava?
Guardai intorno in cerca di aiuto, perché anche se mi ero dimostrata forte l'immagine dei bambini uccisi brutalmente mi facevano salire conati di vomito.
Indietreggiai lentamente ma inciampai su qualcosa e finii con il sedere per terra, ombrattandomi completamente di fango.
Io:- che vuoi!?-.
Indietreggiai lentamente e andai contro al tronco di un albero, mi sentivo in trappola.... ora potevo capire come si sentissero quei poveri uccellini tenuti in gabbia.
Io ero la preda e Jack il predatore, uno dei più temuti: il leone. Ansia e timore si impossessarono del mio corpo facendomi tremare, questa volta avevo molta paura.
Possibile che nessuno si fosse accorto che un cristo di clown cercava di uccidermi? Perché non venivano da me...? Forse non riuscivamo a vederci, se quella era la risposta io ero spacciata.
Io:- perché non riescono a vederci?-.
Jack:- oh molto semplice perché non credono nella magia, invece tu mia cara Sam ci credi e come!-.
Scoppiò in una fragorosa risata malata, dovevo assolutamente andarmene da li o sarei morta... non che volessi morire ma non mi sarei mai fatta uccidere da un fottuto clown.
Io:- i...in che s...senso? -.
Jack:- oh come non capisci? Vedi è molto simile tu speri che i tuoi genitori spariscano definitivamente dalla terra, questa non si può considerare una magia? Altrimenti quella notte non saresti mai riuscita a evocarmi. Ma prima divertiamoci! -.
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Oltre la follia // Laughing Jack \\
Fanfictionuna casa abbandonata, entrarci è stata la mia più grande fortuna, oltre ad essere un clown spietato sei una persona dolcissima.